Mettiamo subito le cose in chiaro: se nel Modenese chiedete delle tigelle vi porteranno… dei dischi di terracotta!
Le tigelle sono infatti lo strumento che veniva un tempo utilizzato per cuocere le crescentine – da crescere, visto che l’impasto tendeva a gonfiarsi molto durante la cottura.
Ma andiamo per gradi. Le crescentine sono un prodotto tipico dell’Appennino Modenese molto diffuso tra i contadini, che erano soliti consumarle quasi quotidianamente come pane.
Le crescentine erano infatti un cibo “povero”, fatto di farina, acqua e sale, che veniva preparato anche tutti i giorni e poi portato ai lavoratori nei campi come pranzo.
Grazie alla loro semplicità, comodità e bontà, le crescentine sono poi state “esportate” anche in altre province, soprattutto nel Bolognese, dove sono state ribattezzate tigelle mutuando il termine dallo strumento utilizzato per prepararle.
In questi territori le crescentine vengono ancora preparate come piatto per i giorni di festa e i pranzi allargati in famiglia e con gli amici.
Oggi come allora, vengono gustate tagliate a metà e farcite con salumi, formaggi o – secondo tradizione – con il pesto di lardo e una generosa spolverata di Parmigiano Reggiano.
La ricetta
Ingredienti
Secondo la ricetta originale (tratta dal progetto Storie di terra e di rezdore – Progetto per il recupero della cultura gastronomica modenese), quando le crescentine venivano cotte nel camino con le tigelle, gli ingredienti erano unicamente:
- 1,5 kg di farina 00
- 300 ml di acqua tiepida
- sale fino
Oggi però, visto che spesso e volentieri si usano le piastre elettriche o gli stampi di alluminio per cuocere, è necessario aggiungere all’impasto anche un po’ di lievito e un goccio di latte.
Spesso, nelle ricette più recenti e “ricche”, si trova tra gli ingredienti anche un po’ di strutto o olio d’oliva.
Consigliamo quindi oggi gli ingredienti della ricetta di VisitModena:
- 500 gr di farina
- 3 cucchiai d’olio di oliva
- 150 ml latte
- 1 bustina di lievito secco o un panetto di lievito di birra fresco
- zucchero e sale fino qb.
Procedimento
Si impastano gli ingredienti e si lavorano a lungo con le mani, fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo, che va coperto e lasciato riposare.
Dopo un paio d’ore l’impasto è pronto – deve essere elastico ma non troppo bagnato – e possono essere preparate le crescentine.
Si staccano dei pezzetti di impasto grandi come un piccolo pugno e si lavorano con il palmo della mano fino ad ottenere delle palline rotonde, che poi vanno appiattite a circa 1 cm di altezza servendosi di un mattarello.
Nota: c’è chi per facilità stende tutto l’impasto con il mattarello e quindi taglia dei dischetti con un coppa-pasta o con un bicchiere, ma ciò non ha a che vedere con il metodo tradizionale di preparazione delle crescentine.
La ricetta è tratta da:
La cottura
La cottura della crescentine anticamente avveniva, come abbiamo detto, utilizzando le tigelle, dischi di argilla di circa 10 cm di diametro spesso decorati con il classico disegno del fiore.
Vicino alla brace del camino, le tigelle venivano impilate intervallate con i dischi di impasto, che spesso venivano avvolti in foglie di castagno: tigella – crescentina – tigella – crescentina – tigella, e così via.
Con l’avvento della stufa economica, poi, le crescentine venivano spesso cucinate sulla piastra, con sopra un ferro da stiro ripieno di brace in modo da cuocerle in maniera uniforme entrambi i lati. A fine cottura venivano ripassate vicino alle braci della stufa per cuocere bene anche i bordi.
Oggi entrambe queste modalità di cottura sono cadute in disuso a favore delle tigelliere, che possono essere apparecchi elettrici con doppia piastra in pietra refrattaria alimentare, o stampi di alluminio da 7 posti, che spesso riprendono la tradizionale decorazione a fiore.
Gli abbinamenti
Oggi la crescentina viene gustata con abbinamenti per tutti i giusti: dalla classica farcitura con il prosciutto, alla più golosa con pancetta, passando per lo stracchino fino alla fanciullesca crema alla nocciola.
Se volete essere però fedeli alla tradizione, e soprattutto avete intenzione di provare un’esperienza gastronomica da non dimenticare, il consiglio è di provare assolutamente la farcitura con il pesto modenese, ovvero un battuto di lardo, aglio e rosmarino.
Ecco come si prepara il pesto modenese:
- 250 g di lardo macinato finemente
- 2 spicchi di aglio
- 2 rametti di rosmarino
Sbucciare gli spicchi d’aglio e ridurli e pezzettini.
Lavare il rosmarino e ricavarne solo le foglie, scartando il ramo.
Sminuzzare aglio e rosmarino con una mezzaluna, fino ad ottenere un trito estremamente fine.
A tratti schiacciare il composto con il piatto della lama, per frantumare meglio l’aglio che altrimenti tende a rimanere un po’ più grosso.
Mescolare accuratamente il trito al lardo; coprire con la pellicola e conservare in frigorifero fino all’utilizzo.
Inserire in una crescentina bollente un cucchiaino di lardo e ricoprire con una spolverata di Parmigiano Reggiano grattugiato, chiudere in fretta per non disperdere il calore e mordere: le vostre papille vi ringrazieranno!
Autore
Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.
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Marco Limone
Complimenti per l’articolo. Nella ricetta è scritto 1,5 kg di farina e 300 ml di acqua. Penso che non è un ‘chilo e mezzo’, ma ‘un mezzo chilo’, come con il pane normale. ciao, grazie. (dopo aver aggiustato puoi anche cancellare questo commento)
Elisa Mazzini
Ciao Marco, grazie mille del commento;
in effetti il dubbio è venuto anche a me, ma mi sono fidata della ricetta originale, pubblicata a questo link:
http://rezdore.provincia.modena.it/crescentine-tigelle.html
Ho però ora aggiunto anche una ricetta più simile ai procedimenti attuali, quella proposta da VisitModena:
https://www.visitmodena.it/it/scopri-modena/eccellenze-gastronomiche/ricette-del-territorio/crescentine
Grazie ancora e a presto!
Elisa | staff #inEmiliaRomagna
Rambaldi
Poiché sono Emiliano ,sono sempre interessato alle ricette della mia Regione ,sono un mangione,ho trovato molto interess
antel