Il nostro viaggio alla scoperta del ricco patrimonio etnografico di folklore, tradizione popolare e contadina continua e, dopo quelli della Romagna, ti presentiamo i Musei del mondo rurale nel bolognese e modenese.
Veri e propri custodi del passato, sono depositari di una storia antica che si riflette ancora nella nostra contemporaneità.
Luoghi pieni di oggetti e testimonianze che raccontano la nostra storia, quella fatta di lavoro, fatica e di antichi saperi.
Dove antichi valori e tradizioni sono pronti per essere tramandati alle nuove generazioni, riscoprendo biodiversità dimenticate, tradizioni enogastronomiche e folkloristiche, mestieri antichi, fondamenta dell’identità della comunità regionale.
E quando sarai sul posto non perdere l’occasione e ascolta la testimonianza della gente del luogo: le loro facce, le loro mani e il loro orgoglio di appartenenza ti arricchiranno, rendendoti consapevole che ciò che abbiamo è frutto di ciò che siamo stati. Questo mondo, non troppo lontano, non rischia di scomparire, se tramandato.
Seguici alla scoperta dell’identità e dei caratteri della comunità di questo territorio: ecco i 6 Musei del Mondo rurale del bolognese e modenese.
Musei del Mondo rurale nel bolognese
Parco delle api e del miele
Dove: Monterenzio
Perché: Avrai la possibilità di immergerti completamente nel mondo degli apicoltori e delle api.
Tra le colline bolognesi il Parco delle Api e del Miele ti condurrà in un mondo che tutti “sanno” ma che pochi conoscono davvero: ciascun visitatore (di ogni età) ne uscirà arricchito grazie al percorso di scoperta e approfondimento. Prima annusando, toccando e assaggiando il polline e diversi tipi di miele, ne comprenderai le differenze e le peculiarità, poi guardando da vicino scoprirai come lavorano le api sia in natura, all’interno del loro favo, sia con l’aiuto dell’uomo, sbirciando dentro una vera e propria arnia.
Imparerai ad accarezzare con gli occhi, vedere con le mani, sentire con il palato, gustare con le orecchie.
Curiosità: presto sarà possibile collegarsi in diretta streaming per seguire lo straordinario operato delle api.
Museo etnografico Laborantes
Dove: Castelluccio di Alto Reno Terme
Perché: Molte persone e famiglie della zona hanno scelto di affidare al museo le loro raccolte private, per renderle patrimonio della collettività.
Non lontano dalla nota località di Porretta Terme, l’Appennino bolognese si svela grazie al Museo etnografico Laborantes, dedicato alla vita quotidiana del borgo di montagna nel primo ‘900 e ai lavori più diffusi, come il lavoro nei boschi, la raccolta delle castagne e della legna.
Nel Castello Manservisi, di fine ottocento, tra torri, portici e archi a sesto acuto, le 26 sale ripercorrono le numerose attività della vita della comunità montana: tra i cimeli in esposizione anche due splendidi ‘basti’, selle per caricare fino a 180 kg di legna sui muli. Tra le altre segnaliamo la sala dedicata ai ‘ferrazzuoli’, i fabbri di montagna che furono indispensabili nella costruzione della ferrovia Porrettana e quella dedicata ai lavori delle donne, telaio incluso, visto che in paese ad inizio ‘900 esisteva una scuola di tessitura. Per conoscere la lavorazione della castagna, oltre ad una sala dedicata a fine novembre il museo celebra il pranzo della ‘farina nuova’ con menù a base di castagne, con il ciaccio, pane di farina di castagne.
Curiosità: La sede è un ex albergo dell’inizio del 900, trasformato successivamente – con l’intero castello – in colonia estiva per i bambini.
Museo della civiltà contadina – Caseificio Pieve di Roffeno
Dove: Castel d’Aiano
Perché: Scoprire le storie del latte e del Parmigiano Reggiano.
Il museo della civiltà contadina conserva oltre 2000 anni di storie di produzione del latte, crudo o trasformato in formaggio e ricotte. All’entrata ti darà il benvenuto una vecchia caldaia in rame per Parmigiano Reggiano, in uso fino agli anni ’40, mentre tra gli oggetti in mostra anche piccole ciotole di terracotta utilizzate per la produzione di forme di formaggio a grana per uso familiare. Per finire un angolo con la ricostruzione dell’antica casa contadina e dei principali mestieri collegati alla vita rurale (arrotino, calzolaio, ecc). E per entrare a pieno in questo mondo così lontano e così genuino prova a leggere i cartelli, prima in dialetto e poi in italiano.
Curiosità: Il reperto più antico è una pietra in tufo che, trainata da buoi, veniva usata per trebbiare il grano.
Museo della civiltà contadina Villa Smeraldi
Dove: San Marino di Bentivoglio
Perché: È un perfetto esempio che coniuga ricerca storiografica con attività espositiva e didattica.
Il Museo della civiltà contadina è ospitato a Villa Smeraldi, un’ex tenuta agricola composta da decine di poderi che venivano coltivati a mezzadria. Al primo posto nell’esposizione, anziché le tecniche agrarie e lavorative del passato, la storia. Tra le tante sezioni quella dedicata alla pianura dei mezzadri, delle valli e delle risaie, al podere – luogo del frumento, della legno e del vino, agli artigiani e contadini, alla frutticultura regionale e alla versatile canapa. Immancabile inoltre la tipica cucina contadina.
Curiosità: Nel pomario sono conservate, “in vivo”, antiche piante da frutto, che mantengono un loro fascino, non solo per la nostalgia dei frutti del passato, ma anche per il loro significato genetico, merceologico, ecologico di riserva di biodiversità.
Ecomuseo dell’acqua
Dove: Sala Bolognese
Perché: È un ecomuseo che parla di acqua, di scienza, di storia, di bonifica e di ecologia.
La struttura diffusa nella pianura bolognese è costituita da 5 elementi: il centro espositivo, la cassa di espansione Dosolo, la chiavica Sostegno, lo stabilimento idrovoro Bagnetto e quello Forcelli. L’accesso per raggiungere i manufatti è consentito liberamente a piedi e in bicicletta nelle ore diurne. Obiettivo primario divulgare l’importante ruolo sociale rivestito dall’acqua, enfatizzando i problemi che questa idea si trova a fronteggiare nel mondo moderno.
Curiosità: Potrai capire come l’uomo, che interviene da secoli su questo territorio, è riuscito a governare le intemperanze dei suoi fiumi, a cominciare dal Reno, su un comprensorio che va dalla montagna alla pianura.
Musei del mondo rurale nel modenese
Museo della bilancia
Dove: Campogalliano
Perché: E’ l’unico museo in Italia dedicato alla bilancia e agli strumenti di misura.
La struttura espone numerosi (ad oggi 1231) pezzi, dall’epoca romana ai giorni nostri, per offrire ai visitatori la possibilità di sperimentare l’arte del misurare ripercorrendo l’evoluzione degli strumenti per pesare e di scoprirne curiosità e segreti. In esposizione si trovano bilance a bracci uguali, stadere, bascule, bilance a sospensione inferiore, a pendolo, a molla, ad altalena a torsione, semiautomatiche, rocker. Tematica la “Galleria dei mestieri e delle professioni” che raccoglie gli strumenti di pesatura utilizzati dai macellai e curioso il “Canale della storia”, in cui sono esposti gli strumenti, partendo dalla stadera romana in bronzo fino alle contemporanee bilance elettroniche. Il museo è molto attivo nell’offerta didattica rivolta a tutti i tipi di scuola.
Curiosità: Un gioco interattivo ti farà scoprire i segreti della salsiccia gialla fine, prodotto tipico di Campogalliano.
La visita a questi musei ci arricchisce di quella memoria contadina, che rispecchia e testimonia lo straordinario capitale culturale alla base della moderna agricoltura dell’Emilia-Romagna.
Come sempre vale l’indicazione, visto che si tratta di strutture talvolta gestite da privati o da associazioni di volontariato, di fare una telefonata prima della visita.
La rubrica Musei del Mondo Rurale è realizzata basandosi sull’elenco dei Musei riconosciuti dall’Assessorato agricoltura, caccia e pesca della regione Emilia-Romagna.
Autore
Celestina Paglia
Sangue siculo – abruzzese, nata e cresciuta a Firenze, emiliano romagnola di adozione. Montanara inside da sempre, da poco ha scoperto la sua passione anche per il mare…
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