A volte succede che il territorio attorno alle grandi città passi un po’ inosservato. Invece, non soltanto i paesi sono ricchissimi di storia tanto quanto le loro sorelle maggiori, ma talvolta presentano delle attrazioni e caratteristiche che varrebbero loro un ruolo di maggior rilievo. Oggi ve ne raccontiamo alcuni della zona genericamente definita (e molto amata) “colli bolognesi”.
Ciascuno di essi ha la sua storia da raccontare e la sua tavola da imbandire.
Lizzano in Belvedere
Lizzano in Belvedere è situato al confine con le province di Modena e Pistoia, all’estremo lembo dell’Appennino bolognese, la cui cima più alta è il monte Corno alle Scale, rinomata oasi montana che, insieme a Lizzano, è capace di coniugare in maniera perfetta ambiente e tradizioni con le esigenze del turismo moderno.
Da visitare sicuramente l’antica chiesa circolare di Lizzano, edificio conosciuto come Rotonda o Delubro, una costruzione protoromanica edificata in epoca longobarda, ma di certo non si può lasciare il comprensorio di Lizzano in Belvedere senza aver raggiunto il Lago Scaffaiolo per godere dello splendido panorama che si apre sia sugli Appennini sia sulle Alpi Apuane, percorrere le cinque cascate del Dardagna e visitare il piccolo borgo medioevale di Monte Acuto delle Alpi.
La tavola di Lizzano in Belvedere presenta influenze della tradizione bolognese (tortellini, lasagne, ecc.) e di quella modenese (borlenghi, zampanelle e tigelle). È zona di produzione del Parmigiano Reggiano e di allevamento del pesce Salmerino, dichiarato presidio Slow Food, che potreste provare a fare al cartoccio seguendo questa ricetta di conlemaninpasta.
Porretta Terme
Porretta Terme è situata al confine con la Provincia di Pistoia all’estremo lembo dell’Appennino bolognese. La cittadina è una nota stazione termale e centro di villeggiatura, rinomata per le sue acque termali sulfuree e salso-bromo-iodiche già conosciute ai tempi dei romani.
È punto di partenza ideale per escursioni naturalistiche nel verde dei monti e delle colline circostanti. Ogni stagione vanta interessanti offerte, ma ci sentiamo di consigliare soprattutto la primavera e l’autunno per la possibilità di effettuare, in un clima tranquillo e sereno, rigeneranti passeggiate utilizzando gli oltre 700 km di rete sentieristica curata dal CAI Alto Reno.
Alcune vestigia di epoca classica trovate in zona ci tramandano notizie sull’esistenza e l’antichità d’uso delle acque curative come il mascherone raffigurante il volto di un leone, risalente all’età romana (I sec. d.C.), divenuto simbolo delle Terme.
Non si può lasciare Porretta senza aver visitato il Castello di Castelluccio con il suo museo della fiaba e lo splendido santuario settecentesco di Madonna del Faggio.
Innumerevoli sono le specialità della cucina locale, dai piatti della tradizione bolognese alle ricette povere della cucina montanara: focaccine, zampanelle, necci a base di farina di castagne. Qui si può anche gustare la tipica birra Beltaine fatta con le castagne. Da non perdere le specialità dolci come le Tortine di Porretta, davvero un’ottima merenda, se volete provare a cucinarle.
Grizzana Morandi
Originariamente solo Grizzana, nel 1985 ha modificato il toponimo aggiungendovi il cognome del pittore Giorgio Morandi, che a lungo vi soggiornò. Grizzana è un territorio estremamente affascinante dove la storia dell’uomo si è sedimentata nel corso di questi secoli lasciando testimonianze diverse ma tutte degne di essere frequentate magari seguendo itinerari tematici, cari ad esempio agli appassionati d’arte, architettura, storia o religione, senza tralasciare ovviamente gli aspetti naturali.
Nel comune di Grizzana Morandi, in località Ponte, si trova la Rocchetta Mattei, dimora del conte Cesare Mattei e oggi esempio di eclettismo ottocentesco dai richiami moreschi. Edificato sulle rovine di un antico castello con annessa chiesa e cimitero risalente al 1200, durante la sua vita il Conte ha modificato più volte la struttura rendendola un intreccio labirintico di camere dai variopinti stili, torri e scalette. Qui tutte le informazioni per visitarla.
Sempre in località Ponte si trova la Chiesa di S. Maria Assunta, unica opera in Italia del grande architetto designer e urbanista finlandese del Novecento Alvar Aalto, realizzata negli anni ’70. La chiesa è nota come “Chiesa di Riola”, in quanto serve l’abitato di Riola, frazione di Vergato; trovandosi però sulla riva destra del Reno, sorge a tutti gli effetti all’interno del territorio comunale di Grizzana. Assieme alla Rocchetta Mattei rappresenta una tappa obbligata per numerosi studenti di architettura che a poca distanza vedono concentrarsi esperienze uniche, in questi anni al centro di un discreto interesse e oggetto di studi.
Monzuno
Il territorio di Monzuno, sulle valli del Setta e del Savena, è una meta di importanza storica e naturalistica, infatti, per altitudine e scenario paesaggistico, si presta straordinariamente alle passeggiate lungo la Via degli Dei. Le testimonianze storiche presenti nei dintorni sono il Castello di Elle e altri due manieri in parte rimodernati a Rioveggio, quello della Polverara e la Torre di Montorio e, nei pressi, la casa-torre del XV secolo di Ca` Marsili; i nuclei cinquecenteschi dell`Agadello di Sotto (nei pressi di Monzuno) e delle Croci (tra Monzuno e Monte Venere).
L’interesse per l’aspetto naturalistico del territorio è dovuto a situazioni ambientali differenziate, riassumibili in tre zone: le bancate arenarie della zona di nord-est nei pressi di Monte Adone, con arbusti e lecci; le zone boscate nei pressi del corso di Setta e Savena; i boschi tipicamente appenninici dell’area sud, con querce, castagni e cerri.
Di particolare rilevanza geologica l’area del Contrafforte Pliocenico, tra Monzuno e Brento, dominata da Monte Adone (655 m), ora protetto da una Riserva Regionale. Una parte del territorio monzunese rientra nei confini del Parco Storico di Monte Sole.
Nelle zone di medio e alto bosco, specie tra Selve e Vado, prosperano funghi e tartufi di ottima qualità. Diffuso nel territorio il castagneto da frutto, con la produzione dei migliori marroni del bolognese. Il bosco appenninico è inoltre abitato da diversi animali, tra cui spiccano gli ungulati (cinghiali, cervi, caprioli), ma anche popolazioni di istrici e di rapaci
Se vi trovate a Monzuno e dintorni, vi aspetta una tavola molto ricca, capace sia di spaziare dagli antipasti ai dolci sia di creare combinazioni originali e squisite come Sella di capriolo con castagne, pere, broccoli e salsa al vino rosso di originalitaly.
Cosa accomuna i territori dell’Appennino bolognese in autunno? La Tartufesta!
La tradizionale manifestazione che nei mesi di ottobre e novembre anima i comuni dell’Appennino bolognese attraverso mercatini, menù prelibati e altre iniziative, tutte incentrate sul ”Tartufo bianco pregiato dei Colli bolognesi”.
Oggi abbiamo avuto tempo di raccontarvi solo 4 zone dei “colli bolognesi” ma speriamo ugualmente di avervi incuriosito e spinto a esplorare anche i dintorni delle città che tradizionalmente sono mete turistiche.
In solo 4 zone infatti, abbiamo incontrato un’oasi montana, una stazione termale, un eclettismo ottocentesco con richiami moreschi, l’unica opera italiana di Alvar Aalto e una ricchezza naturalistica da fare invidia in uno Stato intero.
Se questa è una frazione del territorio circostante la città di Bologna, pensate cosa potreste scoprire partendo da una qualsiasi delle altre città emiliano-romagnole.
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