Pensate ai lunghi orizzonti che caratterizzano la Pianura Padana attorno a Ferrara e provate per qualche secondo a fare un gioco di immaginazione.
Siamo nel pieno del Rinascimento. Davanti ai nostri occhi si estende un territorio diverso da come siamo abituati a conoscerlo. È ricco di vie d’acqua, tutte collegate tra loro, boschi, foreste, in un perfetto equilibrio tra zone umide e terre emerse.
A rendere ogni cosa coordinata e regolare partecipano grandi tenute agricole dotate di palazzi di pregio e opulenti giardini. Ci sono piante rare, animali esotici e strane architetture. I pensieri corrono a modelli cittadini ma il paesaggio non mente, siamo in aperta campagna.
Tra il ‘400 e il ‘500 i duchi di Ferrara misero in atto un sistema di trasformazione del paesaggio che doveva riflettere la loro grandezza e il loro buon governo. Si trattava di realizzare borghi, strade e canali di scolo delle acque, e più in generale addomesticare il territorio circostante la città seguendo i dettami di ordine e bellezza a loro tanto cari.
Punti di raccordo di questo ordinamento furono le DELIZIE ESTENSI, opulente residenze edificate proprio nelle aree della bonifica delle paludi del Delta del Po con l’obbiettivo di trasmettere il potere e la presenza della casata sul territorio.
Apparentemente case di svago e di divertimento temporaneo, le Delizie erano veri e propri centri di coordinamento economico e amministrativo di un territorio instabile sotto il profilo idrogeologico come quelle del Delta del Po.
Nonostante molte di queste “delizie” siano scomparse, è rimasto pur sempre l’impianto di quell’antico disegno, ancora perfettamente leggibile nel paesaggio.
Proprio per questo, nel 1999 il comitato UNESCO, accortosi di questa straordinaria opera degli Estensi, attribuì alle Delizie il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità in virtù del fatto che “illustrano in modo eccezionale il riflesso della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale”.
A fronte di alcune di esse in stato di abbandono o modificate da interventi architettonici recenti, ne esistono altre tuttora visibili e visitabili, oggetto di restauri (anche recenti). Tutte loro fanno parte di un progetto di “musealizzazione” e valorizzazione di un territorio teso a a costruire dei percorsi di interesse turistico.
Palazzo Schifanoia
Posta sull’attuale via Scandiana nei pressi della Basilica di Santa Maria in Vado, nell’area sud orientale di Ferrara, Palazzo Schifanoia (Ferrara) è una delle più incantevoli ed emblematiche residenze legate alla famiglia Estense.
Costruita nel 1385 all’interno delle mura cittadine in un’ampia zona verde presso il corso del fiume Po, è il prodotto di numerosi rimaneggiamenti e ampliamenti avvenuti nel corso dei secoli.
Il nome significa letteralmente “che schiva la noia”, e difatti il palazzo – commissionato da Alberto V d’Este – fu pensato come un luogo di ristoro, in cui consumare pasti e dedicarsi all’ozio.
Oggi è sede dei Musei Civici d’Arte Antica di Ferrara ed è celebre per le sue decorazioni interne tra cui una menzione particolare va al Salone di Mesi.
Si tratta di un esteso ciclo figurativo decorato dai migliori pittori della scuola ferrarese del tempo (1470), considerato dagli esperti una delle pagine più alte del Rinascimento italiano legate alla storia degli Estensi.
Castello di Mesola
Costruito per volere dell’ultimo duca di Ferrara, Alfonso II, in onore della terza moglie, Margherita Gonzaga, il bellissimo Castello della Mesola (Mesola, Ferrara) è una delle ultime “delizie” costruite in territorio ferrarese.
Circondato dal grande bosco di caccia, quattro imponenti torri, mura merlate e grandi finestre conferiscono all’edificio un aspetto austero e allo stesso tempo elegante.
I lavori di costruzione partirono nel 1579 e terminarono nel 1583. Una cinta muraria lunga circa 12 km doveva cingere la proprietà, ma oggi ne ne rimane più nulla.
Si sono preservate solo le antiche strutture di servizio poste, trasformate in negozi e ristoranti, oltre ovviamente il castello stesso sede del Museo del Bosco e dei Cervi della Mesola, vigile gigante a protezione dell’intera area.
Delizia del Belriguardo
Tra le più sontuose residenze estensi, la Delizia del Belriguardo (Voghiera, Ferrara) sorse per volere di Niccolò d’Este nel 1435 e fu la prima ed essere costruita fuori dalle mura di Ferrara.
Concepita come reggia estiva, secondo lo schema tipico delle ville “all’antica”, nella sua conformazione originaria comprendeva decine di saloni affrescati dai maggiori artisti del tempo, cortili loggiati e oltre a circa 30 ettari di giardini all’italiana (oggi ancora percettibili nelle loro geometrie solamente dall’alto) che le resero il soprannome di Versailles Italiana.
Nel tempo ospitò personaggi del calibro di Ludovico il Moro, il principe Vincenzo Gonzaga e Papa Clemente VIII, Torquato Tasso e Ludovico Ariosto.
Di quell’antico sfarzo rimane ben poco. Dopo il trasferimento degli Este a Modena e Reggio Emilia, la reggia fu utilizzata per ricavarne abitazioni e i suoi grandi saloni divennero stalle per il ricovero degli animali.
La Sala delle Vigne oggi fa parte del Museo Civico di Voghiera. Al suo interno ritroviamo: una Sezione Rinascimentale, con ceramiche dei secoli XV e XVI e documentazioni su Belriguardo; una Sezione Archeologica con reperti provenienti dalla necropoli romana di Voghenza (I-III sec. d. C.) e, infine, una Sezione dedicata all’Arte Moderna.
Delizia del Verginese
Originariamente costruita come casale di campagna (a oggi non vi sono notizie certe sulla sua fondazione), la Delizia del Verginese (Portomaggiore) – il cui nome forse richiama un canale posto nelle vicinanze – fu trasformata in residenza ducale nel primo cinquecento dal duca Alfonso I d’Este e donata alla sua amante Laura Eustochia Dianti (1534) dopo la morte della moglie Lucrezia Borgia.
La Delizia si presenta come un piccolo “castello” ornato di merli e circondato da un magnifico giardino (il Brolo) che offriva frutti dalla primavera all’autunno, seguendo particolari dettami geometrici di tipo rinascimentale. A limitare l’area verde, una torre colombaia del XVI secolo, con funzione di avvistamento oltre che casa dei colombi viaggiatori.
Nella struttura architettonica esterna si fondono tratti medievali e rinascimentali. Le decorazioni a stucco interne risalgono al 1700, come anche la chiesetta posta a lato del castello.
La Delizia oggi è sede di due mostre permanenti: una presenta alcuni reperti archeologici provenienti da una vicina piccola necropoli romana,; l’altra un’esposizione di opere di Mario Maranini dedicata alla civiltà contadina.
Delizia di Benvignante
Costruita nel 1464 su volere di Borso d’Este, la Delizia del Benvignante (Argenta, Ferrara) appare fin dalle sue origini strettamente legata alla famiglia di un segretario della corte Estense, Teofilo Calcagnini. Fu a lui che il duca donò la proprietà insieme alle relative pertinenze, compresa un’osteria con alloggio.
La famiglia ne mantenne il controllo per tutto il periodo del dominio estense, offrendo la dimora ai nobili dell’accademia dei Filareti, che vi si recavano per svolgere le loro riunioni estive.
Dopo alterne vicende e passaggi di proprietà avvenute nei secoli, oggi Benvignante è entrata a far parte dei possedimenti del comune di Argenta i cui cittadini la chiamano amichevolmente “al Turòn”.
Si presenta a pianta rettangolare, a due piani con grandi finestre rettangolari, distribuite simmetricamente sulla facciata.
La posizione a controllo dei terreni circostanti, oltreché il suo poderoso torrione merlato centrale, fa pensare che la dimora non dovesse assolvere solo funzione di riposo e svago, ma anche un ruolo di controllo sul territorio argentano.
Le Delizie Estensi presenti sul territorio ferrarese non terminano qui. Il censimento ne annovera molte altre, ma purtroppo non tutte sono visitabili.
Alcune sono proprietà private, altre invece sono soggette a restauri o chiusure temporanee nell’attesa di essere riportate agli antichi splendori e nuovamente riconsegnate alle proprie comunità.
Se siete amanti della bicicletta, un percorso interessante può essere quello denominato Anello dei Borgia. Si tratta di un itinerario di circa 40km che partendo dal Belriguardo, passa dal Benvignante e arriva fino al Verginese.
Per maggiori informazioni potete comunque consultare il sito www.ferraradeltapo-unesco.it: qui troverete tutte le informazioni sul Sito Unesco di Ferrara e del Delta del Po e conoscere le motivazioni che hanno spinto a ritenere questi luoghi unici al Mondo.
Autore
Davide Marino
Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi
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