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Luoghi da scoprire a piedi in Emilia

di /// Agosto 31, 2021
Tempo stimato di lettura: 3 minuti

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Tra vecchi mulini e tramonti in vetta, una manciata di itinerari suggeriti da Visit Emilia e percorribili quasi esclusivamente a piedi, per camminare nella natura e nella storia del territorio di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.

Abituati come siamo a muoverci su quattro ruote, anche solo l’idea di poter o dover raggiungere una meta contando solamente sulle nostre gambe suona quasi e paradossalmente fantascientifica.
La verità è che affrontare un’escursione passo dopo passo offre la prospettiva di un tuffo a capofitto in sensazioni inconsuete, amplificate dalla consapevolezza di non avere altro modo per arrivare al traguardo.
Tra passeggiate su lastre di pietra intrise di storia e tour sulla scia degli antichi postini dell’Appennino, Visit Emilia raccoglie alcune possibilità per chi voglia non solo scoprire autentici gioielli dell’area compresa tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia ma anche riprendere confidenza con l’opportunità di farlo a piedi.

  • Borgo Lentino, Val Tidone (PC) | Ph. Fausto Borghi
  • Borgo Lentino, Val Tidone (PC) | Ph. Fausto Borghi
  • Mulino della Val Tidone (PC) | Ph. Fausto Borghi
  • Roccaferrara Superiore (PR) | Ph. Simona Acerbis
  • Roccaferrara Superiore (PR) | Ph. Barbara Vernizzi
  • Monte Cusna, Villa Monozzo (RE) | Ph. James Bragazzi, archivio Provincia di Reggio Emilia

I mulini della Val Tidone e il Giro del Postino (PC)

Camminando lungo il Sentiero del Tidone pare quasi che il percorso racconti la tradizione dei mugnai. Camminando tra gli antichi mulini che si susseguono lungo il corso del torrente omonimo ben si intende l’importanza dell’attività molitoria di cui queste strutture, risalenti generalmente intorno al XV secolo, sono oggi il simbolo silenzioso. Dei circa 50 che si incontrano sulla strada, quello del Lentino ospita un museo visitabile su prenotazione. A proposito di antichi mestieri, chi affronta il “Giro del Postino” nella verdeggiante e selvaggia Val Boreca non può non immedesimarsi coi portalettere che con senso del dovere scarpinavano per assicurare la corrispondenza a borghi come Artana, Bogli, Suzzi, Pizzonero e Belnome, allora non raggiunti da strade carrabili.

Da non perdere: Se i vini DOC dei Colli Piacentini sono il perfetto abbinamento con un tour tra le macine della Val Tidone, i tradizionali pin – gnocchetti a base di erbette e ricotta – forniscono l’apporto calorico necessario per affrontare la prossima salita.

Roccaferrara (PR)

Una volta raggiunto il parcheggio sotto il borgo, le gambe diventano l’unico mezzo possibile per raggiungere Roccaferrara Superiore, uno di quei luoghi preziosi custoditi dal Parco dei Cento Laghi, dove natura e pietra si intrecciano con la storia. Camminare lungo il selciato significa ripercorrere una vicenda che affonda le proprie radici nel XIII secolo e si lega al nome della famiglia Rossi, la quale certamente non avrebbe mai immaginato il destino di spopolamento di un paese che oggi si riempie di vita principalmente d’estate. Ed è appunto la bella stagione il momento ideale per avventurarsi in una facile passeggiata tra le architetture tradizionali e provare a immaginare la vivace atmosfera contadina dei tempi andati.

Da non perdere: Inutile dire che, trovandosi da queste parti, sarebbe un peccato non cogliere l’occasione per una visita a Corniglio, centro montano tra la Val Parma e la Val Bratica, considerato un bijoux per il castello del XIII secolo e la Chiesa dell’Assunta.

Il Monte Cusna (RE)

Il Gigante, l’Uomo Morto o il Dormiente: in qualunque punto dell’immaginario popolare si voglia porre l’accento, il profilo della cima del Monte Cusna è una delle più imponenti suggestioni naturali del Parco Regionale dell’Alto Appennino Reggiano. Per raggiungerlo, si parte da Febbio a pieedi e ci si inoltra lungo un sentiero che si insinua negli splendidi colori di un bosco a faggeto per poi sfociare nella valle glaciale del Passone. Da qui, si intravede la croce a canne d’organo in cresta che risuona grazie al senso musicale del vento ma che è solo una tappa sul cammino per la vetta, alla quale si giunge conquistando il Monte La Piella e aggirando il Sasso del Morto. Altrimenti sempre da Febbio si può salire con la seggiovia.

Da non perdere: arrivati fin quassù, a oltre 2mila metri, dopo circa 3 ore e mezza di cammino, la ricompensa immediata e impareggiabile è lo straordinario tramonto in quota, che si gode ancora meglio optando per una discesa a piedi nell’orario in cui il sole si ritira nel suo morbido letto rosa.

Autore

Visit Emilia

Destinazione Turistica Emilia
www.visitemilia.com

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