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Il Mulino di Fiumicello: un’escursione perfetta (anche) per i bambini

di /// Gennaio 9, 2023
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Premilcuore è un antico comune scenograficamente arroccato lungo le rive del fiume Rabbi, nell’Appennino Romagnolo di Forlì-Cesena. Sul suo territorio comunale (a pochi km in direzione Firenze) si trova anche la frazione di Fiumicello, di cui oggi vi parliamo.

Premilcuore Ph. LeliMaz

Fiumicello è un grazioso borgo di poche case in pietra, che sorge proprio ai margini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Da questo luogo fuori dal tempo parte una facile escursione ad anello nei boschi circostanti, il Sentiero Natura di Fiumicello.

Una delle prime tappe del percorso è il Mulino di Fiumicello o Mulino Mengozzi dal nome della famiglia proprietaria: un luogo magico che lascerà a bocca aperta non solo i bambini.

Mulino di Fiumicello Ph. LeliMaz

Si tratta di un antico mulino: alcune testimonianze ne denotano la presenza già nel 1544 con il nome di Mulino delle Tagliate di Sopra. Nel catasto del 1828-30 se ne trova poi una vera e propria documentazione: il mulino, di proprietà di Domenico Mengozzi, era composto da due stanze (ovvero 2 piani) e constava di una sola macina; nella prima metà del 1900 venne costruita la seconda macina e un ulteriore piano ma poi, nel Dopoguerra, a causa del veloce e massiccio spopolamento di quest’area d’Appennino, fu abbandonato.

Solo nel 1993-94 venne restaurato e riattivato a scopo didattico e dimostrativo. Oggi il Mulino è ancora di proprietà della famiglia Mengozzi, che, assieme al Signor Maurizio, con passione porta avanti questa antica tradizione di famiglia e regala ai visitatori un momento magico: la possibilità di fare un salto indietro nel tempo e scoprire come veniva macinata la farina fino a pochi decenni fa.


Il Mulino Mengozzi non è il classico mulino con la pala esterna, bensì funziona con una turbina in legno di rovere realizzata a mano, che si muove grazie all’acqua che entra a grande velocità da una saracinesca a ghigliottina in legno e acciaio.
L’acqua viene presa da un piccolo bacino costruito a monte del Mulino che attinge dal fiume Rabbi grazie ad un sistema di bocche di sfioro, e poi rilasciata nel fiume subito a valle del Mulino.

Il movimento della turbina fa girare la macina di pietra dura collocata al piano superiore.
Sopra la macina è posta una tramoggia, ovvero un recipiente a forma di imbuto che contiene i cereali; sotto la tramoggia, una docciola dosa la caduta dei cereali, che vengono macinati fino a diventare farina, a sua volta raccolta in un ampio contenitore di pietra chiamato matriccio.

Quando il Mulino è aperto (vi consigliamo di telefonare preventivamente al Parco Foreste Casentinesi: 0543 971375 o Luca Mengozzi: 329 8011943) vengono messe in moto le due macine, una per la farina di castagne e una per la farina di grano duro: il loro moto quasi ipnotico, vi parlerà di tempi lontani, e di tradizioni che è importante non dimenticare.

Tutt’attorno al Mulino troverete alcune immagini scolpite nella pietra da Mengozzi e, se avete sete, non dimenticate di riempire le borracce dalla fresca fontana costruita su un lato del Mulino.

Fiume Rabbi Ph. LeliMaz

Quando sarete pronti, potrete proseguire risalendo le limpidissime acque del fiume Rabbi e addentrandovi quindi nel bosco, su un sentiero adatto anche ai bambini piccoli (lo dico per esperienza 😉 ).

Lungo il percorso alcuni cartelli illustrativi vi faranno scoprire di più sulla fauna, sulla storia e le tradizioni di questa affascinante area d’Appennino.

Autore

Elisa Mazzini

Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.

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