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Che l’Italia sia un paese con una forte attività vulcanica è cosa nota. Quando si utilizza la parola vulcano, si fa riferimento a una spaccatura della crosta terrestre attraverso la quale vengono emessi, in modo continuo o discontinuo, materiali solidi e fluidi ad elevata temperatura.
In Italia possiamo trovare quattro tipi principali di vulcani:
- Vulcani attivi: manifestano la loro attività in modo continuo o ad intervalli brevi o lunghi, anche di centinaia di anni.
- Vulcani quiescenti: hanno avuto un’attività eruttiva negli ultimi secoli ed emettono ancora gas e vapore acqueo.
- Vulcani estinti: non eruttano da oltre 10.000 anni.
- Vulcani sottomarini: alcuni ancora attivi, altri ormai estinti.
Il “vulcano” di Tredozio – Il vulcano più piccolo d’Italia
Comune: Tredozio (FC)
Geocoding: 44.0463969,11.7713522
Ingresso: gratuito
Nell’Appennino Romagnolo, a Tredozio, precisamente tra l’alta val Montone e l’alta val Tramazzo, si trova il vulcano più piccolo d’Italia.
Situato sul Monte Busca, si tratta in realtà di un fenomeno “pseudovulcanico” chiamato fontana ardente, benché la forma e la presenza del fuoco ricordino le strutture vulcaniche propriamente dette.
In questo caso, le fiamme che ammiriamo derivano da una fuoriuscita di idrocarburi gassosi (prevalentemente metano) sprigionati dal terreno, che si incendiano spontaneamente a contatto con l’ossigeno, rimanendo perennemente accese.
La presenza di fuoco perpetuo sul Monte Busca è nota da secoli tra gli abitanti della zona, tanto è vero che una delle prime testimonianze scritte risale al 1577, quando Leandro Alberti, nella sua opera “Descrittione di tutta Italia”, lo riportò come un “buco largo da piedi quattro ov’esce una fiamma di fuoco”.
Dal colle che lo ospita, nelle giornate limpide e serene, si può intravedere il mare, il grattacielo di Cesenatico e le tre rocche di San Marino.
Situato nei pressi del Villaggio Monte Busca, è raggiungibile in auto, moto e bicicletta, anche se arrivarci a piedi ha un fascino diverso.
Da non perdere nei dintorni:
- I centri di Portico e San Benedetto
- Il borgo di Modigliana
- Il patrimonio naturalistico dello Spungone
Vulcani e vulcanelli di fango
Nella zona collinare emiliana, ricca di calanchi, si può osservare un altro fenomeno geologico “pseudovulcanico”: si tratta delle cosiddette salse eruttive, che hanno origine da depositi naturali di idrocarburi gassosi, in particolare di metano.
La risalita dal sottosuolo di fango argilloso misto a tali idrocarburi dà vita a coni che assomigliano a vulcani in miniatura. Quando tutto tace si possono addirittura avvertire i deboli borbottii prodotti dalle bolle di gas liberato.
Il nome “salsa” deriva dall’alto contenuto di sale delle acque fangose, una traccia di quel mare che fino a 1 milione di anni fa occupava l’attuale Pianura Padana.
Non essendo imparentati con il vulcanesimo igneo (tipico dei vulcani), i fanghi emessi sono freddi, ovvero hanno temperature simili a quelle dell’ambiente esterno.
Una volta giunti in loco ti sembrerà di essere catapultato in un paesaggio lunare, soprattutto se avrai la fortuna di visitarlo in un momento di intensa attività “vulcanica”.
I più noti sono quelli presenti nella Riserva Naturale delle Salse di Nirano, ma l’Emilia ne custodisce anche altri.
Salse di Nirano
Comune: Fiorano Modenese (MO)
Geocoding: 44.5158248,10.8215468
Ingresso: gratuito
Servizi: visite guidate e laboratori didattici (scrivi a salse.nirano@fiorano.it), Centro Visite Ca’ Tassi ed Ecomuseo Ca’ Rossa
La Riserva Naturale delle Salse di Nirano a Fiorano Modenese è la prima riserva naturale dell’Emilia-Romagna, estendendosi su oltre 209 ettari. Insieme alla riserva di Aragona (AG), costituisce il complesso di “salse” più importante d’Italia e uno dei più rilevanti d’Europa.
Tre gli itinerari tra cui scegliere per visitarlo: il Giro delle Salse, il Sentiero dei Vulcani di Fango (Tappa 2 – dalla Valle del Rio Rocca alle Salse di Nirano) e il Sentiero dei Vulcani di fango (Tappa 3, dalle Salse di Nirano alle Salse di Puianello).
La flora circostante si è adattata alla presenza di argilla e alla notevole salinità del terreno, mentre la fauna è costituita da mammiferi e uccelli tipici degli ambienti contigui ai calanchi.
Da non perdere nei dintorni:
- La città di Maranello
- Il centro abitato di Sassuolo
- La rete di castelli, rocche e torri presenti nei dintorni
Salse di Regnano (o di Querciola)
Comune: Viano (RE)
Geocoding: 44.5586394,10.5709183
Ingresso: gratuito
Servizi: possibilità di visite guidate (scrivi a: biblioteca@comune.viano.re.it)
Le Salsa di Regnano di Viano hanno notevole importanza nella storia delle scienze naturali italiane in quanto studiate a lungo dal grande scienziato reggiano settecentesco Lazzaro Spallanzani, considerato il padre di questa disciplina.
La vegetazione che caratterizza la zona è quella tipica degli ambienti salini lutivomi delle salse emiliane.
Da non perdere nei dintorni:
- Le panchine giganti di Baiso, Casalgrande e Castellarano
- I castelli matildici di Canossa e Rossena
- I borghi dell’Appennino Reggiano
Parco dei Barboj
Comune: Lesignano de’ Bagni (PR)
Geocoding: 44.630488,10.3275048,
Ingresso: gratuito
Servizi: bar con tavola calda nelle vicinanze
All’interno del Parco dei Barboj, sulle colline a sud di Parma, a Lesignano de’ Bagni, questi fenomeni si manifestano in numerosi piccoli vulcanelli alti fino a 1 metro.
Alcuni sentieri segnalati collegano il parco alla vicina Torre di Traversetolo, dove si verificano fenomeni simili.
Da non perdere nei dintorni:
Autore
Celestina Paglia
Sangue siculo – abruzzese, nata e cresciuta a Firenze, emiliano romagnola di adozione. Montanara inside da sempre, da poco ha scoperto la sua passione anche per il mare…
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Nicola
Fantastico, quando si era a scuola non venivano studiati, per cui il fenomeno di alcuni anni fa, che aveva interessato la regione mi aveva sorpreso, grazie