Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che son natie, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima. Se anche tu vuoi raccontare l’Emilia-Romagna che si vede dalla tua finestra sei benvenuto.
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Nel cuore della pianura padana si trova Gattatico un comune della provincia di Reggio Emilia, diventato famoso per una delle case-museo più importanti della storia italiana.
La storia che vi raccontiamo oggi parte proprio da questa casa, dove vissero i sette fratelli Cervi, mamma Genoeffa e papà Alcide.
All’inizio della seconda guerra mondiale casa Cervi divenne un vero e proprio luogo del dissenso militante contro il fascismo e la guerra. Insieme ai figli maschi, Alcide costituì la cosiddetta “Banda Cervi” dedita alla lotta partigiana e la loro casa ospitò prigionieri di guerra stranieri sfuggiti ai nazifascisti.
“Nella notte tra il 24 e il 25 novembre del 1943, durante un rastrellamento, i figli insieme a Quarto Camurri vennero trasportati in carcere e fucilati, per rappresaglia, il 28 dicembre.L’8 gennaio del 1944 un bombardamento alleato aprì ad Alcide una via per fuggire dal carcere di San Tommaso dove era stato trasferito: tornato a casa, dopo una lunga convalescenza, scoprì la tragica sorte dei figli. Seppur segnato dal dolore, fu il suo costante presidio di Casa Cervi a plasmare l’immagine di Alcide come custode e simbolo di questa storia. Per 25 lunghi anni Papà Cervi è stato il volto incavato della Resistenza italiana, sempre disponibile a portare la sua presenza nelle celebrazioni in tutta Italia.
Oltre ad essere un combattente, Alcide è stato prima di tutto un padre, che la avanzatissima età e il dolore non sono riusciti a piegare.
La sua abitazione, del resto, è tuttora uno spazio aperto, costantemente visitato da gruppi organizzati, una casa-museo simbolo della resistenza, dove poter conoscere un pezzo di storia italiana per tramandare ai posteri, il seme della libertà.
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