Una grande festa che unisce sacro e profano, e riscalda le grigie giornate invernali a suon di coriandoli, maschere e carri dai colori vivaci. Amanti del Carnevale, questo articolo è per voi!
Il Carnevale in Emilia-Romagna è una cosa seria, tanto che la Regione ha istituito un vero e proprio albo dei Carnevali storici con l’obiettivo di valorizzare queste manifestazioni così importanti per la storia e la cultura del territorio. Ad oggi sono 15 i Carnevali che ne fanno parte, esperienze uniche animate da spettacoli ed eventi per tutti i gusti.
Scopriamoli uno per uno.
La Zobia: il Carnevale storico di Fiorenzuola d’Arda
A Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) la festa di Carnevale prende il nome di Zobia, una tradizione che si ripete ogni anno sin dal Medioevo per le strade del centro storico.
Il Carnevale storico della Zobia deve la sua unicità ai cortei di personaggi ed attori che, rigorosamente senza maschera, portano la loro arte in giro per la città con rappresentazioni coinvolgenti, spesso in dialetto. La sfilata dei carri artigianali si conclude con l’immancabile premiazione e una festa in musica.
Al “Castlein”: il Carnevale di Castelnovo di Sotto
A Castelnovo di Sotto il Carnevale ha il volto di “Castlein“, la maschera tipica che sfila per le strade della cittadina reggiana, sotto lo sguardo festante di grandi e piccini. Con i suoi pantaloni ascellari, gli scarponi e il berretto calato in testa, Castlein è il simbolo di un Carnevale le cui origini risalgono al 1885, ma non ne è l’unico protagonista.
L’evento prevede la tradizionale sfilata di carri allegorici e la presenza di giocolieri, clowns, truccabimbi, artisti di strada e molto altro ancora.
Da non perdere poi il Museo della Maschera del Carnevale che conserva al suo interno ben 222 maschere artigianali.
Il Carnevale delle Contrade di San Cesario sul Panaro
Sfilate in maschera, spettacoli teatrali, tanti giochi per i bimbi ma anche musica e buon cibo. Tutto questo è il Carnevale delle Contrade di San Cesario sul Panaro, a pochi chilometri da Modena.
Quella di San Cesario è una festa piuttosto recente rispetto ad altri Carnevali storici della regione (la prima edizione è del 1983), ma non per questo meno partecipata: adulti e bambini – rigorosamente in maschera – si danno appuntamento ogni anno presso il Palacarnevale, in pieno centro storico, per assistere al ricco calendario di eventi.
Spillo e Bertoldo: il Carnevale Storico di San Giovanni in Persiceto
Oltre ad essere uno dei carnevali più antichi dell’Emilia-Romagna, il Carnevale Storico di San Giovanni in Persiceto ha presentato di recente la sua candidatura come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.
Di fatto, questo Carnevale non lascia di certo a desiderare quanto a spettacolarità ed effetti speciali. Ad aprire i festeggiamenti è la maschera di Bertoldo, personaggio che compare già nella prima edizione del 1874. Si tratta di un contadino dai modi bruschi e dallo spirito vivace e ingegnoso, ispirato all’omonimo personaggio creato dallo scrittore Giulio Cesare Croce, che inaugura il Carnevale recitando un componimento dialettale in rima chiamato zirudèla.
Ma l’unicità del Carnevale persicetano non si deve solo alla presenza di Bertoldo. I carri allegorici che percorrono le vie della città non sono infatti carri tradizionali: la loro peculiarità prende il nome di Spillo e consiste nel mutamento della loro struttura nel corso dell’evento. In altre parole, i carri subiscono una vera e propria trasformazione attentamente ideata dai mastri “carnevalai”, dando vita a uno spettacolo dai toni teatrali. Sono 10 le società che si sfidano durante il Carnevale, ma solo una riceve l’ambito premio finale della giuria.
Carnevale di Cento, Carnevale d’Europa
Quando si parla di riconoscimenti, il Carnevale di Cento detiene il primato in regione. Gemellato con il Carnevale di Rio de Janeiro e candidato a Patrimonio Culturale immateriale dell’UNESCO, l’evento più importante della cittadina ferrarese è anche uno dei carnevali più longevi d’Europa.
La più antica testimonianza del Carnevale risale infatti al 16° secolo, confermata da un’ulteriore evidenza del 1615, anno in cui il celebre pittore centese Guercino affrescò Casa Pannini con scene di festeggiamenti, sfilate e balli per le strade della città.
Oggi Cento vanta una lunga tradizione nell’arte della cartapesta coltivata da ben cinque associazioni carnevalesche, che si traduce nella produzione di enormi e scenografici carri allegorici. Il programma del Carnevale prevede naturalmente la premiazione dell’opera più impressionante, oltre a balli, concerti ed eventi di ogni tipo.
A segnare l’inizio e la fine delle celebrazioni è poi la figura di Tasi, la maschera tipica del Carnevale locale con il suo cilindro e la volpe bianca, che al termine dell’evento viene bruciata nel Piazzale della Rocca durante il tradizionale rito del Testamento e Rogo di Tasi.
Il Carnevale di Pieve di Cento e il suo Barbaspein
Non lontano da Cento si svolge un altro Carnevale storico dell’Emilia-Romagna. È il Carnevale della Pieve di Cento, o Carnevel d’la Piv com’è conosciuto nel dialetto locale. Qui, oltre a musicisti, DJ, ballerini, giocolieri e truccabimbi, a intrattenere la folla c’è Barbaspein, la tipica maschera del Carnevale pievese che trae ispirazione da un personaggio realmente esistito.
Per scoprirne l‘identità occorre fare un salto indietro nel tempo fino a metà Ottocento, epoca in cui visse il mendicante Barbaspein, estimatore del buon vino e della buona cucina nonché membro della società organizzatrice dei primi Carnevali. Oggi il gioviale Barbaspein allieta i festeggiamenti insieme ai colorati carri allegorici che attraversano la città.
Il Carnevale di San Pietro in Casale e Sandròn Spaviròn
Anche il protagonista del Carnevale di San Pietro in Casale (Bologna) è ispirato a un personaggio davvero esistito dal curioso nome di Sandròn Spaviròn, che nel corso del tempo è divenuto la maschera ufficiale della manifestazione.
Come accade per il Carnevale di Cento, anche a San Pietro in Casale il Carnevale si conclude con la lettura del testamento e il rogo della maschera, uno spettacolo molto suggestivo che corona le allegre giornate di festa e i loro balli, sfilate e altri eventi dedicati alle famiglie.
Carnevale di Pianoro
A Pianoro il Carnevale è sinonimo di cartapesta. In questa cittadina dell’Appennino bolognese la creazione dei carri allegorici è diventata a tutti gli effetti una forma d’arte, tramandata nelle scuole e rinnovata ogni anno in occasione della festa più colorata di tutte.
Molta attenzione viene posta anche alla realizzazione delle maschere, ispirate a personaggi storici. Nelle giornate di Carnevale non può mancare la tradizionale sfilata dei carri accompagnata da musica e spettacoli.
Il Carnevale dei Fantaveicoli di Imola
Riciclo e creatività: sono questi gli ingredienti chiave del Carnevale di Imola, meglio conosciuto come il Carnevale dei Fantaveicoli. A sfilare sotto gli occhi divertiti del pubblico
non sono infatti i tradizionali carri di cartapesta, bensì costruzioni realizzate con materiali di recupero (legno, plastica, cartone e così via) e movimentate in maniera del tutto ecologica (a mano, a pedali, a elica ecc.).
Oltre alla sfilata e alla premiazione dei Fantaveicoli il Carnevale imolese prevede la parata dei gruppi mascherati e un concorso dedicato ai più piccoli e alle loro biciclette, anch’esse “travestite” a tema.
Carnevale di San Grugnone a Conselice
Quello di Conselice, in provincia di Ravenna, è un Carnevale che ha già festeggiato il suo primo centenario. Fondata nel 1919, la manifestazione deve il suo nome a un aneddoto dalle origini antiche: il giorno dedicato a San Grugnone (“e’ dè d’ Sén Grugnõn”) sarebbe il Mercoledì delle ceneri ovvero il primo giorno di Quaresima, che segna la fine del Carnevale. Un giorno che veniva accolto dunque con una smorfia di tristezza – un grugno appunto – per via delle privazioni che portava con sé.
Tutt’oggi il fantoccio di San Grugnone viene trasportato per le vie del paese insieme agli immancabili carri allegorici.
Carnevale di Casola Valsenio, una Festa di Primavera
Tra le feste di Carnevale in Emilia-Romagna, il Carnevale di Casola Valsenio è l’unico a definirsi “serio”. I motivi sono due: da un lato, il periodo in cui si svolge non è quello che precede la Quaresima, come vorrebbe la tradizione, bensì la primavera. Il Carnevale casolano nasce nel lontano 1891 come Festa della Mezzaquaresima, una giornata in cui si metteva da parte il rigore pre-pasquale per dare sfogo a travestimenti, balli e giochi di ogni tipo.
Dall’altro, gli stessi carri allegorici che sfilano durante la Festa di Primavera – realizzati solitamente in legno e gesso – traggono spunto da tematiche legate alla storia, alla politica e all’attualità piuttosto che alla satira e goliardia carnevalesche.
Carnevale della Segavecchia a Cotignola
Come il Carnevale di Casola Valsenio, anche quello di Cotignola rappresenta un intermezzo ludico e gioioso durante il periodo della Quaresima. La tradizione vuole che nel 1451 il Duca di Milano Francesco I, figlio di Muzio Attendolo Sforza di Cotignola, fosse sopravvissuto a un maleficio lanciato da una vecchia signora, poi punita con il rogo. Per celebrare il lieto evento il Duca permise ai suoi sudditi di fare uno strappo alla regola e festeggiare il Carnevale in piena Quaresima.
Ecco perché ancora oggi al termine delle giornate di festa, dopo la sfilata dei carri allegorici, il pubblico si raduna in piazza per il rogo di un grande pupazzo di cartapesta raffigurante proprio la “Vecchia”.
Carnevale di Civitella di Romagna
Un Carnevale che dal 1962 si svolge sullo sfondo delle dolci colline romagnole, tra le città di Forlì e Cesena. Il Carnevale storico di Civitella di Romagna è organizzato dall’Associazione Carnevale civitellese nel mese di febbraio, con sfilate di gruppi mascherati e spettacoli itineranti. Nel corso degli anni è cresciuta sempre più l’attenzione per le creazioni in cartapesta, il materiale utilizzato più di frequente per la realizzazione dei carri allegorici.
Carnevale di Forlimpopoli, ovvero la Fiera della Segavecchia
La storia del Carnevale di Forlimpopoli – anche in questo caso un evento che si tiene a Quaresima iniziata – affonda le radici nella civiltà contadina. Lo storico nome “Fiera della Segavecchia”, apparso per la prima volta nel 1914, si deve a una leggenda piuttosto cruenta: la “vecchia” sarebbe in realtà una giovane donna incinta, segata a metà per aver mangiato della carne, in particolare un salsicciotto crudo, e sfidato così le regole della Quaresima. Per non farsi riconoscere lungo la strada del patibolo, si sarebbe travestita da anziana signora.
Oggi il programma del Carnevale prevede un luna park, concerti, mercatini e stand gastronomici, oltre a sfilate di carri e cortei mascherati.
Carnevale di Gambettola
L’elenco dei Carnevali storici in Emilia-Romagna si conclude con il Carnevale di Gambettola (FC), una ricorrenza che ha origine nel 1886. In quest’angolo di Romagna i festeggiamenti si tengono il lunedì dell’Angelo e la domenica successiva, e ruotano attorno alle sfilate di carri allegorici, accompagnate da musica, danze e dal lancio di dolciumi per i più piccoli.
Ma non finisce qui. Nelle giornate di Carnevale la cittadina si veste a festa con stampe romagnole a tema, maschere di cartapesta appese alle case e bandiere carnevalesche. A proposito di cartapesta, dal 2009 a Gambettola esistono una bottega e una scuola dedicate a questo materiale così prezioso per i festeggiamenti carnevaleschi.
Autore
Maria Grazia Masotti
Eterna sognatrice con i piedi per terra. Cresciuta in campagna e amante delle grandi città. È sempre pronta per un viaggio, purché sia sostenibile.
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