Dolci linee sinuose, stilizzazione degli elementi naturali e rifiuto della produzione seriale di oggetti di massa.
Ecco in breve i caratteri fondamentali dello Stile Liberty italiano, movimento artistico che si affermò tra la fine dell’800 e il primo decennio del 1900 e che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate.
Un po’ di Storia
Siamo nei decenni a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Gli stati europei hanno da poco assunto la forma che conosciamo ancora oggi e l’industria fiorisce tra le nuove e potenti classi mercantili. Mentre la Grande Guerra è ancora lontana, masse di contadini affluiscono nei grandi centri urbani per diventare operai della grande industria e, per la prima volta nella storia dell’uomo, un numero mai visto di persone accede ai beni di consumo di massa.
È in questi anni che nasce, cresce e si sviluppa in Italia lo stile Liberty (sembra che il nome derivi da magazzini londinesi di Arthur Liberty) come emanazione dell’Art Nouveau nata in Francia e Belgio. Ben presto ogni paese d’Europa vanta un suo stile preciso come il modernismo di Gaudì in Spagna e Catalogna o il Judendstill di Germania e Svizzera.
È il periodo delle signore eleganti con delicati ombrellini bianchi, degli uomini a passeggio con cilindro e bastone, dei boulevards e dei giardini pubblici delle grandi città, dei viaggi in mongolfiera che mal celano una fiducia sconfinata nel progresso umano. Un’epoca che gli storici hanno definito Belle Èpoque (almeno per le classi più abbienti) in cui la lettaratura sogna viaggi e mondi lontani nello spazio e nel tempo.
È indubitabile che la grande borghesia cittadina aumenta notevolmente il volume dei propri guadagni, le nuove tecniche permettono infatti la produzione di massa di beni e servizi che vengono rinveduti all’intera società con enormi guardagni. E’ questa l’epoca della fondazione dei grandi imperi industriali, di Henry Ford e della sua catena di montaggio che fanno la loro comparsa proprio in questi anni.
Ma i grandi guadagni delle classi più abbienti generano desideri ed appetiti tutt’altro che scontati: le città si abbelliscono di grandi viali e giadini pubblici in cui poter fuggire per un momento l’inquinamento e la bruttura dei quartieri più popolari. Nasce il decoro urbano e la città che diventa un palcoscenico per le passeggiate domenicali; fa la sua apparizione il concetto di Tempo Libero, antesignano del turismo odierno.
Certo, il tempo si libera a chi può permetterselo, ai grandi commercianti, ai capitani d’industria ed alla grande borghesia mercantile. Non stupisce quindi che molta dell’arte Liberty italiana si trovi nei luoghi dello svago, nei centri di ritrovo e nelle località turistiche frequentate, al tempo, da questa grande classe sociale liberata dal lavoro. Terme, caffè, ville, località turistiche e Grandi Alberghi, questo in breve il panorama del Liberty in Emilia Romagna.
Una speciale menzione va alla Costa Romagnola, prima tra le località turistiche italiane ad essere luogo della “vacanze” delle classi più agiate del paese. Passato il clima freddo ed umido dell’inverno, queste infatti si riversano verso il mare per respirarne la salubre aria; cosi come cresce l’importanza delle Terme, luogo in cui riacquistare parte della salute persa durante i lunghi e freddi mesi invernali.
Il primo “turismo” è un’attività dedita alla cura della salute delle classi agiate che portano con sé mode, costumi e stili europei iniziando a popolare con lo stile Liberty il panorama delle località di vacanza del tempo.
Romagna Liberty
Cattolica, Riccione, Rimini, Viserba, Cesenatico, Cervia, Milano Marittima e Comacchio sono le prime località a veder fiorire sulle coste splendide ville in stile Liberty, seguite e ruota dalle città dell’entroterra come Cesena, Forlì e Faenza.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento sorgono infatti le prime strutture alberghiere della Riviera insieme con le “seconde case”, antesignani di quello che sarà lo sviluppo del turismo e della villeggiatura in Italia. Nel giro di pochi decenni la costa si riempie di edifici belli e ricchi di decorazioni che, in molto casi, sono giunti fino ai giorni nostri in ottime condizioni.
Da segnalare nella storia del Liberty romagnolo è la Mostra Nazionale di Belle Arti organizzata da Ferruccio Luppis nel 1909. Essa si svolse nella residenza stessa di quest’ultimo, una costruzione balneare realizzata nei primi anni del ‘900 per la propria famiglia (Tale residenza è oggi conosciuta ai più come Hotel Augustea). Per il suo essere uno stile di costruzioni private, il Liberty di Romagna oggi è di difficile rinvenimento ed è nascosto tra i tanti edifici che nel tempo sono sorti intorno alle ville del tempo.
Una rassegna quasi completa di quello che fu lo sviluppo dello stile Liberty sulla costa Romagnola si trova oggi racchiuso nel progetto Romagna Liberty, iniziativa che intende catalogare e valorizzare le costruzioni in stile della costa romagnola.
Il progetto racchiude una rassegna di quello che è stato lo sviluppo dello stile Liberty in Romagna dalle costruzioni, al design fino ai manufatti. Particolare importanza viene data alla città di Faenza, dove l’arte ceramica Liberty raggiunse il suo massimo e dove è possibile ammirare ancora rari pezzi del tempo.
La scoperta del Liberty di Romagna è quindi un viaggio nella storia dell’arte del primo novecento, ma anche un viaggio nella Costa romagnola attraverso la sua centenaria vocaizone turistica.
Autore
Walter Manni
Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web
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