Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che son natie, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima. Se anche tu vuoi raccontare l’Emilia-Romagna che si vede dalla tua finestra sei benvenuto.
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Non tutti sanno che il territorio della provincia di Rimini dal punto di vista naturalistico, è degno di essere percorso, non solo per la storia o i monumenti ma anche per la sua natura e i suoi paesaggi.
A piedi, a cavallo, in bicicletta, non vi deluderà: per la bellezza del paesaggio, gli orizzonti infiniti e le tante varietà arboree e faunistiche.
Due sono le vallate principali, affiancate da alcune valli minori, ma non per fascinazione. Una è la vallata del fiume Marecchia, con i suoi crinali boschivi, le rupi per le arrampicate, flutti per i canoisti o per il volo col deltaplano.
Nell’alta Valmarecchia si distinguono il verde montano incontaminato del territorio comunale di Casteldelci, con il Monte della Faggiola, il Monte Loggio, il fiume Senatello, la rupe de Le Macchiette a ridosso delle Balze, e quello interregionale del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello: 4847 ettari, distribuiti tra le province di Rimini e Pesaro-Urbino. Il parco ha nella città di Pennabilli il suo museo naturalistico, che è anche centro visite.
Scendendo nella media valle, ecco le vene del gesso a Torriana, dal fascino indiscusso, non lontane dall’Oasi faunistica di Torriana e Montebello, dove ha sede l’Osservatorio Naturalistico Valmarecchia e, dirimpetto, l’Oasi di Ca’ Brigida ubicata a Verucchio ed il suo Centro di Educazione Ambientale gestito dal WWF.
L’altra valle è quella creata dal fiume Conca, ampia e attraente per la dolcezza dei pendii, i vigneti regolari, prati e rilievi boschivi. Qui si nascondono castagneti che in autunno regalano i frutti preziosi.
Il fiume nasce dalla montagna del Carpegna, la più alta dell’Appennino riminese, dove lo sguardo si perde verso le colline verdissime punteggiate di torri e rocche.
Sono le prime colline dell’Appennino che si affacciano al mare, disegnate da campi coltivati a grano, a foraggio, a vigne e uliveti rinomati per la qualità dei loro frutti. Anche qui risalendo il fiume si incontra una natura selvaggia, che regala passeggiate tra i castagneti, nei boschi di Montefiore Conca e Gemmano, e lungo i torrenti si presenta con ampi corridoi di vegetazione spontanea, con la presenza di infinite varietà di piante e fiori tra cui l’ontano e molteplici specie di orchidee.
Una perla rara si offre poi in quest’area, posta nel comune di Gemmano e lo spettacolo della natura si fa grandioso, oltre che interessante sotto il profilo geologico e faunistico.
Si tratta delle Grotte di Onferno inserite in una Riserva Naturale Orientata di 123 ettari tutelati per l’indubbio valore naturalistico. Le Grotte sono un complesso carsico con un percorso di oltre 750 metri, originato da un corso d’acqua che ha scavato rocce gessose e ospita una delle colonie di pipistrelli tra le più numerose e varie d’Italia.
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