Alla fine del mese di giugno 2024 l’Adriatic Golf Club Cervia ha ospitato per la prima volta l’Open d’Italia, la più importante manifestazione golfistica italiana. Un lungo viaggio iniziato tanti tanti anni fa che vale la pena ripercorrere brevemente.
Nel 1931 un milanese, Anselmo Orti, uno dei fondatori della città di Milano Marittima, commissionò al grande architetto Paolo Vietti Violi, l’allora numero uno dell’architettura sportiva, un progetto di parco multi funzionale per Milano Marittima all’interno del quale era stato inserito il progetto di un campo da golf.
Con l’arrivo della guerra tutto cambiò e di quel progetto si perse traccia alla conclusione del conflitto mondiale. I veri pionieri del golf in Romagna furono in seguito dei pescatori di Bellaria Igea Marina che a metà degli anni 70 appiattendo e battendo la spiaggia nei mesi invernali iniziarono a giocare a golf sull’arenile fondando il Golf Club “Adriagolf Bellaria” con un vecchio capanno da bagnino a fungere da Club House.
Un bel giorno questi pionieri del golf romagnolo si misero in testa di sfidare gli ufficiali della Base Nato di Tirrenia in una gara di golf sulla sabbia attraverso il Rubicone.
In considerazione del successo della loro sfida e del divertimento scaturito i pescatori romagnoli iniziarono a sfidare i pochi Circoli italiani allora esistenti e i primi a raccogliere la sfida furono i fondatori del Golf Club Bologna, il primo Circolo della Regione che due volte all’anno scendevano in Romagna per la sfida sulla sabbia ovviamente seguita da una robusta mangiata di pesce e dai buoni vini della Romagna.
Sulla scia dell’esperienza dei pescatori di Bellaria Igea Marina il golf iniziò a diventare materia di discussione all’inizio degli anni ’80 anche a Cervia – Milano Marittima quando si iniziò a cercare investitori ed appassionati che ne sponsorizzassero la costruzione ottenendo fin da subito un buon riscontro da parte di privati e operatori turistici.
Facevano parte dei 24 fondatori l’attuale Presidente dell’Adriatic Golf Club Cervia Fabio Di Pietro e suo padre Lorenzo, il consigliere federale FIG e presidente di Emilia Romagna Golf Celso Lombardini, Federico Tiozzi allora presidente dell’Azienda di soggiorno e albergatore, il compianto Ennio Tonini e altri esponenti della comunità cervese quali Eros e Coriolano Mazzolani, Italo Laghi della gelateria Nuovo Fiore, Franco Mazzoni del ristorante Caminetto e Gualtiero Venturi dell’omonimo negozio di attrezzatura sportiva che vide in questo ambizioso progetto una possibilità di crescita del suo business di attrezzature sportive.
L’amministrazione comunale all’inizio non era d’accordo di fare quell’investimento così oneroso e temeva che il golf non avrebbe avuto successo.
Il terreno sul quale sarebbe dovuto sorgere il campo da golf faceva parte dei circa 400 ettari che erano stati dati in affitto, da tantissimi anni, alla Cooperativa Agricola Braccianti ma non era un bel periodo per l’agricoltura e il capogruppo del Partito Comunista in consiglio comunale, tal Maldini, chiese ed ottenne che 60 ettari venissero “restituiti” al comune per il progetto del golf.
In cambio del mancato affitto alla Cooperativa Braccianti venne promessa la gestione del verde del campo da golf mediante una nuova cooperativa nata ad hoc che avrebbe occupato 8-10 persone per la manutenzione dei green cervesi.
Per convincere gli amministratori dell’importanza che quell’opera avrebbe avuto per la città, i 24 Soci fondatori si erano impegnati a garantire in proprio 480 milioni da devolvere al Comune di Cervia nel caso il golf non avesse funzionato e presso il notaio Pasi venne firmato un documento che certificava il loro impegno personale.
Fra i tanti sostenitori del golf a Milano Marittima il più famoso è stato il grande scrittore Luca Goldoni, che davanti al primo no dell’amministrazione di allora scrisse un articolo pubblicato in prima pagina dal Corriere della Sera intitolato “La terra a chi gioca”, per promuovere invece il progetto davanti al “La terra a chi la lavora” detto, come ricordava Goldoni “dai Peppone cervesi”.
Grande sostenitore del golf fu anche il giornalista e scrittore Sergio Maldini, frequentatore per quasi 30 anni di Milano Marittima, che ricorda che un giorno giocando a tennis col Sindaco di allora Vittorio Ciocca, gli disse: “Vittorio, perché alla Bassona non fai un campo da golf? Qui nell’alto Adriatico c’è solo all’Albarella. Riscuoterebbe un grande successo”.
E così fu, grazie al consenso di Vittorio Ciocca, lungimirante sindaco di Cervia dal 1982 al 1987 e iscritto al Partito Comunista italiano.
Nel 1984 l’Adriatic Golf Club Cervia, il primo campo da golf in Romagna venne inaugurato e la prima quota associativa richiesta all’epoca fu di 450.000 Lire.
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