Da Visit Emilia, alcuni itinerari perfetti per un’escursione verso i laghi dell’area di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, tra i colli Piacentini e l’Appennino Tosco Emiliano.
Per chi è alla ricerca di gioielli naturalistici lontani dal turismo convenzionale e destinati a entrare di diritto nella segreta lista dei luoghi del cuore, l’area compresa tra le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia può rappresentare una piacevole sorpresa.
Gambe in spalla e occhi fissi su panorami straordinari e inconsueti sono tutto ciò che serve per dedicarsi a un trekking a tema lacustre, che svela alcuni degli angoli più incantevoli di questo spicchio di Appennino Emiliano.
Lago Bino e Moo, Lago Nero, Lago di Trebecco e Diga del Molato (PC)
I piedi sono il mezzo di locomozione tradizionale per percorrere il Sentiero del Tidone, nell’area dei Colli Piacentini.
Quando il Po si allontana, a diventare protagonista è il torrente che dà il nome alla valle: risalendolo in direzione della sorgente, ci si imbatte nella Diga del Molato, imponente opera terminata nel 1928 che ha generato il Lago di Trebecco, bacino artificiale lungo 2,5 km.
Tra le camminate da prendere in considerazione per una giornata di trekking targata Piacenza, meritano una menzione quelle in Val Nure verso il verdissimo Lago Nero – di origine glaciale – e alla volta del piccolo ma affascinante Lago Moo e del Lago Bino, straordinaria opera della natura, che lo ha diviso in due, decorando in estate la più grande delle porzioni con una meravigliosa pennellata di ninfee gialle.
La camminata tra i meravigliosi specchi d’acqua aumenta l’appetito, che può essere soddisfatto assaporando i gustosi salumi DOP piacentini (coppa, pancetta e salame) e altre prelibatezze norcine come la mariola, presidio Slow Food.
Laghi del Sillara (PR)
Immediatamente sotto la cima più alta dell’Appennino Parmense che presta loro il nome, i Laghi del Sillara sono la meta ideale per un’esperienza di trekking di una giornata alla scoperta dei gioielli glaciali tra Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e Parco Regionale dei Cento Laghi.
Come spesso accade, a rendere unica l’escursione è in realtà la camminata nel suo insieme che, partendo da Pratospilla, incontra in sequenza una serie di specchi d’acqua di origine glaciale, come il Lago Ballano e il Lago Verde (1500 m s.l.m), dove i faggi sono il preludio alla suggestiva alternanza cromatica di boschi e prati di mirtilli che accarezza gli occhi fino ai veri e propri Laghi gemelli del Sillara, a 1730 metri di altitudine.
Da qui, è possibile salire fino alla vetta per godere di una vista che spazia dalla Lunigiana alle Alpi Apuane, fino al mare.
Da non perdere le specialità a base di funghi porcini.
Lago Calamone e Lago della Bargetana (RE)
Il trekking nel reggiano non può prescindere dalla gita al Lago Calamone, autentica perla d’acqua in un’area oltre i 1300 metri di quota, punteggiata da gigli, orchidee e primule e dominata dal Monte Ventasso e dalla sua corte di faggi e conifere.
Creato da esarazione glaciale e conosciuto fino al XIX secolo col nome della vetta che lo sovrasta, il lago fu per centinaia di anni al centro della leggenda – facilmente sfatata nel 1762 niente meno che dal biologo Lazzaro Spallanzani – che lo voleva comunicante con gli abissi marini.
Nella conca del Monte Prado, vale invece la pena di dedicare un giorno al Lago della Bargetana, silenziosa attrazione principale di un luogo incontaminato e circondato da uno degli angoli panoramici più suggestivi del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, con vista sul Monte Cusna.
Da non perdere i piatti a base di funghi porcini, cucinati dalla maggior parte dei ristoratori e rifugi della zona, di cui è possibile assaporare tutte le sfumature.
Autore
Visit Emilia
Destinazione Turistica Emilia
www.visitemilia.com
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