Con i suoi 58 luoghi d’arte e cultura, l’Italia attualmente è la nazione che detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
Tre città d’arte, più undici emergenze culturali e naturali, si trovano in Emilia-Romagna e qui li vogliamo celebrare tutti insieme, spiegando perché questi luoghi siano stati importanti per la storia del mondo, tanto da essere definiti Patrimoni dell’Umanità.
Ferrara, il Delta del Po e le Delizie Estensi
Partiamo da Ferrara, eletta nel 1995 come Città del Rinascimento. Nel XV e XVI secolo la città fu un importante centro intellettuale, dimora di artisti come Piero della Francesca, Jacopo Bellini e Andrea Mantegna.
Qui fu messo in pratica il concetto umanistico della ‘città ideale’, grazie ai progetti urbanistici di Biagio Rossetti. La sua Addizione Erculea fu, per estensione e organicità, il primo progetto realizzato in Europa secondo i nuovi principi della prospettiva e segnò la nascita dell’urbanistica moderna.
La città preserva tutt’ora intatta questa struttura architettonica, i cui canoni ebbero una profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti.
Nel 1999 il riconoscimento UNESCO è stato esteso al suo Delta del Po, in quanto paesaggio culturale pianificato che conserva in modo notevole la sua forma originale e alle Delizie Estensi (le antiche residenze di corte edificate tra la fine del Medioevo e il Rinascimento nel territorio ferrarese come luoghi di svago per principi e cortigiani), in quanto opere che illustrano in modo eccezionale il riflesso della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale.
Ravenna e i suoi monumenti paleocristiani
Ravenna, la Città del Mosaico, fu la capitale dell’Impero Romano d’Occidente nel V secolo e dell’Impero Bizantino in Italia fino al VIII secolo.
Otto sono i suoi Monumenti Paleocristiani (costruiti tra il V e il VI secolo) dichiarati dal 1996 Patrimonio Mondiale dell’Umanità: la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e di Sant’Apollinare in Classe, il Battistero degli Ariani, il Battistero Neoniano e la Cappella di Sant’Andrea.
Questo complesso di monumenti tardo-antichi è considerato unico al mondo per la ricchezza e la qualità artistica delle decorazioni a mosaico presenti in essi ed è testimonianza delle relazioni e dei contatti artistici e religiosi di un importante periodo della storia europea.
Modena: Piazza Grande, la Cattedrale e la Ghirlandina, città creativa media arts
A Modena nel giro di pochi metri troviamo ben tre costruzioni uniche, inserite dal 1997 nella lista UNESCO: Piazza Grande, il Duomo e la sua torre Ghirlandina, considerata un po’ il simbolo della città.
La Cattedrale, costruita nel XII secolo per opera congiunta di due grandi artisti, l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo, è un esempio supremo della prima arte romanica, che si propose come importante modello per tutto il Romanico padano.
L’edificio è considerato un capolavoro del genio creativo umano nel quale è stato creato un nuovo rapporto dialettico tra architettura e scultura.
Con la sua piazza e la torre slanciata, l’opera testimonia la potenza della dinastia dei Canossa (che lo ha commissionato) e le tradizioni culturali del periodo: è uno dei migliori esempi di un complesso architettonico in cui si combinano valori religiosi e civili in una città cristiana medievale.
Ma la città estense ha ricevuto un altro riconoscimento UNESCO, entrando a far parte, prima città italiana, del circuito città creative UNESCO per le Media Arts. Una nomina che premia creatività, cultura digitale, intelligenza artificiale, a conferma che oltre alla storia e all’arte anche l’innovazione abita in Emilia-Romagna.
Bologna, la musica e i portici
Dal 2006 Bologna è una delle Città Creative della Musica per la sua ricca tradizione musicale in continua evoluzione e il suo impegno a promuovere la musica come mezzo di sviluppo economico e di inclusione sociale e culturale.
Tra il XVII e XIX secolo, infatti, Bologna fu meta dei maggiori musicisti d’Europa: Mozart, Liszt, Mendelssohn e poi Farinelli, Rossini e Donizetti la scelsero come dimora per periodi più o meno lunghi della loro vita. E, dal passato al presente, la città ha accresciuto e vivacizzato la sua vocazione musicale.
Oltre a essere stata la culla di alcuni illustri artisti della musica leggera contemporanea (come Andrea Mingardi, Francesco Guccini, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, Cesare Cremonini), Bologna è oggi sede della prestigiosa Orchestra Mozart, fondata nel 2004 dal Maestro Claudio Abbado, e ospita numerosi luoghi dedicati all’arte melodica (come il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, il Museo della Comunicazione G. Pelagalli e l’Oratorio di San Colombano che custodisce la collezione di strumenti musicali del Maestro Luigi Ferdinando Tagliavini).
Dalla fine degli anni ’50 Bologna è la Capitale europea del Jazz, grazie al Festival Internazionale ideato da Alberto Alberti, e durante l’anno è animata da numerosi festival che spaziano dalla musica classica a quella contemporanea.
Nel 2021, dopo lunga attesa, sono inoltre stati riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità i Portici di Bologna, in particolare 12 gruppi di portici costruiti dal XII secolo ad oggi, considerati i più rappresentativi tra i portici cittadini, che nel complesso si estendono per 62 chilometri.
Definiti come proprietà privata per uso pubblico, i portici sono diventati espressione ed elemento dell’identità urbana di Bologna.
Rimanendo in territorio bolognese, troviamo altri due luoghi selezionati dall’UNESCO come Messaggeri di una Cultura di Pace: la Chiusa di Casalecchio di Reno, la più antica opera idraulica d’Europa ancora in funzione, e l’Abbazia di Santa Cecilia della Croara a San Lazzaro di Savena.
Faenza e le ceramiche
Un altro monumento definito Testimone di una Cultura di Pace è il MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, in quanto Espressione dell’arte ceramica nel Mondo. Fondato nel 1908, il Museo raccoglie circa 60.000 opere (delle quali 6.000 in esposizione) che testimoniano le produzioni ceramiche di ogni epoca e continente, dai reperti dell’Antica Mesopotamia a quelli dei più grandi artisti contemporanei (Picasso, Matisse, Chagall, Fontana).
Secondo l’UNESCO il Museo costituisce un punto di riferimento per la ceramica antica, moderna e contemporanea, nazionale e internazionale, tanto per la presenza delle preziose opere ceramiche in esso contenute, quanto per l’eccezionale documentazione custodita nella sua biblioteca, che ospita oltre 60.000 volumi e 400 periodici.
Cesena e la biblioteca Malatestiana
Non possiamo inoltre dimenticare Cesena, città che ospita la preziosa Biblioteca Malatestiana, unico luogo in Italia a essere stato inserito (dal 2005) nel Registro UNESCO Memoria del Mondo.
La biblioteca monastica, costruita nella metà del XV secolo, ha particolare importanza storica in quanto detiene due primati assoluti: è stata la prima biblioteca civica d’Italia e d’Europa, ed è l’unico esempio di biblioteca monastica umanistica giunta fino a noi perfettamente conservata nell’edificio, negli arredi e nella dotazione libraria.
Nella Malatestiana sono conservati 287 incunaboli, circa 4.000 cinquecentine, 1.753 manoscritti e oltre 17.000 lettere.
Secondo gli storici, la curiosa particolarità che la Biblioteca Malatestiana fosse di proprietà pubblica, ma che la sua custodia fosse affidata ai frati Francescani, fu ciò che la preservò da danneggiamenti e saccheggi nel corso dei secoli.
Parma e la gastronomia
Forse non tutti sanno che anche la città di Parma vanta un riconoscimento UNESCO, quello di Città Creativa della Gastronomia, proprio per la sua lunga e raffinata tradizione culinaria. Un riconoscimento prestigioso che premia la città emiliana per l’unicità della sua proposta gastronomica e per l’eccellenza dei prodotti lavorati nelle aziende locali.
Parma infatti, insieme alla tutta la Food Valley, è universalmente conosciuta per la sua capacità di custodire un’eredità gastronomica senza rivali, continuando a regalare da secoli al mondo prodotti come il Parmigiano Reggiano o il celebre Crudo di Parma.
I Parchi Naturali
Dal 2015 tra i patrimoni UNESCO dell’Emilia-Romagna troviamo anche la Riserva MAB UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano e la Riserva MAB UNESCO del Parco Delta del Po. Il programma UNESCO “L’Uomo e la Biosfera” (MAB) è un programma intergovernativo che mira a creare una base scientifica per il miglioramento del rapporto tra popolazioni e ambiente.
La Riserva dell’Appennino Tosco-Emiliano si trova tra Toscana ed Emilia-Romagna e copre il crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano, dal Passo della Cisa al Passo delle Forbici, il quale segna anche il confine geografico e climatico tra l’Europa continentale e l’Europa mediterranea.
L’area ospita circa il 70% delle specie presenti in totale in Italia, tra cui 122 specie di uccelli, anfibi, rettili, mammiferi e pesci, oltre a una grande varietà di flora che comprende almeno 260 specie di piante acquatiche e terrestri.
La Riserva del Delta del Po, creato dalla confluenza dei principali rami del fiume, comprende sistemi di dune costiere e formazioni di sabbia, lagune, paludi, dune fossili, canali e pinete costiere, vaste zone umide salmastre e terre coltivate per la produzione del riso.
L’area ospita oltre 360 specie di uccelli tra cui l’airone viola e una colonia di fenicotteri rosa, che contano oltre 10.000 esemplari. Il Cervo della Mesola è l’unico mammifero che si trova nella riserva, un cervo rosso riconosciuto geneticamente distinto dalle altre popolazioni in Europa.
Altro inserimento tra le Riserve MAB UNESCO dell’Emilia-Romagna, nel 2019, è l’area del Po Grande, il tratto centrale del fiume Po, definito come un mosaico di sistemi ecologici – tra isole fluviali, foreste ripariali, territori agrari e di bonifica – dominato da due specie arboree prevalenti: il salice e il pioppo.
Nel 2017 sono invece state inserite nella lista UNESCO anche le Faggete Vetuste del Parco delle Foreste Casentinesi e della Riserva Integrale di Sasso Fratino, che si unisce al riconoscimento già attribuito alle faggete dei Carpazi e di altri 11 Paesi Europei.
Si tratta dell’area di maggiori dimensioni tra quelle designate in Italia e uno dei più estesi complessi forestali vetusti d’Europa.
Ognuno dei 10 siti italiani (le nostre faggete regionali sono entrate nella lista insieme ad altre faggete italiane che si trovano nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Parco Nazionale del Gargano, Parco Nazionale del Pollino e Parco Regionale di Bracciano e di Monte Cimino) è stato selezionato per la sua unicità biologica ed ecologica, come elemento caratterizzante della rete continentale, la cui diversità ecologica complessiva costituisce il patrimonio vero e proprio da salvaguardare.
Di fatto si tratta della prima iscrizione di un patrimonio naturale espressamente per il suo valore ecologico di rilievo globale.
L’ultimo riconoscimento è arrivato nel 2023, quando ben sette luoghi naturali dell’Emilia-Romagna sono diventati patrimonio Unesco: sono le grotte e i fenomeni carsici racchiusi nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale, diffusi in vari punti della regione. Oltre 900 grotte che raggiungono la profondità di 265 metri sotto il suolo e si estendono tra le province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna.
Un complesso “straordinariamente ben conservato ed esteso”, per usare le parole dell’Unesco, che comprende nello specifico l‘Alta Valle del Secchia, parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, e la Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana); i Gessi di Zola Predosa (sito Natura 2000) e i Gessi Bolognesi del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa; la Vena del Gesso Romagnola nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola; le Evaporiti di San Leo (sito Natura 2000) e i Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno) nel riminese.
Autore
Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.
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Manuel Scacco
È tutto molto bello sapere la nostra storia,io vengo dal Lazio a Rocca Priora un paese molto brutto con scuole orribili ma tutto sommato è molto bello
Luigi colletti
Scusate tanto,ma non menzionare fra i patrimoni della Unesco Bologna ed il suo record mondiale di 47 kilometri di porticato o le ineguaglibili due torri degli Asinelli e Garisenda, mi sembra una incredibile mancanza di rispetto nei confronti della mia citta’.
BOLOGNA
Elisa Mazzini
Gentile Luigi,
come avrai visto Bologna è menzionata come Città Creativa della Musica Unesco; quella per i portici per ora è ancora solo una candidatura.