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6 luoghi curiosi da visitare in Emilia-Romagna

di /// Luglio 27, 2023
Tempo stimato di lettura: 7 minuti

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Siete alla ricerca di un break dalla vita quotidiana e volete scoprire posti unici e dalla storia curiosa? Siete amanti delle Giornate FAI e vorreste che fossero presenti tutto l’anno?

Di seguito vi consigliamo 6 luoghi da visitare in Emilia-Romagna, per esplorarne le tradizioni e scovare alcuni tra gli aneddoti più interessanti della storia regionale.

La Manifattura dei Marinati (Comacchio, Ferrara)

Nota anche come “la piccola Venezia”, Comacchio (in provincia di Ferrara) è un borgo lagunare dell’Emilia-Romagna situata non molto distante dell’area deltizia del fiume Po, all’interno dell’omonimo parco naturale.

Del suo glorioso passato la città oggi conserva architetture ed edifici di grande valore, come il seicentesco complesso dei Trepponti, simbolo della cittadina, il settecentesco Ospedale degli Infermi, oggi sede del Museo del Delta Antico, e lo scenografico Loggiato dei Cappuccini.

  • Comacchio (FE). Centro storico | Credit: FooTToo, via Shutterstock
  • Comacchio (Fe), Ospedale degli Infermi
  • Comacchio (FE), Ponte dei Trepponti | Credit: Vanni Lazzari, via Wikimedia
  • Comacchio (Fe) | Credit: Vanni Lazzari

Uno dei luoghi più caratteristici di Comacchio è senza dubbio la Manifattura dei Marinati, una fabbrica-museo al cui interno si può ancora oggi osservare l’intero ciclo di lavorazione delle anguille e delle acquadelle pescate nelle Valli di Comacchio.

Questo luogo rappresenta un pezzo importante della storia di Comacchio, perché la pesca e la lavorazione dell’anguilla hanno per anni rappresentato una delle attività economiche più importanti per la popolazione locale. Oggi l’anguilla marinata è Presidio Slow Food.

Comacchio (Fe), Manifattura dei Marinati
Comacchio (Fe), Manifattura dei Marinati | Credit: Archivio Fotografico Comune di Comacchio

Se le storie e le gestualità di questo luogo vi hanno affascinato e volete capire ancora più a fondo il legame dei Comacchiesi con i prodotti delle proprie acque, dalla Manifattura dei Marinati è possibile noleggiare una bicicletta e dirigersi verso la Valle Fattibello e la Stazione Foce.

Quest’ultima è punto di partenza delle escursioni in motonave che conducono alla scoperta dei vecchi casoni di pesca, recuperati e allestiti come un tempo, e un antico lavoriero, un manufatto a forma di V costituito da pali e griglie che serviva per bloccare le anguille e pescarle.

La Prigione di Cagliostro (San Leo, Rimini)

Fondato nel IV secolo da San Leone, San Leo è un borgo fortificato, arroccato su uno sperone di roccia calcareo-arenacea, che sorge nel cuore del Montefeltro, terra di confine tra Romagna, Marche e Repubblica di San Marino.

Quest’area nel corso della storia è stata teatro di contese, in particolare tra il XIII e il XIV secolo tra i Malatesta di Rimini e i Montefeltro di Urbino.

Sarà per il suo carattere di luogo impervio e inespugnabile, o per la quiete che si assapora passeggiando tra i suoi vicoli, è indubbio che il borgo di San Leo possieda un fascino senza tempo, che gli è valso i titoli di Borgo più bello d’Italia e Borgo Bandiera Arancione.

San Leo (RN), Veduta del borgo
San Leo (RN), Veduta del borgo | Credit: Cristian Ghisla, via Shutterstock

Da non perdere l’antica pieve di Santa Maria Assunta, costruita in epoca carolingia e rimodernata in età romanica, e la vicina cattedrale consacrata al culto di San Leone.

L’edificio più suggestivo rimane comunque l’imponente fortezza, posta nel punto più elevato dello sperone roccioso, dominando il borgo e il panorama circostante.

Questo luogo potrebbe raccontare molte storie, la più curiosa delle quali però è quella del Conte di Cagliostro, avventuriero ed alchimista italiano vissuto nel XVIII secolo, che proprio in questa fortezza fu rinchiuso e trovò la morte.

Dopo una vita movimentata fatta di imbrogli, truffe e scandali, Cagliostro fu condannato per eresia dalla chiesa cattolica al carcere a vita.

Dal 1791 alla morte, avvenuta nel 1795, scontò la sua prigionia a San Leo in una minuscola cella, chiamata il Pozzetto perché ai tempi priva di porta (il detenuto venne qui calato tramite una botola del soffitto).

La stanza delle dimensioni di soli 10 mq era munita di una sola finestrella appena più larga di una feritoia, con una triplice serie di sbarre da cui si potevano vedere i due edifici religiosi del borgo e a stento un fazzoletto di cielo.

Oggi i visitatori possono entrare nella cella di Cagliostro, un luogo angusto, umido e terribilmente desolante, sulle cui pareti il prigioniero dipinse immagini – ora devote, ora blasfeme – secondo i diversi stati d’animo che lo coglievano.

  • San Leo (RN), Vista della fortezza | Credit: Carlo Grifone
  • San Leo (RN) | Credit: Simon Falvo
  • San Leo (RN), Duomo | Credit: Howwi

Il Borgo dei Murales (Dozza, Bologna)

Il borgo medievale di Dozza si trova nell’entroterra di Bologna, immerso tra vigneti e dolci pendii, su una collina che domina la valle del fiume Sellustra, a poca distanza da Imola e dalla Via Emilia.

Possedimento di Caterina Sforza, detta anche la “signora delle Romagne”, Dozza è uno dei Borghi più belli d’Italia, sede dell’Enoteca Regionale all’interno delle cantine della Rocca Sforzesca.

Dozza è conosciuta soprattutto per i dipinti che colorano i muri delle sue case, delle sue strade e delle sue piazze. Ce ne sono oltre 100 in tutto il paese, dipinti nel corso degli anni dalla Biennale del Muro Dipinto. Se avete bisogno di una guida utile per non perderne nemmeno uno, potete scaricare l’app Muro Dipinto.

  • Dozza (BO) | Credit: Vivida Photo PC, via Shutterstock (solo per uso editoriale)
  • Dozza (BO), centro storico | Credit: Vivida Photo PC_via Shutterstock
  • Dozza (BO), Vicoli del centro storico Ph: Vivida Photo PC, via Shutterstock (solo per uso editoriale)

Passeggiare per i vicoletti di Dozza significa attraversare le visioni artistiche dei pittori di fama internazionale che hanno preso parte alla manifestazione dagli anni Sessanta del secolo scorso a oggi.

Si tratta di un susseguirsi di scene di vita, prospettive oniriche e personaggi illustrati, alcuni dei quali sembrano pronti per rivolgerti la parola, altri paiono invece addormentati seraficamente a protezione del borgo.

Alla fine del giro, immancabile è un brindisi nel Wine Bar dell’Enoteca Regionale, dove sono raccolte più di 1000 etichette di vini emiliano-romagnoli, selezionate da un’apposita commissione di degustazione.

Dozza (BO), Enoteca Regionale dell'Emilia-Romagna
Dozza (BO), Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna | Credit: Nataliya Nazarova, via Shutterstock

Rocchetta Mattei (Grizzana Morandi, Bologna)

Nell’Appennino bolognese, a pochi chilometri da Porretta Terme e precisamente nei pressi di Grizzana Morandi, si trova un edificio la cui architettura non può che lasciare a bocca aperta chi vi si imbatte.

Si tratta della Rocchetta Mattei, un castello che coniuga lo stile medievale a quello arabo-moresco…un luogo decisamente originale e atipico per la zona!

Grizzana Morandi (BO), Rocchetta Mattei
Grizzana Morandi (BO), Rocchetta Mattei | Credit: BolognaWelcome

La Rocchetta fu eretta nella seconda metà dell’Ottocento sulle rovine dell’antica rocca di Savignano (appartenuta probabilmente a Matilde di Canossa) per desiderio del Conte Cesare Mattei, letterato e omeopata fondatore di una sedicente scienza chiamata elettromeopatia – una sorta di mescolanza di omeopatia, fitoterapia, alchimia e magnetismo.

La costruzione del castello iniziò nel 1850 e proseguì per tutta la vita del conte, che lì risiedeva e in cui ospitava i suoi pazienti.

Nel corso degli anni, la struttura del castello fu modificata più volte, rendendola un vero e proprio dedalo di torri, scalinate, saloni e camere private che richiamano diversi stili, dal medievale al moresco, dal liberty al gotico.

Tra i richiami decorativi più evidenti troviamo quello all’Alhambra di Granada per il Cortile dei Leoni e quello alla grande Moschea di Cordoba per la cappella, dove il conte è sepolto, entrambe visitabili durante la affascinante visita guidata.

  • Grizzana Morandi (BO), Rocchetta Mattei | Credit: Luca Lorenzelli, via Shutterstock
  • Grizzana Morandi (BO), Rocchetta Mattei | Credit: Angelo Nastri Nacchio
  • Grizzana Morandi (BO), Rocchetta Mattei | Credit: Alberto Ghizzi Panizza

L'Abbazia di San Colombano (Bobbio)

Bobbio è un un borgo medievale che si trova nel cuore dall’Alta Val Trebbia, definita da Hemingway “la valle più bella del mondo”. Un borgo ricco di cultura e immerso nella natura, tanto da essere riconosciuto sia come Borgo più bello d’Italia sia come Borgo Bandiera Arancione.Iconico è il suo Ponte Gobbo (detto anche Ponte del Diavolo), che secondo la leggenda venne costruito dal diavolo in persona.

Bobbio (PC), Ponte Gobbo
Bobbio (PC), Ponte Gobbo | Credit: TheCrowdedPlanet

Una famosa leggenda narra infatti che San Colombano, impossibilitato a raggiungere il borgo a causa delle piene del fiume Trebbia, venne visitato dal diavolo in persona, che gli offrì la costruzione di un ponte in cambio dell’anima di chi per primo l’avesse attraversato.

Il santo accettò e durante una sola notte il ponte venne costruito con l’aiuto di undici demoni che sostenevano altrettante arcate. Poiché i demoni erano di diversa statura, l’opera che ne risultò non fu piana, assumendo quella forma “strana” che caratterizza l’attuale ponte “gobbo”.

A San Colombano il ponte piacque ugualmente e con l’inganno mantenne fede all’accordo: fece infatti passare sul ponte il proprio fedele orso (alcuni dicono si trattasse di un cane).

Bobbio (PC), Abbazia di San Colombano
Bobbio (PC), Abbazia di San Colombano | Credit: TheCrowdedPlanet

Proprio a San Colombano è dedicato il luogo che abbiamo scelto per rappresentare l’unicità del borgo di Bobbio: si tratta dell’abbazia di San Colombano, fondata dal monaco in persona nel 614.

L’abbazia, uno dei più importanti centri monastici d’Europa tra il VII e il XII secolo, sorge oggi nel centro storico della cittadina, che si formò nel corso del tempo attorno al monastero.

La basilica fu poi costruita tra il 1456 ed il 1522, sopra i resti della chiesa conventuale anteriore al 1000.

All’interno, numerosi affreschi che decorano le due navate minori e il transetto, mentre vicino all’ingresso a sinistra vi è la vasca battesimale del VII secolo che secondo la leggenda la regina Teodolinda donò a San Colombano.

Nell’ambiente che si apre davanti alla cripta si conserva inoltre il prezioso mosaico pavimentale risalente alla metà del XII secolo, riemerso miracolosamente durante lavori di ristrutturazione nel 1910.

La cripta custodisce invece il sarcofago del santo. Da non perdere anche una passeggiata lungo il chiostro, luogo ricco di storia.

  • Bobbio (PC), Abbazia di San Colombano | Credit: TheCrowdedPlanet
  • Bobbio (PC), Abbazia di San Colombano | Credit: TheCrowdedPlanet
  • Bobbio (PC), Abbazia di San Colombano | Credit: TheCrowdedPlanet

Rocca San Vitale (Fontanellato, Parma)

Tra i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza da non perdere, non può che non essere ricordato la Rocca SanVitale di Fontanellato.

La sua solida struttura quadrata, con quattro torri ai vertici e poderose mura merlate, sorge proprio al cuore del borgo.

È circondata da un ampio fossato d’acqua e originariamente l’accesso era consentito solo tramite un ponte levatoio (ora in muratura).

Fontanellato (PR), Rocca SanVitale
Fontanellato (PR), Rocca SanVitale | Credit: tokar, via Shutterstock

Al suo interno, tutt’oggi arredato con mobili e suppellettili di epoca rinascimentale, è presente un capolavoro del manierismo italiano: la saletta dipinta dal Parmigianino nel 1524, raffigurante il mito di Diana e Atteone tratto dalle Metamorfosi di Ovidio.

Ma la sala più curiosa del castello è l’ottocentesca Camera ottica, l’unica attualmente in funzione in Italia, che grazie a un ingegnoso sistema di lenti e prismi, riflette l’immagine della piazza antistante su uno schermo, permettendo ai visitatori – oggi come in passato – di curiosare in segreto nella vita della piazza antistante il castello.

Fontanellato (PR), Rocca San Vitale - Affreschi del Parmigianino
Fontanellato (PR), Rocca San Vitale – Affreschi del Parmigianino | Credit: opera in pubblico dominio, via Wikimedia

Nelle vicinanze di Fontanellato si trova inoltre il Labirinto della Masone, un enorme labirinto in bamboo realizzato dal celebre editore e designer Franco Maria Ricci.

Un percorso di oltre 3 km il cui disegno è ispirato ai mosaici delle ville e delle terme romane, al cui interno, negli edifici al centro del dedalo, è custodita la collezione d’arte di Ricci, con opere che vanno dal Cinquecento al Novecento.

Fontanellato (Parma), Labirinto della Masone
Fontanellato (Parma), Labirinto della Masone | Credit: D-VISIONS, via ShutterStock (solo per uso editoriale)

Autore

Elisa Mazzini

Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.

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