Adagiato sulle dolci colline che compongono la scenografia naturale della valle del Fiume Parma, il Castello di Torrechiara è uno dei castelli più spettacolari e significativi di tutta l’Emilia-Romagna, se non dell’Italia tutta.
Il nome del castello deriva da “Torciara”, letteralmente torchio del vino, a sottolineare come quest’area nel Medioevo (un po’ come avviene ancora ai nostri giorni) godesse di un clima mite e fosse coperta da vasti campi di vitigni e uliveti.
Tra il 1448 e il 1460 il condottiero Pier Maria II de’ Rossi, potente feudatario di queste terre, ordinò la costruzione del complesso su un preesistente edificio fortificato.
La struttura avrebbe dovuto assolvere un doppio ruolo, una dicotomia di senso e funzione. Da una parte avrebbe costituito un baluardo militare e difensivo a controllo della valle; dall’altra sarebbe stata la dolce “culla” del suo amore nei confronti di Bianca Pellegrini di Arturo, conosciuta poco tempo prima alla corte milanese degli Sforza.
Furono necessari vent’anni per edificarlo, vent’anni per renderlo quella straordinaria roccaforte che oggigiorno è meta di migliaia di visitatori che arrivano alle porte del borgo di Langhirano, a soli 20 km a sud/ovest di Parma.
Una struttura affascinante e conturbante, capace di evocare con la sua silhouette, turrita ed elegante, l’età medievale, destando l’interesse di scrittori e registi.
Non è un caso fortuito che proprio quest’ultimi abbiano deciso di girare tra le sue mura alcune importanti pellicole, come nel caso di Ladyhawke, il film del 1985 diretto da Richard Donner e interpretato da Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick.
Tra le sale del castello di Torrechiara
Se all’esterno Torrechiara appare severa e austera nelle forme, tutto cambia nel momento in cui si superano le sue strutture difensive (ricordiamo che ci sono ben tre cerchia di mura con ben quattro torri) e si accede alla corte interna, percorrendo la lunga entrata coperta.
In quell’istante l’atmosfera militare lascia spazio al clima sereno tipico della vita cortese e familiare. Tutto all’interno parla di una dimora gentilizia, realizzata per celebrare un amore, quello tra Bianca e Pier Maria, i cui monogrammi appaiono sulle borchie del portone della chiesa dedicata a San Nicomede.
Il castello è un tripudio di sale affrescate, una teoria di colori lussureggianti e figure bizzarre. Gli arredi sono pochi, sparsi qua e là, a contorno dell’intero percorso di visita.
A primeggiare su tutte la splendida Camera d’Oro, attribuita con quasi certezza a Benedetto Bembo, uno dei più abili e raffinati interpreti dell’arte gotica.
Al suo interno è celebrata la delicata storia tra Pier Maria e Bianca, dalla decorazione delle lunette a quella delle vele; e al contempo si sottolinea la potenza del casato rossiano, con una raffigurazione di tutti i castelli posseduti.
Vi si riconoscono gli stemmi dei due amanti e le scritte in latino “Digne et in aeternum” (“Degnamente e in eterno”) e “Nunc et semper” (“Ora e per sempre”). Certamente un unicum dal punto di vista iconografico, almeno per il territorio italiano, perché per la prima volta viene posto al centro di un affresco medievale la vita privata del signore e il suo amore clandestino.
Di altissima qualità sono anche gli affreschi presenti in altri ambienti del castello, realizzati dalla mano di Cesare Baglioni e i suoi collaboratori (Giovanni Antonio Paganino e Innocenzo Martini) con figure mitologiche, grottesche, putti, cartigli e architetture fantastiche.
Tra questi si ricordano il Salone degli Stemmi, la Sala di Giove, del Pergolato e degli Angeli, a cui si aggiungono la Sala dei Paesaggi, della Vittoria, del Velario, quella di caccia e pesca e il magnifico Salone degli Acrobati.
Da non perdere sono anche gli ambienti di servizio come le cucine e le scuderie e il sistema sotterraneo di segrete, aperto alle visite guidate solo in occasioni straordinarie.
Da ultimo, i camminamenti di ronda utili a gettare uno sguardo incantato sul territorio circostante, prima di abbandonare la vita medievale e ritornare alla routine di tutti i giorni.
Il Castello di Torrechiara è stato dichiarato monumento nazionale, e in quanto tale rientra tra i possedimenti del Polo Museale dell’Emilia-Romagna.
Da qualche anno fa parte anche della rete dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli che si occupa di promuovere l’intero circuito di dimore e residenze signorili del territorio.
Autore
Davide Marino
Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi
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Stefania
Presentazione interessante
Ma mancano indicazioni per organizzare la visita
Elisa Mazzini
Buongiorno Stefania, puoi trovare tutte le info per organizzare la visita sul sito dei Castelli del Ducato: https://visiter.it/cd-torrechiara
Giovanni
Buongiorno, desideravo sapere se per visitare il castello è necessario una prenotazione; inoltre informazioni su dove acquistare i biglietti e gli orari di apertura.
Saluti
Davide Marino
Buongiorno Giovanni,
per avere tutte le informazioni d’accesso al Castello di Torrechiara trova tutte le informazioni a questo link: https://www.musei.emiliaromagna.beniculturali.it/musei/castello-di-torrechiara
Cordiali saluti
Davide | staff #inEmiliaRomagna