Per il ciclo le grandi Donne dell’Emilia Romagna oggi vi raccontiamo la storia di Caterina Sforza, reggente di Imola e Forlì che in vita fu donna di potere, comandante militare e abile politico.
Una figura famosa in tutto il mondo, e che continua ancor oggi ad affascinare giovani di tutte le nazioni ed età. Forse non tutti sanno infatti che Caterina è stata protagonista di uno dei videogiochi più venduti degli ultimi anni, cosa che ha ampliato la sua fama ben oltre gli appassionati di storiografia.
Figlia illegittima del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, Caterina passò la sua giovinezza a corte dove la nonna Bianca Maria, ultima erede della famiglia nobiliare dei Visconti, le insegnò le arti del comando e della guerra oltre alla fiera e consapevolezza di essere parte di una stirpe guerriera, gli Sforza.
Purtroppo l’infanzia di Caterina, al pari di molte donne dell’epoca nella sua posizione, venne interrotta molto presto. Nel 1473, neanche quindicenne, fu infatti promessa in sposa a Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV da poco divenuto signore di Imola e Forlì.
All’avvenuta morte del Papa, cambiarono però anche le sorti di Caterina e dei suoi possedimenti; tutti coloro infatti che erano stati avversati dal soglio pontificio di Sisto, alla notizia della morte del Santo Padre, si lasciarono andare ai più turpi atti di violenza, saccheggiando a bruciando le proprietà di tutte le famiglie vicine al Papa defunto.
Fu proprio in questa occasione che Caterina mostrò le doti di capo militare che l’avrebbero caratterizzata più tardi: con un colpo di mano infatti occupò con una guarnigione Castel Sant’Angelo, la fortezza papale, e puntò i canoni dritti sul Vaticano e sul concilio dei cardinali li riuniti, costringendoli di fatto a scendere a più miti consigli.
Non passò molto tempo infatti che una congiura di famiglie locali uccise Girolamo Riario, facendo prigioniera Caterina ed i suoi figli ed intimando la resa alle sue guardie asserragliate nella Rocca di Ravaldino di Forlì.
Ma di fronte al rifiuto delle sue guarnigioni di uscire dalla Fortezza forlivese ai congiurati non restò che accettare la mediazione di Caterina che, una volta arrivata all’interno della Rocca e riunitasi alla sua guarnigione, vi si asserragliò preparando la difesa della città, nonostante i suoi figli fossero ancora ostaggio dei congiurati.
Fu questo uno degli episodi che diedero vita alla sua leggenda, che la volle donna e politico capace di sacrificare anche la sua famiglia di fronte ad un obiettivo che ella riteneva più grande.
Celebre è infatti la frase che si dice pronunciò di fronte ai congiurati che minacciavano i suoi figli (di non certe basi storiche)
«Fatelo, se volete: impiccateli pure davanti a me –
e, sollevandosi le gonne e mostrando con la mano il pube
– qui ho quanto basta per farne altri!»
Fatto sta che, di fronte a tanta spavalderia, i congiurati non osarono toccare i giovani Riario e Caterina poté così recuperare il governo sia di Forlì che di Imola.
Ma questa fu solo la prima delle tante prove che Caterina dovette superare per entrare nella leggenda. I possedimenti di Imola e Forlì infatti, si trovavano in una posizione strategica per quelle che erano le vie di comunicazione di un tempo.
A metà strada tra la Signoria di Firenze e il Dogado Veneziano, al confine dei possedimenti Pontifici e vicini al Ducato di Milano, Imola e Forlì erano le tappe obbligate per chiunque volesse scendere nell’Italia Centrale. Commerci, armate o semplici viandanti, la via che da Forlì portava a Firenze era uno degli assi strategici di comunicazione dell’Italia.
Non sarebbe passato molto tempo che altri avrebbero vantato diritti sulle signorie della Romagna.
Fu proprio in questo periodo di dispute e rivendicazione che Caterina fu soprannominata dai suoi avversari come “Tygre”, nome derivato dall’abilità nel comando e nella crudeltà nei confronti dei nemici che di volta in volta minacciavano il suo potere.
Il 19 dicembre del 1499 Cesare Borgia, detto il Valentino, coadiuvato dalla truppe di Luigi XII Re di Francia assediò la Rocca di Ravaldino a Forlì.
L’episodio è narrato da molti commentari della politica del tempo, tra cui il più celebre è proprio Nicolò Machiavelli.
Il 12 gennaio del 1500, dopo una settimana di bombardamenti notte e giorno, il Valentino riuscì ad aprire una breccia nella Rocca, facendo prigioniera Caterina Sforza insieme a quel che rimaneva della sua corte.
La resistenza solitaria di Caterina venne ammirata in tutta l’Italia e lo stesso Niccolò Machiavelli riportò che in suo onore vennero composte numerosissime canzoni ed epigrammi.
Fu questo l’episodio conclusivo della vita di Caterina Sforza governatrice, da quel momento infatti non potrà tornare mai più nelle signorie di Imola e Forlì, che verranno affidate da Papa Giulio II alla famiglia Ordelaffi, concludendo la sua vita a Firenze ed impartendo le sue lezioni al figlio Giovanni de’ Medici (che in seguito sarà conosciuto come Giovanni dalle Bande Nere) e che fu una delle più grandi politiche e valorosi comandanti militari della storia italiana.
Caterina Sforza è oggi una delle figure femminili del Rinascimento italiano più famose nel mondo.
Serie tv, film e videogiochi hanno restituito alla Leonessa di Romagna quella fama e notorietà che la sua vita e le sue azioni le hanno fatto guadagnare.
Di seguito alcuni video contemporanei che ancora esaltano la figura di questa grande personalità dell’Emilia Romagna
Ritratto di Caterina Sforza:
Video tratto dalla serie “I Medici“:
Video tratto dalla serie “I Borgia” – Stagione 3
La Storia di Caterina Sforza ha ispirato non solo antiche canzoni e film, ma anche famosi videogiochi come “Assassin’s Creed II”:
Autore
Walter Manni
Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web
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