Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che son natie, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima.
Se anche tu vuoi raccontare l’Emilia-Romagna che si vede dalla tua finestra sei benvenuto.
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Il percorso che ho progettato e che i miei amici di Trekking Italia hanno chiamato la Via Mauriziana si sviluppa ad anello nei territori di pianura di Argelato e San Giorgio di Piano, ha una lunghezza di 25 km ed è percorribile in 5 ore di cammino.
Per me il percorso ha un valore affettivo perché alcune sue tappe rappresentano dei ricordi importanti e lo descrivo in questo articolo per condividerlo con altre persone che volessero cimentarsi nel cammino.
La partenza è dalla frazione di Stiatico frazione di San Giorgio di Piano, qui si può fare una colazione nel baretto casereccio, dare una occhiata alla chiesetta e alla pietra romana nella rotonda.
Da Stiatico si prende via Palazzaccio, dopo la seconda curva a destra, al palo della luce, si svolta a sinistra per la capezzagna fino a raggiungere il canale Riolo, quindi si volta a sinistra fino ed arrivare al Boscovivo di Funo.
Il Boscovivo è un intervento di 20 ettari di superficie agricola realizzato alla fine anni 90. Adiacente al Boscovivo si trova una cassa di espansione che serve a contenere le acque evitando l’esondazione del canale Riolo.
Il Boscovivo rappresenta il primo ricordo perché da giovane agronomo mi fu affidato dall’allora sindaco Valerio Gualandi l’incarico di progettazione di una parte dello stesso.
Vedere il bosco frequentatissimo dalle persone mi fa molto piacere, ma ci tengo a sottolineare che è stato pensato più per gli animali che per gli uomini, è infatti una area di riequilibrio ecologico per la flora e la fauna selvatica, per questo il sesto delle piante stretto e le forma con isole di bosco.
Il bosco si può percorrere andando a destra a fianco della panchina e proseguendo fino al bordo esterno in confine con il canale qui si volta a sinistra e si raggiunge la cassa di espansione e si percorre tutta fino ad arrivare al vialetto che ci riporta alla panchina.
Dal bosco si parte verso Casadio dove si incontra la vecchia fermata del treno, il filare di platani e la graziosa chiesina, quindi si prosegue fino a Malacappa e si prosegue sull’argine di Reno per arrivare al giardino dell’Oratorio di Savignano.
Quindi si prosegue per via Lame, via Beata Vergine per raggiungere le ex vasche dello zuccherificio ora classificate come ZPS – zone a protezione speciale della rete Natura 2000.
Le vasche sono dei bacini che erano utilizzati per contenere gli scarti di lavorazione delle barbabietole, successivamente alla chiusura delle zuccherificio sono state bonificate e rinaturalizzate attraverso la piantumazione di alberi e arbusti autoctoni, attualmente le vasche sono diventate un ambiente molto selvaggio dove si possono vedere dei daini.
Le vasche si possono percorrere passando dal margine est fino alla strada campereccia perpendicolare e poi proseguendo fino a raggiungere il capanno di osservazione degli uccelli.
Tornati indietro alla via Beata Vergine si prosegue fino a raggiungere il quartiere PEEP molto interessante da un punto di vista urbanistico. Il quartiere infatti è immerso in un parco pubblico ed isolato dalle due strade di confine dalle dune antirumore realizzate con rilevati in terra e vegetazione.
Percorrendo il doppio filare alberato di querce e tigli si raggiunge la Villa Beatrice dove trova sede il centro sociale che alla domenica assicura ottime crescentine per gli avventori.
Dalla villa si raggiunge parco Nicholas Green, qui si trova una panchina dove passano il tempo gli anziani di Argelato in carrozzina. Questo per me è il punto emotivamente più coinvolgente perché mio padre nell’ultimo periodo della sua vita è stato costretto in sedia a rotelle da una malattia e noi famigliari tutti giorni lo portavamo qui.
Mio padre amava molto questo posto, lui qui scambiava due battute con i sui vecchi amici che si fermavano a salutarlo.
Proseguendo il cammino si raggiunge Argelato e, superato il ponte del Riolo, si volta a destra per la capezzagna lungo il canale fino all’altezza dell’ultimo capannone zona industriale; qui si prende a sinistra una capezzagna fino alla via Stiatico, dove si incontra un bellissimo macero.
Da qui si prosegue lungo via Stiatico per ritornare, “stremati” ma felici, al punto di punto di partenza.
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