Pensieri raccolti, parole sussurrate: i cimiteri monumentali portano con sé un carico storico ed emotivo talmente importante da non lasciare nessuno indifferente.
Ecco tre cimiteri monumentali in Emilia-Romagna da visitare per conoscere più a fondo la storia e la memoria del territorio Emiliano-Romagnolo.
Certosa di Bologna
Il cimitero storico monumentale della Certosa di Bologna sorge poco fuori dal centro storico, nei pressi dello Stadio Renato Dall’Ara, ed è collegato alla Basilica di San Luca, sul Colle della Guardia, dal lungo Portico di San Luca.
La Certosa di Bologna è uno dei cimiteri più antichi d’Europa. Fu infatti istituito nel 1801 come cimitero cittadino dopo la conquista della città da parte delle truppe napoleoniche.
Sorge in un’area di Bologna utilizzata come necropoli in epoca etrusca, i cui reperti, rinvenuti durante scavi archeologici effettuati tra il 1869 e il 1873, oggi sono custoditi nel Museo Civico Archeologico della città.
Tra il 1334 al 1796 fu occupata dal convento certosino di San Girolamo di Casara, la cui chiesa custodisce ancora oggi un ciclo di dipinti dedicati alla vita di Cristo, realizzato dai principali pittori bolognesi della metà del Seicento.
A partire dagli anni trenta dell’Ottocento il cimitero venne poi arricchito con nuovi spazi e chiostri, fino a prendere l’aspetto labirintico di un vero e proprio museo all’aperto, con decori e monumenti funebri di pregio.
La Certosa divenne così ben presto una meta privilegiata del turismo Ottocentesco internazionale, tra cui si ricordano alcuni visitatori celebri come Lord Byron e Charles Dickens.
Da non perdere in particolare il chiostro III e il chiostro VII, che ospita la tomba della famiglia Marconi. Nel cimitero sono ospitate molte altre figure importanti per la storia locale e nazionale, tra cui Marco Minghetti, Giorgio Morandi, Giosuè Carducci, Nicola Zanichelli, fino al cantante Lucio Dalla.
CERTOSA DI BOLOGNA: INFORMAZIONI
Certosa di Ferrara
Il cimitero storico monumentale della Certosa di Ferrara sorge all’interno della cinta muraria cittadina, nell’area della cosiddetta Addizione Erculea.
Fondato come monastero certosino nel 1452 per volere di Borso d’Este, in origine il complesso sorgeva però al di fuori delle mura; in quel periodo, infatti, la cinta muraria non si spingeva oltre l’attuale Corso della Giovecca.
Il monastero venne inglobato entro l’Addizione Erculea solo nel 1498, lo stesso anno in cui il celebre architetto ferrarese Biagio Rossetti progettò la Chiesa di San Cristoforo alla Certosa, tutt’ora inclusa nel complesso monumentale.
Dopo la chiusura del monastero a seguito delle soppressioni napoleoniche, l’area fu adibita a caserma militare, fino ad acquisire il suo attuale ruolo di cimitero cittadino nel 1813, quando fu acquistato dal Comune di Ferrara.
Al suo interno vengono celebrate nel riposo eterno numerose personalità che hanno fatto la storia della città estense, dal Duca Borso d’Este al pittore Giovanni Boldini, da Filippo de Pisis a Gaetano Previati, fino a Michelangelo Antonioni.
La certosa di Ferrara si può scoprire seguendo 3 percorsi tematici di visita:
- Le Storie di Ferrara: sepolture di personalità che hanno contribuito a sviluppare e raccontare la storia di Ferrara con il loro profilo biografico e la loro attività professionale (Video);
- Le Sette arti: sepolture di poeti, scrittori, architetti, pittori e registi cinematografici che dopo vite di successi internazionali sono tornati nel luogo natio per il riposo eterno (Video);
- La Sacra Bellezza: una selezione di busti e statue preziosi uscite dal pensiero e dalle mani sapienti di grandi scultori e architetti (Video).
CERTOSA DI FERRARA: INFORMAZIONI
Per visitare la Certosa di Ferrara è disponibile anche la app ARTOUR, una guida interattiva, gratuita e disponibile anche offline. Puoi scaricarla da App Store o da Google Play.
Cimitero di San Cataldo a Modena
Il cimitero di San Cataldo a Modena è composto dal cimitero monumentale realizzato negli anni 1858-1876 dall’architetto Cesare Costa e dalla parte nuova, opera del celebre architetto milanese Aldo Rossi con Gianni Braghieri.
Proprio questa opera, realizzato tra il 1971 e il 1987 in stile razionalista-metafisico e solo parzialmente compiuta rispetto al progetto, è considerata un’espressione magistrale della poetica di Rossi.
Un portale, tagliato come un varco nel muro di cinta, permette l’accesso ad una città “surreale”, dove – nell’intenzione dello stesso Rossi – il rapporto privato con la morte torna ad essere rapporto civile con l’istituzione.
Il legame tra città dei vivi e città dei morti è evidente soprattutto dai disegni che le ombre fanno negli spazi del cimitero, che ricordano le ombre dei portici tipici delle città emiliane.
Il cimitero è dislocato rispetto al centro città, e sorge nel quartiere Madonnina, accanto all’omonima uscita della tangenziale.
Si compone di una serie di edifici, intervallati da ampi spazi verdi. Il recinto esterno è un muro continuo alto 13 metri e largo 5, costituito da edifici contenenti ciascuno due file di colombari, attraversati al centro da un percorso rettilineo di circa 4 metri di larghezza. Su tutti i prospetti si susseguono le finestre quadrate con cadenza regolare.
All’interno svetta il grande cubo dell’ossario, di color mattone traforato ancora con finestre quadrate, contiene il sacrario dei caduti nelle guerre mondiali e nella lotta partigiana.
Il cimitero storico monumentale è invece formato da un grande quadriportico rettangolare con lunghi corridoi e colonne doriche.
All’ingresso principale è situato il mausoleo-sacrario dei caduti nella lotta di liberazione nella II Guerra Mondiale, al centro del quale è installata la scultura Una battaglia: per i partigiani realizzata nel 1971 da Arnaldo Pomodoro.
In questa parte del cimitero riposano personalità celebri per la storia modenese e mondiale, come Enzo Ferrari, accanto al figlio Dino.
Autore
Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.
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Daniela Frigieri
Nana la pieve di Rubbiano , interessante e bella .