Il nostro Appennino è ricco di itinerari che si prestano ad essere percorsi da tutta la famiglia.
Qui di seguito ve ne proponiamo uno che si trova in Appennino Modenese e in particolare nel Parco del Frignano, tra Pavullo e Lama Mocogno.
Si tratta di una breve e semplice passeggiata che conduce fino ad un luogo scenografico immerso nel bosco che lascerà i bambini, ma anche i grandi, a bocca aperta: è il Ponte d’Ercole, o Ponte del Diavolo.
Il Ponte d’Ercole è un monolite naturale lungo 33 metri formatosi nel corso degli secoli a causa dell’erosione dovuta agli agenti atmosferici, fino a creare un vero e proprio ponte che è possibile – con tutte le debite attenzioni – percorrere a piedi.
Il ponte tra storia e leggenda
Citando il cartello informativo che si trova nei pressi del ponte, il Ponte d’Ercole è una formazione di arenaria modellata dall’azione erosiva e millenaria degli agenti naturali.
La sua figura, suggestiva e imponente, ha fatto sì che si creassero diverse leggende circa la sua formazione soprannaturale.
Come racconta il sito di inAppenninoModenese, in epoca romana il ponte prese il nome di Ponte di Ercole, per sottolineare che solo un eroe forzuto come Ercole avrebbe potuto trasportare una roccia così pesante.
Fu in epoca medievale che l’arco cominciò a venire chiamato Ponte del Diavolo:
La leggenda racconta che un contadino chiese al diavolo di costruirgli un ponte per poter attraversare un torrente in piena, in cambio della propria anima.
Costruito il ponte durante la notte, Satana fu distratto da un ballo di streghe che conquistò la sua attenzione con la musica e non fece in tempo, prima del sorgere del sole, a prendersi l’anima dell’uomo.
È da allora che il diavolo, ancora irritato per l’accaduto, punisce chiunque infili la testa nei buchi del ponte, mozzandogliela.
Queste leggende popolari hanno contribuito, complice anche la presenza di una sorgente che sorga dal vicino Monte Apollo e defluisce in direzione del ponte, a rendere il luogo una meta per antichi rituali legati all’acqua.
Nell’estremità settentrionale del ponte, infatti, è stata scavata dall’uomo una vasca per la raccolta dell’acqua che si pensa fosse usata per bagni purificatori, ai quali si attribuiva in antichità un’azione guaritrice.
Non sappiamo di preciso a quando risalga la creazione della vasca, ma sono stati rinvenuti attorno al ponte alcune testimonianze archeologiche che attestano la frequentazione dell’area fin dall’epoca proto-storica, con reperti ceramici legati alla civiltà villanoviana e a quella ligure.
Numerosi sono stati anche i ritrovamenti databili all’età romana (ceramiche, strumenti in metallo e vetro, resti murari e tessere di mosaico, nonché numerose monete) e infine all’epoca medievale.
L'itinerario a piedi
Il ponte si raggiunge con una semplice e piacevole passeggiata che dal parcheggio conduce nel bosco.
Per arrivare al parcheggio bisogna percorrere la Strada Statale 12 in direzione Abetone. Passato Pavullo e prima di arrivare a Lama Mocogno si deve girare sulla destra su Via Ponte d’Ercole, segnalata anche da un cartello.
Lasciata l’auto, si imbocca il sentiero indicato dal simbolo del ponte del diavolo.
Nel primo tratto il sentiero costeggia sulla sinistra alcuni campi con un bel panorama sulla vallata circostante, quindi entra in un rigoglioso castagneto.
Circa a metà, il sentiero incrocia un trivio, a cui bisogna tenere la destra.
Lungo la strada si incontrano altri affioramenti della stessa roccia arenaria di cui è formato il ponte, finché sulla sinistra compare la mole imponente della nostra meta.
La maestosità del ponte carica il luogo di un’atmosfera fiabesca; sembra di stare dentro l’illustrazione di un libro di favole, tanto che ci si aspetta possa sbucare un troll o un gruppo di fate dagli alberi circostanti da un momento all’altro.
Per tornare all’auto si ritorna sui propri passi, seguendo lo stesso percorso dell’andata.
Da vedere nelle vicinanze
Di rientro dalla passeggiata al Ponte d’Ercole, ecco altri tre luoghi che meritano una visita nei dintorni:
Il Ponte di Olina
Questo scenografico ponte sul torrente Scoltenna ha oltre 500 anni di storia; venne costruito nel 1522, con criteri avanzatissimi per la tecnica del tempo: un’unica arcata dalla linea leggera, perfettamente integrata nel paesaggio circostante.
Una curiosità del Ponte di Olina è l’allargamento dello spazio ai due imbocchi, che permettevano ad un carro di ritirarsi su un fianco per dare la precedenza a quello in arrivo.
Nel culmine del ponte sorge un’edicola sacra, datata 1581, coperta da tettuccio.
Nei pressi del ponte si trova anche un laghetto dove è possibile pescare e fare un picnic.
La Pieve di Renno
La pieve di Renno, dedicata a San Giovanni Battista, si trova in una frazione di Pavullo nel Frignano, in una posizione panoramica su tutto l’Appennino Modenese.
Di origine medievale e a struttura romanica, è stata nei secoli successivi ristrutturata e ammodernata, portando notevoli cambiamenti sull’architettura originale.
Nel Cinquecento sono state aperte le cappelle laterali, nel Settecento sono stati aggiunti il campanile e il portale d’ingresso.
Una piccola chicca ricca di storia e carica di sacralità, assolutamente da non perdere.
Il Castello di Montecuccolo
Poco distante da Pavullo, su un rilievo roccioso, sorge imponente il Castello di Montecuccolo, dalla lunga e interessante storia, legata a Matilde di Canossa nonché al celebre generale Raimondo Montecuccoli.
Grazie alla eccezionale posizione strategica sulla valle del fiume Scoltenna-Panaro in cui è stato costruito, dal castello si gode di uno splendido panorama.
Annesso al Castello c’è un delizioso borgo medievale perfettamente conservato, composto da una chiesa e alcuni edifici disposti intorno alla piazza.
Il Castello, oggi di proprietà del Comune, al suo interno ospita alcune collezioni museali tra cui “Il Paese ritrovato” di Gino Covili, la collezione di Raffaele Biolchini e con il Museo Naturalistico del Frignano.
Autore
Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.
Patrizia
visti tutti e tre, bellissimi !
secondo me poco valorizzati in particolare mi riferisco al Ponte di Olina, magnifico ma un po’ abbandonato anche difficoltoso da raggiungere
Elisa Mazzini
L’estate scorsa il ponte di Olina era in fase di ristrutturazione (infatti non sono riuscita a fare nemmeno una foto);
appena ci ricapito ti faccio sapere come è ora 😉