Con questa frase, presentando la VI edizione di FOTO/INDUSTRIA, il direttore artistico Francesco Zanot introduce le 12 mostre a tema: “L’industria del gioco in fotografia”.
Dal 18 ottobre al 26 novembre al MAST e in altre dieci sedi nel centro storico di Bologna torna l’unica biennale al mondo di fotografia dedicata al mondo dell’industria e del lavoro.
Il 2023 è un momento di importanti ricorrenze: dieci anni dalla fondazione del MAST e un secolo per G.D., l’azienda che sostiene questa manifestazione fotografica dai temi sempre molto attuali. Nel 2021 il tema affrontato era il food.
Dal cibo al gioco sembra un passo verso l’effimero, ma il settore del gioco, oltre ad essere un contributo alla crescita dell’economia, è un momento importante della vita dei bambini e degli adulti, con diversi obiettivi: dall’intrattenimento all’apprendimento, dal riposo alla gratificazione.
Tuffiamoci quindi in questa esplorazione delle molte mostre, che ci permettono anche di visitare Bologna e il suo fotogenico centro storico.
Gursky al MAST
Il formato imponente delle immagini di Andreas Gursky viene esaltato dagli altrettanto imponenti spazi espositivi del MAST.
Nel suo progetto Visual Spaces of Today usa la tecnica di assemblare e postprodurre diverse immagini dello stesso soggetto per ricavarne una visione coinvolgente, cambiando il rapporto fra lo spazio e l’uomo.
Si può dire che giochi con le immagini del mondo, giocando con la realtà delle immagini, proprio come avviene nei mondi immaginari dei giochi.
Solo che qui riconosciamo luoghi fisici: aziende, edifici, paesaggi, trasfigurati in un’atmosfera a metà fra il sogno e la realtà virtuale.
I giovani e il gioco
Pensando al gioco la mente va subito ai bambini, agli adolescenti e ai loro mondi, un tempo reali ma immaginari, e oggi virtuali e sempre più realistici.
La salle de Classe
La salle de classe di Benohoud Hicham è un lavoro realizzato tra il 1994 e il 2000, durante i suoi anni come insegnante d’arte a Marrakech.
Gli studenti posano studiando e giocano posando di fronte all’obiettivo in uno scambio di ruoli. Sono anche gli autori di una serie di oggetti di scena che contribuiscono alla forza comunicativa di queste immagini bianco e nero, forse una delle ultime testimonianze di un gioco fisico, prima dell’avvento dei videogiochi.
Seeing me, seeeing you, seeing us
Seeing me, seeing you, seeing us di Danielle Udogaranya. Nota anche come Ebonix, Danielle è una content creator nel campo del gaming e artista 3D, che ci porta nella realtà virtuale degli avatar.
L’autrice, non paga per la mancanza di diversità all’interno del gioco The Sims 4, ha creato 100 nuovi toni della pelle e dei capelli afro, aprendo la strada a un cambio generazionale che ha portato alla nascita di nuovi Simmers. Queste immagini sono foto virtuali di giovani giocatori.
Playgrounds
Playgrounds di Linda Fregni Nagler raccoglie una serie di immagini di parchi giochi deserti ripresi di notte in bianco e nero.
È la mancanza dei bambini a rendere sospesi questi luoghi, aspettando di ricominciare con la luce a svolgere la funzione di base fisica del divertimento dei più piccoli.
Le splendide immagini scattate in pellicola di grande formato ci riportano a un mondo passato in cui il bianco e nero era idealizzazione della realtà nella sua rappresentazione, come lo è il gioco.
Il gioco non invecchia
Tutti prima o poi giocano anche da adulti, chi con meno frequenza e chi, magari perché affetto da ludopatia, passando la vita in funzione del gioco.
Flippers
Olivo Barbieri nel 1977 trova un deposito di flipper abbandonati con una discarica di vetri rotti, ovviamente dipinti con i personaggi e la grafica dai colori accesi.
Nasce la serie Flippers, pubblicata nel 1978 da lui, giovane fotografo ventiquattrenne. A 45 anni di distanza queste foto sono un documento di un passato, reperti di una futura archeologia.
Las Vegas
L’altra mostra ai Musei Civici è Las Vegas di Daniel Faust, una serie di immagini sul luogo deputato al gioco per eccellenza nel mondo, dove gli adulti vivono nella realtà ludica dei casinò e dell’architettura dedicata interamente all’intrattenimento.
Il gioco nel tempo
Tre mostre ci portano attraverso un secolo accomunate dall’intrattenimento, il viaggio e quindi lo svago e i ricordi.
Berlin Funfair
Heinrich Zille, grafico e illustratore nella Berlino a cavallo del 1900, documenta le fiere che in quegli anni forniscono svago a una città in rapida espansione. I suoi scatti sono poco posati, attualmente li definiremmo “street photo”.
Le immagini vengono scoperte nel 1966 nel suo vecchio appartamento, 37 anni dopo la sua morte: una vera e rara collezione di negativi su vetro e stampe al collodio. Nel 1988-89 il fotografo tedesco Michael Schmidt realizza gli ingrandimenti di quei negativi, esposti in questa occasione con il titolo Berlin Funfair.
Carlo e Luciana
Carlo e Luciana di Erik Kessels è una mostra atipica. Ripropone le foto ricordo di due coniugi amanti dei viaggi, riprese da loro stessi con una modalità inconsueta: fotografarsi a vicenda nello stesso luogo e nella stessa posa ma non assieme. Solo accostando le due immagini si possono ricostruire i loro viaggi e le loro esperienze.
Un esperimento inconsapevole di comunicazione visiva, di una modernità provocatoria nell’epoca dei viaggi a misura di selfie. A Erik il grande merito di averne fatto un documento a monito di come si possa documentare senza apparire scontati e banali.
Ghost Karaoke
E per chi invece ha perso le sue foto, cosa rimane? Ovviamente il ricordo, che però non basta a Yassin Raed, un artista che cantava da bambino assieme alla madre e che perde le immagini di famiglia a causa della guerra civile libanese.
In Ghost Karaoke recupera le atmosfere della sua gioventù abbinando diversi lavori basati sul ricordo e sulla perdita: The Absent Album, 100 Polaroid di fermo immagine di film egiziani, The Company of Silver in cui usa fotografie di altre famiglie ricoperte da un velo colorato.
Le tecniche miste
Altre tre mostre ci raccontano il gioco utilizzando immagini, non solo fotografiche, mediante video-installazioni.
Reach Capacity
Reach Capacity di Ericka Beckman combina gioco e favola con temi come la politica, la società e l’economia. Si ispira a Monopoly evidenziando il sistema predatorio del mercato immobiliare USA.
Reality or Not
Reality or Not di Cécile B. Evans documenta un gruppo di studenti che prendono parte a un esperimento finalizzato ad appropriarsi della realtà che li circonda modificandola in modo indipendente.
Automated Photography
Automated Photography, una collettiva a cura del master in fotografia de l’ECAL/University of Art and Design di Lausanne, a tema l’evoluzione dell’immagine digitale e il ruolo del fotografo di fronte all’automazione, ormai comune in fotografia e nella cultura visiva attuale.
FOTO/INDUSTRIA 2023
Dove: Bologna
Quando: 18 ottobre – 26 novembre 2023
Info: www.fotoindustria.it
FONDAZIONE MAST
via Speranza, 42 – Bologna
www.mast.org
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