Che si viaggi in famiglia o con gli amici, partire in camper significa lasciarsi trasportare da un profondo senso di libertà e autonomia. In questa accezione il concetto stesso di viaggio tramuta rispetto a ciò a cui siamo solitamente abituati: scompaiono le singole destinazioni e il percorso diventa la meta.
A bordo di un camper ci si ferma dove si vuole, si mangia quando si vuole, ma soprattutto si va dove si vuole (o quasi). Una sorta di ritorno alle origini – on plein-air – per un turismo che punta a collegare i luoghi, scoprendone le loro realtà culturali, naturali, enogastronomiche e sociali.
Senza poi dimenticare il senso di sicurezza e di comfort che un viaggio in camper può offrire quando si risale a bordo dopo una lunga giornata di escursioni oppure i vantaggi economici che un’esperienza del genere può garantire grazie a un’attenta pianificazione e riduzione delle spese. Pensate a un viaggio fatto con amici, dove i costi vengono divisi in parte uguali.
Per tutte queste ragioni e molte altre che non ho elencato, noi della redazione di #inEmiliaRomagna abbiamo deciso di offrirvi qualche informazione nel caso foste interessati a scoprire il nostro territorio proprio a bordo di un camper.
Da questo punto di vista l’Emilia Romagna si rivela infatti una Regione strategica perché possiede un ricco patrimonio sparso di arte, borghi, castelli, riserve naturali tutti da visitare e ben collegati tra loro.
Oggi quindi inauguriamo questa nuova rubrica portandovi sull’Appennino Reggiano. Siamo al confine tra Toscana e Emilia, nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, un tempo denominato Parco del Gigante. L’itinerario prende via dal comune di Castelnovo ne’ Monti, per poi salire al passo del Cerreto e a quello del Cirone. Discesi in Lunigiana si rientra poco dopo in Emilia-Romagna attraverso il passo di Lagastrello.
Un itinerario ideale per tutti coloro che sono alla ricerca di un contatto con la natura e che desiderano svolgere attività escursionistiche di medio livello senza allontanarsi dal proprio camper. Tutta l’area infatti garantisce con facilità – anche grazie a cinque valichi (passo della Pradarena, passo del Cerreto, passo di Lagastrello, passo Cirone e della Cisa) – l’accesso a spazi incontaminati, anche in punti in cui le montagne si mostrano difficili da conquistare. Una cartografia accurata e reperibile, con strade e sentieri ben segnalati e cartelli puntuali rende l’area ben fruibile e sicura.
Ma mettiamo da parte le parole e saliamo sul nostro camper. Il silenzio della montagna ci aspetta. Pronti? Si parte!
1° Tappa | La Pietra di Bismantova
Dove sostare: nel parcheggio ai piedi della Pietra denominato Piazzale Dante
Tempo di sosta: 1 giorno
Considerata il rilievo più bello di tutta la regione, cantata anche da Dante nei versi della sua Commedia, è l’emblema identitario di questo territorio. La pietra di Bismantova si erge solitaria e imponente con le sue pareti alte circa 300mt a picco sul paesaggio circostante per una lunghezza di circa 1km e una larghezza di 240 mt.
Diversi sentieri, la maggior parte tracciati dal CAI, interessano tutta l’area e permettono di raggiungerla a piedi, in bici e a cavallo convergendo in corrispondenza di Piazzale Dante, il più ampio parcheggio nei pressi della sommità.
Da qui una breve rampa conduce all’eremo benedettino, una moderna chiesa che funge anche da rifugio e foresteria, per poi proseguire in direzione della cima caratterizzata da una stupenda area prativa e boschiva che si estende sul rilievo come un immenso balcone verde.
2° Tappa | Passo e Lago del Cerreto
Dove sostare: nei pressi del lago Pranda, lungo la strada che unisce quest’ultimo al passo del Cerreto
Tempo di sosta: 1/2 giorni
Fino al comune di Collagna il paesaggio è caratterizzato da grandi colline. Una volta però giunti dei pressi del passo del Cerreto, lo skyline prende invece forme spettacolari e sorprendenti. Sulla destra l’Alpe di Succiso colpisce lo sguardo e invita i visitatori a intraprendere il cammino verso i suoi oltre 2000 mt. Il sentiero mostra difficoltà differenti: un’escursione facile fino alla panoramica detta Ospedalaccio (1271 mt), più impegnativa verso le sorgenti del fiume Secchia (1536mt. – 1h e 30 dalla partenza) e ancora di più in direzione della cima.
Grandioso e difficile da raggiungere è il Monte Cavalbianco (1855mt), dalle cui praterie d’alta quota si gode un’ampia panoramica sul territorio circostante. Il nostro consiglio è di seguire la stradina che dal passo piega verso il lago del Cerreto e da qui anche a quello di Pranda, incastonato tra i boschi e circondato da spazi ben fruibili e attrezzati.
3° Tappa | Lago Calamone
Dove sostare: lungo la strada in direzione del lago Calamone e del monte Ventasso
Tempo di sosta: 1 giorno
Dal passo del Cerreto, scendiamo in Lunigiana e dopo circa 42km rientriamo in Regione dal passo di Lagastrello, anticamente usato per i commerci e i pellegrinaggi verso Roma e Lucca. Da qui, lungo la strada in direzione del Monte Ventasso, si susseguono diverse aree interessanti per chi ama la natura.
In particolare si consiglia una sosta nei pressi del letto del fiume Secchia nell’area di pertinenza del comune di Collagna e, prima di intraprendere i sentieri che conducono alla vetta del Monte Ventasso (1727 mt), un periplo nelle ampie distese prative che circondano il lago di Calamone.
4° Tappa | La valle dei laghi Glaciali
Dove sostare: a Prato Spilla, a Valditacca, nella piana di Lagdei e a Lagoni nei dintorni del lago
Tempo di sosta: 2/4 giorni
Moltissime valli verdi e una miriade di laghetti di origine glaciale costituiscono il paesaggio naturale del parco dei Cento Laghi. Ci troviamo a 1700 mt di altezza nei territori dei comuni di Corniglio e Monchio delle Corti tra il passo del Lagastrello e quello del Cirone. Qui silenziosi boschi di faggio e abete, praterie e pascoli soleggiati toccano le rive dei laghi per un percorso che non ha eguali.
Tra le diverse località consigliamo Valditacca e la piana di Lagdei immersa in una conca verde, ben accessibile con spazi per la sosta e una seggiovia per raggiungere i punti più alti come Lago Santo, il più grande specchio naturale di tutto l’Appennino Emiliano Romagnolo.
Autore
Davide Marino
Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi
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