L’Emilia-Romagna è una terra ricca di tradizioni culinarie, arte, percorsi naturali e anche, a quanto pare, di fantasmi.
Sono infatti circa una trentina, per la precisione 33, i fantasmi che popolano castelli, rocche e antiche magioni lungo tutta la regione. Avete voglia di fare una gita da brivido? Ecco qualche consiglio. Ma non dite che non vi avevamo avvertito!
La provincia più infestata pare essere Parma con ben sette casi di apparizioni conclamate, fra cui l’unica al mondo, almeno per ora, comprovata da una nitida immagine termica, realizzata da due ricercatori bolognesi, Michele Dinicastro e Daniele Gullà.
Il fantasma “catturato” dagli infrarossi è quello del Castello di Bardi, ovvero lo spettro dell’infelice capitano delle guardie, Moroello, morto suicida (fra il 4-500), dopo che la sua amata, Soleste, aveva fatto altrettanto, gettandosi dalle mura del castello avendolo creduto morto in battaglia.
Segue, in quanto a strane presenze, la provincia di Piacenza con sei casi. Il più noto è il caso del Castello di Grazzano Visconti, dove ben più di un visitatore ha notato agitarsi il fantasma di Aloisa, morta di gelosia per aver scoperto il tradimento del marito militare. Di notte, così tramanda la leggenda, si rifugia tra la mura del castello e si comporta in maniera assai manesca, tirando i piedi e schiaffeggiando gli ospiti, a meno che questi le facciano dei doni, appendendo alla statua, posta in una delle stanze, collane e monili, che plachino la sua vanità tutta femminile.
Passando alla provincia di Reggio Emilia, è nel Castello di Canossa che si avvertono antiche e inquietanti presenze. Molti visitatori, entrando, hanno la sensazione comune di respirare un’aria diversa, più antica, più pesante, che affligge il cuore ed i polmoni. Sarebbero addirittura otto le persone che dal febbraio 2010, asseriscono di avere avuto a che fare con il fantasma di Matilde di Canossa. Secondo le storie raccontate in paese, la sua apparizione sarebbe associata a una profezia non negativa che riguarda la città di Modena, in cui la Signora dichiara che in un futuro tornerà a regnare su queste terre.
Procedendo lungo la via Emilia e arrivando nel riminese, si trova quello che può senz’altro definirsi il fantasma più celebre di tutta la regione: si tratta di Guendalina Malatesta, meglio nota come Azzurrina, intercettata dalle più moderne tecnologie in materie e protagonista di diversi programmi dedicati al sovrannaturale.
La leggenda di Azzurrina nasce da un triste fatto di cronaca: la bambina, figlia di un certo Uguccione, feudatario di Montebello, scomparve nel nevaio della fortezza e non venne mai più ritrovata.
La bambina si guadagnò il soprannome che l’ha resa nota perché probabilmente nacque albina e, a causa di una tinta venuta male, i suoi capelli assunsero una delicata sfumatura azzurra che non ha mancato di destare impressione in un periodo storico in cui “diverso” era sinonimo di sbagliato.
Si dice che il 21 giugno del 1375, mentre il padre era fuori in battaglia, Azzurrina, sempre vigilata da due guardie, giocasse nel castello di Montebello con una palla di stracci mentre fuori infuriava un temporale. Secondo il successivo resoconto delle guardie che viene tramandato ormai da secoli, la bambina avrebbe inseguito la palla caduta dalla scala all’interno della ghiacciaia sotterranea, nell’intento di recuperarla.Avendo sentito un urlo, le guardie sarebbero accorse nel locale entrando dall’unico ingresso, ma non avrebbero trovato traccia né della bambina né della palla, e il suo corpo mai più ritrovato.
La leggenda vuole che il fantasma della bambina sia ancora presente nel castello e che torni a farsi sentire in concomitanza con il cadere del solstizio d’estate.
Arte e Cultura
Emilia-Romagna da brivido
di Alessandra Pradelli /// Agosto 31, 2021
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