Castelvetro di Modena è un piccolo e pittoresco borgo collinare situato nel cuore dell’Emilia-Romagna, tra Modena e Bologna.
Il suo profilo, caratterizzato da torri e campanili, svetta sulla fertile campagna circostante, ricca di vigneti. Il territorio ha infatti una forte vocazione vitivinicola, tanto che dal 1994 Castelvetro è una della Città del Vino.
Dal 2003, inoltre, è uno dei Borghi Bandiera Arancione, la certificazione che il Touring Club italiano attribuisce alle località di turismo di qualità.
Cosa vedere
Nato come insediamento etrusco, verso il 150 aC le legioni romane vi crearono un accampamento militare, un Castrum appunto; da qui deriva il toponimo stesso del borgo, nato dall’unione del termini latini Castrum e Vetus, ovvero vecchio accampamento.
In età medievale il feudo passò sotto il dominio del Marchese Bonifacio di Toscana e, alla sua morte, della celebre figlia Matilde di Canossa.
Pochi anni dopo la scomparsa della GranContessa, Castelvetro venne annesso al Comune di Modena e quando si accese la guerra tra Guelfi e Ghibellini, il borgo – di tendenza Ghibellina – venne assediato e distrutto dalle soldatesche Guelfe del Papa.
Il feudo fu quindi concesso a Jacopino Rangone, la cui famiglia ne rimase proprietaria fino all’epoca moderna.
Cosa fare
Un itinerario alla scoperta di Castelvetro non può che partire dal cuore del paese, Piazza Roma, dalla quale si gode di una splendida vista sulla vallata sottostante e sulla quale si affacciano Palazzo Rinaldi, la Torre dell’Orologio, la Torre delle Prigioni e il Municipio.
Forse non tutti sanno che la Piazza è stata realizzata in epoca relativamente recente, quando furono abbattuti gli edifici posti nella zona nord del Castello, ad eccezione delle Torri, e successivamente è stata lastricata con un’inconfondibile pavimentazione a scacchiera, che a settembre ospita la rievocazione della Dama Vivente.
Da non perdere anche il Castello di Levizzano Rangone, eretto come baluardo difensivo contro gli Ungari ed appartenuto al marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa.
L’antica struttura era composta da una cinta muraria al centro della quale era posta la cosiddetta “Torre Matildica” di forma quadrata, che – essendo la residenza del Signore – aveva anche la funzione di mastio, ossia luogo di comando. Nel 1342 il Castello passò alla famiglia Rangone, che gli diede una maggiore connotazione di residenza signorile e lo tenne sotto la sua proprietà fino alla conquista Napoleonica.
Tra l’Ottocento e il Novecento, quando divenne di proprietà del Comune di Castelvetro, il Castello è stato oggetto di alcuni importanti restauri. Tra questi interventi, che hanno coinvolto circa il 70% dell’intero fabbricato, il restauro delle Stanze del Vescovo, con il recupero degli antichi soffitti lignei e delle decorazioni affrescate con scene cavalleresche.
Eventi
Una visita all’Acetaia Comunale, realizzata per volere dei Maestri Assaggiatori della comunità locale della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
L’Acetaia è nata nel 2002 per promuovere la conoscenza dell’oro nero modenese e rappresenta un importante primo approccio a questo prodotto DOP; essa ospita infatti due batterie da 7 botticelle ciascuna e una serie di oggetti legati alla cultura dell’aceto, tra cui i tragni, tradizionali vasi in terracotta smaltata per conservare l’aceto.
Per scoprire dal vivo il processo produttivo si consiglia inoltre una visita con degustazione presso una delle acetaie locali.
Una visita con degustazione ad una delle cantine del territorio, per scoprire il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP in tutte le sue declinazioni.
Una visita alla mostra permanente Fili d’Oro a Palazzo, che raccoglie una collezione di abiti in stile rinascimentale a cura dall’Associazione Dama Vivente.
Enogastronomia
A giugno, ma solo ogni due anni, Mercurdo, il mercato dell’assurdo: spettacoli e mostre dedicate al tema dell’assurdo e un mercatino di oggetti strani e inusuali.
Ad agosto Calici di stelle, una weekend di degustazioni e osservazione delle stelle cadenti.
A settembre la Dama Vivente (negli anni pari) e la Festa a Castello (negli anni dispari), evento storico per rievocare i festeggiamenti che i Marchesi Rangone dedicarono al Poeta Torquato Tasso rifugiatosi a Castelvetro durante la sua fuga da Bologna.
Ancora a settembre la Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa, l’evento che celebra il prodotto principe del territorio, tra spettacoli, degustazioni, mercatini e la tradizionale sfilata dei Carri di Bacco.
Cammini e Via di pellegrinaggio
Oltre al già citato Lambrusco Grasparossa, il territorio offre la possibilità di gustare numerosi prodotti DOP, come l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Modena.
Castelvetro, inoltre, sorge tra Modena e Bologna dunque tra le ricette della tradizione non possono mancare i tortellini in brodo e le altre paste fresche tradizionali come le tagliatelle e i tortelloni, le crescentine modenesi (conosciute anche come tigelle) accompagnate da salumi e formaggi, ma anche il coniglio alla cacciatora, i borlenghi e, per finire, la torta di ciliegie.
Percorsi di pellegrinaggio e sentieri
Castelvetro è il punto di partenza della Via Romea Nonantolana Occidentale, che con un itinerario di circa 72 km conduce fino al Passo della Croce Arcana, sconfinando poi in Toscana.
La rubrica Emilia Romagna Borghi è realizzata basandosi sulle adesioni dei borghi alle associazioni Borghi più belli d’Italia, Bandiere Arancioni, Borghi autentici d’Italia.
Per ulteriori informazioni: comune.castelvetro-di-modena.mo.it – visitcastelvetro.it
Autore
Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.
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