Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che son natie, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima.
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Tradizione vuole che ogni anno, con l’avvicinarsi della Pasqua, la Chiesa dei Santi Girolamo e Vitale apra le porte alla città e ai visitatori. Purtroppo quest’anno, per le difficili condizioni in cui ci troviamo non ci è permesso visitarla.
Che ne dite di scoprirla virtualmente insieme a noi?
L’originalità della chiesa
La chiesa di San Girolamo è sicuramente la più singolare esperienza barocca di Reggio Emilia. La costruzione, ideata da Gaspare Vigarani (famoso architetto e scenografo che ha lavorato anche alla corte di Luigi XIV di Francia) racchiude al suo interno, come scatole cinesi, tre chiese, collegate tra loro da corridoi e scale in marmo, una delle quali conosciuta come “Scala Santa”, sul modello di quella del Laterano.
La prima chiesa, rettangolare, è posta sul porticato anteriore ed è la chiesa dove normalmente i Padri officiano il culto; la seconda, detta “la Rotonda” è articolata su due ordini di colonnati sovrapposti, decorati con statue di santi in stucco; infine la terza, “la Sotterranea” (o Cripta), accoglie una ricostruzione fedele del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
La Scala Santa di San Girolamo
Il giovedì prima della santa Pasqua, per il tradizionale rito dell’ascensione, l’edificio sacro rimane aperto di notte per il percorso penitenziale.
A Gerusalemme per arrivare al Tribunale di Pilato nel palazzo del Pretorio, Gesù dovette salire una scala di marmo di ventotto gradini. Secondo la leggenda Sant’Elena, la madre dell’imperatore Costantino, fece portare a Roma questa scala e la fece collocare nel palazzo del Laterano, dove si trova ancora oggi.
Nella nostra città esiste una copia della più celebre scala romana, nell’atrio della chiesa dei santi Girolamo e Vitale. Ogni anno in occasione della Pasqua la chiesa, ancora di proprietà della confraternita di San Gerolamo è aperta ai fedeli per il rito dell’ascensione in ginocchio della Santa Scala che rimane un’occasione suggestiva di preghiera.
La tradizione reggiana
Secondo la tradizione dialettale reggiana, un prezioso tesoro sarebbe custodito “ind al dûr ed San Girolèm”, intendendo nella “dura pietra” di San Girolamo.
Inoltre, quando si deve appellare un incallito bevitore si utilizzava l’espressione “Agh la cavarès anca a bever i landèin ed san Girolèm”, cioè “riuscirebbe a bere anche i lanternini di San Gerolamo”.
I famosi lanternini originali ad olio sono ancora presenti nella cripta che illuminano e scaldano i fedeli durante la Settimana Santa.
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