Uno degli argomenti preferiti durante i pranzi e le cene invernali con i parenti riguardano senz’altro la quantità di neve che non è più quella di una volta: e via di racconti sui chilometri di campagne imbiancate e di monumenti cittadini sepolti che rendevano l’Emilia simile a grandi linee alla Lapponia, ma senza renne.
Gran parte della storia delle grandi nevicate che interessarono la città sono arrivate fino ai giorni nostri grazie ai dati dell’Osservatorio del Collegio Alberoni di Piacenza, una delle stazioni meteorologiche più antiche d’Europa, entrata in funzione nel 1802.
Ecco uno dei racconti che preferisco: ci porta a Piacenza, partendo da un’epoca che facciamo fatica ad immaginare e proseguendo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 ma non solo, in un mondo che sembra veramente lontano.
Le cronistorie cittadine di Piacenza raccontano che la più intensa nevicata mai registrata in città fu nel 1511 che, iniziata il 4 gennaio, nel giro di sei giorni fece cadere 1 metro e 40 centimetri di neve.
Le cronistorie dell’epoca raccontano che per poter attraversare le strade si dovettero scavare gallerie sotto la neve. Anche il freddo non scherzava, il Po, ghiacciato, si poteva attraversare comodamente sia a piedi che a cavallo.
Una data che sembra ricorrere nella storia della neve a Piacenza perché, qualche secolo dopo, il 4 gennaio 1911 furono registrati 98 cm in 27 ore. Un vero record.
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