Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che son natie, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima.
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Nel cuore del centro storico di Modena, lungo la via Emilia, sorge un complesso maestoso che per i modenesi è motivo di grande orgoglio. Esso rappresenta un importante centro del sapere e della conoscenza: il Collegio San Carlo.
L’edificio ha vissuto un passato glorioso come istituto di formazione e sta vivendo un presente altrettanto illustre come ente culturale di alti studi. Se ci soffermiamo sulla sua storia, possiamo notare come essa sia concentra nella parte antica della città. È qui che è possibile ripercorrere le sue tappe fondamentali.
Il Collegio San Carlo è un luogo di cultura per eccellenza sin dal Seicento. A quei tempi era il Collegio dei Nobili, fondato nel 1626 dal sacerdote Paolo Boschetti. L’obiettivo era quello di fornire la necessaria cultura di governo al ceto nobiliare, secondo un modello educativo che collocava gli studi scientifici e giuridici accanto a quelli teologici, letterari e filosofici.
Tuttavia la sua origine era stata promossa da una congregazione di artigiani. Non a caso si trova in una posizione centrale e la sua struttura architettonica si caratterizza per il prestigioso portico, animato ora, come un tempo, da botteghe qualificate. Un aspetto legato alla vita commerciale di Modena, che si è preservato nel corso dei secoli.
Il Seicento e il Settecento sono stati per la città anni di grande cultura. Sul finire del Seicento il Collegio diviene anche Università con piena facoltà di addottorare. Diversi personaggi illustri sono stati frequentatori di quelle mura, tra cui il medico Bernardino Ramazzini, l’umanista Ludovico Antonio Muratori, il poeta Ippolito Pindemonte, il fisico Lazzaro Spallanzani e lo storico Ludovico Vedriani.
Nei secoli a seguire, la funzione del San Carlo ha subito diversi cambiamenti, determinati dagli avvenimenti storici che hanno interessato l’Italia. Una nuova vita del Collegio prende forma nel 1954, quando cambia la propria natura giuridica, diventando una Fondazione di diritto privato. Prende così avvio una nuova fase che, nei decenni successivi, conduce alla riconversione del San Carlo da Istituto di istruzione a Fondazione culturale, con un autonomo progetto di attività.
L’edificio attuale è stato iniziato nel 1664 su progetto del grande architetto romano Bartolomeo Avanzini e del reggiano Gaspare Vigarani.
Gli interni, l’atrio d’ingresso affrescato, la scala monumentale che conduce alla galleria d’onore sono alcuni degli elementi più significativi.
La struttura architettonica custodisce inoltre esempi d’arte del primo Seicento nella celebre Sala dei Cardinali che è stata affrescata in stile barocco da Pellegrino Spaggiari e Giuseppe Dallamano.
All’interno del palazzo si trovano anche l’unico Teatro settecentesco di Modena e la Cappella ottocentesca, con decorazioni dei più prestigiosi artisti locali dell’epoca, dove è custodita sia un’imponente collezione di dipinti dei personaggi illustri del Collegio, sia una raccolta di quadri di carattere religioso.
Infine il palazzo è impreziosito dalla presenza della Chiesa di San Carlo, costruita dal medesimo architetto Bartolomeo Avanzini negli stessi anni del Collegio.
Oggi il Collegio San Carlo è, grazie all’attività della Fondazione, un centro di prim’ordine nella formazione accademica e di diffusione della cultura aperto ai cittadini, agli studenti, ai ricercatori e ai docenti provenienti da tutto il mondo.
Autore
Francesca Cuoghi
Francesca Cuoghi è traduttrice, giornalista e scrittrice. Adora scrivere storie e racconti. La sua passione per la scrittura nasce poco a poco negli anni dell’università e si è consolidata nella vita professionale.
Il suo CiaoEmilia.com è un blog di local storytelling dedicato al racconto dell’Emilia, con qualche incursione verso altri luoghi all’insegna del piacere per il girovagare. Un viaggio alla scoperta della provincia italiana, quella lontana dalle famose rotte turistiche dove si trova l’autenticità delle piccole cose e delle grandi storie.
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