Alla scoperta dei Borghi dimenticati dell’Emilia Romagna, piccole frazioni montane che hanno segnato la storia di confine tra la Toscana e le nostre montagne. Luoghi appartenuti a nobili famiglie, che per secoli hanno imposto dazi e pedaggi sulle vie del commercio con il Gran Ducato di Firenze, ma che hanno visto progressivamente perdere la loro funzione a causa della costruzione di più moderne strade e ferrovie.
Esploreremo gli angoli più nascosti delle Foreste vergini del Casentino e vi porteremo nelle zone di confine tra le città di Bologna e Firenze, lì dove i dialetti si mescolano e le appartenenze si fanno sfumate.
Un viaggio che è anche e soprattutto un ritorno a un antico rapporto fatto di vie di comunicazione e mulattiere da percorrere a piedi, in cui ritrovare i segni delle comunità che un tempo hanno abitato questi territori.
San Paolo in Alpe
Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta dei borghi fantasma dell’Emilia Romagna dalla provincia di Forlì-Cesena e precisamente dal piccolo abitato di San Paolo in Alpe.
Posto in una prateria d’alta quota (1000 m slm), il piccolo borgo disabitato di San Paolo in Alpe è uno dei luoghi più magici del Parco delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.
Il paese è diventato famoso durante l’ultima guerra mondiale, in quanto luogo scelto dagli Alleati per il lancio di munizioni e viveri per i partigiani nascosti tra le montagne. Alla luce di ciò, oggi è inserito all’interno del “Sentiero Della Libertà”: un percorso che partendo da Biserno di Santa Sofia permette di godere delle bellezze ambientali e di riflettere su quanto accadde in quei luoghi durante il secondo conflitto mondiale.
È possibile raggiungere San Paolo in Alpe utilizzando la rete escursionistica del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi oppure, in macchina, attraverso la strada forestale fino alla sbarra di San Paolo, il cui imbocco si trova a circa 2km dalla località di Corniolo.
Il sentiero (segnato dal CAI con il numero 255) costeggia il territorio del Sasso Fratino (Riserva integrale interdetta al pubblico), unico lembo di foresta che – grazie alle estreme pendenze – è sopravvissuta ai disboscamenti dei secoli scorsi e che oggi è considerata uno degli ultimi nuclei di foresta vergine d’Europa.
Castiglioncello
Castiglioncello è un piccolo borgo che si trova sull’Appennino Tosco-Emiliano a circa 50km da Bologna, proprio sul confine tra la frazione di Moraduccio di Castel del Rio (Emilia -Romagna) e Firenzuola (Toscana).
Il paese ha una storia alquanto curiosa: sembra infatti sia stato fondato intorno al IX secolo e che al tempo fosse controllato dalla famiglia degli Ubaldini, che imponeva pedaggi salati a chiunque attraversasse quelle terre. Proprio per evitare il controllo locale, la città di Firenze decise di costruire poco più sotto una nuova cittadina di frontiera, Firenzuola, imponendo così un nuovo tracciato per attraversare l’Appennino.
L’abitato mantenne comunque una certa importanza sino al XVIII secolo, quando la costruzione di una serie di strade e passaggi rese di fatto obsoleta l’antica via di comunicazione tra Bologna e Firenze. Da questo momento in poi il piccolo borgo fu soggetto a progressivo e lento spopolamento.
Castel D’Alfero
Un pezzo di medioevo pietrificato si trova nella piccola frazione sarsinate di Castel d’Alfero, borgo arroccato su una formazione marmoso-arenacea protesa sul torrente Alferello la cui fondazione risale al 1216 circa.
Il villaggio racchiude tutti i passaggi della storia antica d’Italia: nato infatti come castello difensivo, tra il XV ed il XVII secolo si è trasformato in borgo rurale inglobando al suo interno le antiche strutture militari. Nonostante abbandono e rifacimenti, è ancora oggi splendidamente conservato: un tuffo nel passato, in un Medioevo giunto miracolosamente fino a noi.
Montebotolino
Un piccolo sconfinamento in Toscana, ma giusto di qualche chilometro, per arrivare a Montebotolino, località a 890 metri d’altezza situata su un poggio sulla riva sinistra dell’alto fiume Marecchia. Siamo in un paesaggio circondato dalle verdi colline di Romagna, intervallato qua e là dai tipici calanchi.
Famoso per i suoi fantastici panorami, si affaccia su uno strapiombo di 300 metri chiamato ironicamente “Paradiso”. Dopo un lungo periodo di abbandono che lo stava portando alla distruzione, è oggi oggetto di interventi di ristrutturazione che lo stanno lentamente ripopolando.
Si raggiunge dalla frazione di Rofelle di Badia Tebalda, attraverso una stretta strada il cui ultimo tratto non è asfaltato.
Bastia
Secondo le fonti storiche, l’antico villaggio di Bastia risale al XV secolo e comprendeva un borgo che si sviluppava intorno all’antica fortezza che dominava l’incrocio tra la Valle del Montone e quella del Rabbi.
Abitato fino alla metà del 1800, iniziò a spopolarsi a seguito di una frana che nel 1868 distrusse la chiesa, la canonica e il cimitero. Per visitare oggi l’antico paese di Bastia bisogna fare un vero e proprio tuffo nella storia: è infatti raggiungibile solamente a piedi, tramite il sentiero 423 segnato dal CAI che parte subito dopo il bellissimo Ponte della Brusia.
Cerreto di Saludecio
Dolcemente adagiato sulle colline della Val Conca, il borgo fortificato di Cerreto di Saludecio nasce nel IX secolo, per poi attraversare tutta la storia di Romagna fino al graduale spopolamento avvenuto degli ultimi anni del 900.
Tra le storie e le leggende che si raccontano su questo borgo, vi è quella di essere la “cretinopoli” dell’intera vallata per le numerose storielle, tutte naturalmente inventate, che avevano come protagonisti gli abitanti del piccolo borgo e i loro presunti, assurdi comportamenti.
A memoria di questi strani personaggi leggendari, fino a pochi anni fa era tradizione organizzare un particolare carnevale, caratterizzato dal falò del pagliaccio e da storielle che richiamavano gli aneddoti sui cerretani.
Autore
Walter Manni
Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web
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Laura
Ciao Walter,ti segnalo amichevolmente due imprecisioni circa il borgo di San Paolo in Alpe. Il nome completo del Parco nazionale è “delle Foreste Casentinesi,Monte Falterona e Campigna”..così si rende onore anche al territorio romagnolo!
Inoltre, il sentiero non attravera la riserva integrale di Sasso Fratino appunto perché questa è assolutamente interdetta all’uomo e sono previste multe salate nel caso qualcuno vi venisse scoperto.
Grazie comunque per l’aiuto al nostro territorio!
Ciao!
Walter Manni
Buongiorno Laura,
grazie delle informazioni particolareggiate. Ho provveduto a correggere il nome del Parco ed a indicare l’interdizione al Sasso Fratino.
Grazie ancora
Walter
Nicola Andrucci
L’articolo, nel suo complesso interessante, presenta un errore di tipo “geografico” quando parla di “Foreste vergini del Casentino”. Il Casentino è una area geografica della Toscana, le Foreste Casentinesi sono sia in Toscana che in Romagna. La cosiddetta “Foresta Vergine” è Sassofratino ed è completamente in Romagna. Purtroppo si continua a confondere le Foreste Casentinesi con il Casentino e ciò può incidere negativamente sulla promozione di queste zone, generando confusione.
Walter Manni
Buongiorno Nicola,
grazie della precisazione, in effetti se guardi la scheda di San Paolo in Alpe e le righe finali su Sasso Fratino li abbiamo posizionati in Romagna.
Nel primo caso invece ho preso una “licenza” perché poche righe sotto avrei ripetuto il nome del Parco.
Grazie comunque e cercheremo di essere più circostanziati la prossima volta.
bruna
non si tratta di Fiorenzuola ma di Firenzuola. da correggere dove si parla di Castiglioncello ciao
Walter Manni
Grazie della segnalazione Bruna,
abbiamo provveduto a correggere.
Walter – Staff InEmiliaRomagna