I riti e le tradizioni legate alla Pasqua dell’Emilia-Romagna, che ognuno di noi può adottare a casa propria: dall’ornare la casa di giallo al cucinare il pesce azzurro dell’Adriatico, dal preparare la pagnotta pasquale al colorare le uova per la colazione di Pasquetta.
Ornare la casa con i narcisi
Il fiore simbolo di Pasqua è il narciso. Con il suo colore giallo rappresenta la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, piena di sole e di gioia.
A Pasqua è buon auspicio decorare la casa con fiori di narciso o con tanti nastri gialli.
Il narciso selvatico fiorisce proprio in queste settimane nel Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Un colpo d’occhio emozionante è la fioritura di narcisi che ricopre le vallate e i prati del Parco, mentre si risveglia fra torrenti, mulini, soffici boschi pieni di germogli e di fiori.
Mangiare pesce azzurro dell’Adriatico il Venerdì Santo
Venerdì Santo, si sa, si mangia di magro, in altre parole niente carne. È l’occasione giusta per gustare il buon pesce azzurro dell’Adriatico.
Il pesce viene pescato nei 110 km delle provincie costiere che vanno dai lidi ferraresi a Cattolica. Segni particolari: qualità eccellente e, in molti casi, convenienza.
Saraghi, suri, sarde, sgombri che si possono anche marinare nel succo di arancia e semi di finocchio prima della cottura.
Non tutti forse sanno poi che i paganelli migliori si consumano da marzo a giugno. O che la mazzola è molto buona nel suo brodo che, a sua volta, è perfetto per i passatelli romagnoli.
Passeggiate di Pasquetta
La passeggiata del Lunedì di Pasqua è un’antica tradizione in tutta l’Emilia-Romagna.
In particolare a Bologna ce n’è una che è sicuramente tra le più tradizionali e famose passeggiate di Pasquetta: è quella dei Bregoli, un sentiero immerso nel verde che dal Parco Talon di Casalecchio di Reno (dove c’è la Chiusa dichiarata “Patrimonio messaggero di una cultura di pace” dall’Unesco) conduce fino al Santuario di San Luca a Bologna.
Decorare le uova da gustare a colazione a Pasqua
Lungo la millenaria Via Emilia, da Piacenza a Rimini, è sempre viva la consuetudine di far benedire le uova sode e consumarle a colazione la mattina di Pasqua.
Se ci sono bambini in famiglia, ci si diverte a decorarle con colori naturali e con accorgimenti molto semplici e casalinghi: si strofinano delle cipolle rosse per ottenere uova rosse, polvere di zafferano per uova arancioni, spinaci per uova verdi, caffè, tè o semi di cumino macinati per uova marroni, curcuma per uova gialle…e così via.
Preparare la pagnotta romagnola
È una tradizione molto antica quella della pagnotta romagnola, da consumare tutti insieme la mattina di Pasqua insieme a delle uova benedette, salame e vino Sangiovese chiacchierando e facendosi gli auguri.
La pagnotta romagnola ha una bella forma a cupola e un’incisione a croce sulla sommità in segno di devozione. Si consuma in tutta la Romagna, ma l’origine è di Sarsina, un antichissimo borgo (qui è nato il Plauto, il commediografo latino nel 255 avanti Cristo) fra i boschi dell’Appennino Forlivese.
Siamo nella zona del grande Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Per chi vuole provare a prepararla, ecco la ricetta.
Ingredienti per una pagnotta Pasquale di 1,7 kg
Per la pasta lievitata
200 g. di lievito madre rinfrescato
250 g di farina
150 g. di farina manitoba
220 g di acqua
Per l’impasto
Pasta lievitata
200 g di farina tipo 1
200 g di farina manitoba
110 g. di zucchero semolato
10 g. di malto
100 g. di latte fresco
3 uova
80 g. di burro
scorza grattugiata di 1 limone
semi di 1 bacca di vaniglia
1 cucchiaino di sale
200 g. di uvetta sultanina
Per spennellare
1 tuorlo
2 cucchiai di latte
Si comincia con la pasta lievitata.
In una ciotola inserire il lievito madre rinfrescato 4 ore circa precedentemente, aggiungere i 2 tipi di farina, l’acqua e impastare fino ad ottenere un panetto omogeneo.
Con un coltellino incidere una croce sulla superficie del panetto, dopodiché si copre con la pellicola e si lascia lievitare tutta la notte fino al suo raddoppio. Si può lasciare nel forno spento con la lucina accesa.
Dopo la prima notte: l’impasto.
Il mattino dopo si mette la pasta lievitata in una ciotola insieme alle farine, allo zucchero, al malto e al latte. Impastare ed aggiungere uno alla volta le uova fino a farle ben incorporare all’impasto.
Aggiungere la scorza grattugiata del limone, i semi di vaniglia, il sale e il burro a pezzetti, a temperatura ambiente. Impastare fino ad ottenere un impasto liscio, omogeneo.
Lasciarlo lievitare coperto con una pellicola o uno strofinaccio in forno spento con lucetta accesa per 6-7 ore (fino a che non è raddoppiato di volume).
Dopo 7 ore.
Mettere l’impasto su una spianatoia infarinata, e sgonfiarlo un pochino facendo delle pieghe.
Aggiungere l’uvetta sultanina dopo averla lavata, ammollata per 10 minuti in acqua tiepida e asciugata.
A questo punto adagiare la pagnotta su una teglia foderata con carta forno, incidere la superficie con un taglierino e lasciare nuovamente lievitare la pagnotta per altre 2 o 3 ore coperta con una ciotola, dovrà raddoppiare di volume.
Dopo altre 3 ore.
Sbattere un tuorlo con il latte e con questa miscela spennellare la superficie della pagnotta.
Infornare a 180° 15 minuti poi abbassare la temperatura a 170° per altri 35 minuti.
Dopo 35 minuti.
Sfornare la pagnotta, fare raffreddare su una gratella e finalmente servire.
Autore
Daniela Camboni
Giornalista e mamma.
Ho preso a scrivere a 6 anni, non mi sono più fermata. Ottimista. Traveller.
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