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Andar per castagne in Emilia-Romagna

di /// Novembre 7, 2024
Tempo stimato di lettura: 4 minuti

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I weekend di autunno sono perfetti per andar per castagne. In questo periodo i boschi dell’Emilia-Romagna sono un caleidoscopio di colori, profumi e paesaggi incantati: destinazioni perfette per un turismo lento e una fuga dalla quotidianità.

Forse non tutti sanno che in Emilia-Romagna crescono 13 varietà diverse di castagno, come il Marrone IGP di Castel del Rio, fra i più pregiati in Italia o il Marrone di Pavullo, adatto per la produzione di marron glacés.

Non tutti i castagneti permettono la raccolta al pubblico (alcuni sono di proprietà privata), quindi il consiglio è di informarsi preventivamente con il Comune o le Proloco.

Con scarponcini da trekking e borraccia d’acqua però, si può sempre fare una camminata, pestando i ricci caduti nel fogliame e godendosi lo spettacolo del foliage.

Ecco alcune proposte di itinerari all’aria aperta, per camminare nel silenzio in mezzo alla natura.

A Borgo Val di Taro (PR) si percorre la Via del Castagno

Borgo di Val di Taro (PC), Sentiero dei castagni
Borgo di Val di Taro (PC), Sentiero dei castagni | Credit: aurasenzaelle.com

La Via del Castagno in Val di Taro è una passeggiata a piedi o in auto di circa otto km fra corsi d’acqua, boschi, castagneti e case in pietra. Si parte dalla stazione di Borgo Val di Taro, centro principale di questa valle, dove cresce il famoso fungo porcino IGP.

La strada è la provinciale che corre sul Muraglione, un argine costruito nel 1800 come protezione dalle piene del torrente Tarodine.

Dopo cinque km, superata la località di Grifola, si segue questa volta la strada comunale, fino a che non apparirà l’antico abitato di Case Vighini, un nucleo di case medievali in pietra. L’atmosfera è ferma e fuori dal tempo.

Da Case Vighini un sentiero fra gli alberi porta al Prato dell’Orsaresso attraverso boschi di castagni.
Al ritorno si possono esplorare anche gli altri bei borghi della valle: Albareto, Bedonia, Compiano e Tornolo.

Da assaggiare. Le panelle di farina di castagne, uvetta, pinoli e semi di finocchi, cotte nelle speciali piastre, chiamate testarelle.

A Carpineti (RE) fra i boschi di castagni di Matilde di Canossa

Castello di Carpineti (RE)
Castello di Carpineti (RE) | Credit: Martina Santamaria @pimpmytripit

A 1h da Reggio Emilia, ecco che si entra nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, tra boschi, torrenti e i castelli di Matilde di Canossa.

I castagneti più conosciuti sono a Carpineti, dove c’è un castello di Matilde. Una buona zona per le castagne è anche il paese di Marola, arrampicato su un’altura con una millenaria abbazia, 30 km da Reggio Emilia.

La raccolta delle castagne è libera nell’area del Metato del Pan d’Albero (i metati sono gli antichi essiccatoi di castagne).

Nel castagneto di Monte Borello (dove c’è il Seminario) con una piccola offerta ai Missionari si possono raccogliere le castagne lungo il Sentiero della Madonnina in tutti i weekend di ottobre.

A 19 km da qui c’è Toano, altro borgo matildico con il famoso castagno monumentale: alto 10 metri, diametro di 182 cm. Si dice che il suo tronco cavo fosse usato dai partigiani come nascondiglio.

Da assaggiare. I tortellini dolci di Carpineti con un ripieno a base di castagne, noci, marmellata di mele cotogne.

La Via Europea del Castagno fra Modena e Bologna

Zocca (MO), Museo del Castagno e del Borlengo
Zocca (MO), Museo del Castagno e del Borlengo | Credit: italia.it

La Via Europea del Castagno parte dalla Turchia e arriva in Portogallo. Uno dei tratti di questo itinerario internazionale attraversa l’Appennino tra Modena e Bologna, e si snoda nel Parco dell’Antico Frignano.

Qui tutti i borghi sono circondati da castagneti: Zocca, Montese, Fanano, Pavullo, Frassinoro, Montecreto, Montefiorino, Polinago, Prignano, Guiglia, Serramazzoni, Palagano, Granaglione, Monte San Pietro e la vicina località di Montepastore, Vergato, Castel d’Aiano.

Fra i castagneti più antichi ci sono quelli di Castelluccio di Montese e di Fellicarolo, dove c’è una bella cascata.

A Zocca il Museo del Castagno e del Borlengo non finisce nelle sale interne, ma prosegue lungo un sentiero nel cuore dei castagneti di Monte San Giacomo.

Da assaggiare. I ciacci di castagne sono crêpes sottili di farina di castagne, da gustare da sole oppure farcite con salumi e formaggi.

Alla scoperta del Marrone di Castel del Rio (BO)

Castel del Rio (BO), Marrone
Castel del Rio (BO), Marrone | Credi: Bologna Welcome

Castel del Rio è un borgo di case in sasso, nato sulla riva del fiume Santerno, con un ponte ad arco, il Ponte degli Alidosi. Distante solo mezz’ora da Imola, appare come un luogo pieno di pace, fra Romagna e Toscana.

Qui nasce una castagna unica, anzi un marrone, cioè un frutto più grande, più morbido, più pregiato perché cresce in piccole quantità sui pendii boscosi che guardano il paese.

Il marrone di Castel del Rio è diffuso in tutti i borghi della zona: Fontanelice, Casalfiumanese, Borgo Tossignano.

Un’escursione da non perdere è quella alla millenaria chiesa di Valmaggiore, con un tetto di vetro che fa scorgere il cielo. L’ultimo tratto per arrivare in cima al colle di 700 metri, dove svetta Valmaggiore, non è
asfaltato, ma la fatica per salire vale certamente la pena.

Da assaggiare (e portare a casa). I negozi hanno vere leccornìe in vetrina: castagnaccio, crema di marroni, crostate, ravioli di marroni, polenta di castagne.

Nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (FC)

Premilcuore (FC), Ponte Romano
Premilcuore (FC), Ponte Romano

Per secoli le castagne hanno sfamato gli abitanti di questo territorio appenninico ricco di boschi e sorgenti termali. Basta uscire da uno qualsiasi dei centri del Parco come Bagno di Romagna, Verghereto, Premilcuore, Dovadola, San Piero in Bagno, per trovarsi abbracciati da foreste antichissime.

Una bella passeggiata è quella che parte dal centro di Premilcuore e percorre un tratto della Via del Sale, la strada che un tempo univa questi territori alla vicina Firenze.

Poco dopo s’incontra la Grotta Urlante, un paradiso nascosto di acqua scrosciante, formato da un’arcata di 16 metri. La cascata si trova in località Giumella, sotto il Ponte Nuovo.

Da qui si sale sulla cima panoramica del Monte Arsiccio e poi si torna in paese dove si fa tappa al Centro visita del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.

Da assaggiare. Il castagnaccio, dolce di montagna, è un perfetto street-food.

Valconca e Valmarecchia, panorami e natura a due passi dal mare di Rimini

Sant'Agata Feltria (RN), Rocca Fregoso
Sant’Agata Feltria (RN), Rocca Fregoso | Credit: Assessorato al Turismo Provincia di Rimini

La Valmarecchia e la Valconca in autunno sono avvolte dalla poesia e da un caleidoscopio di colori. Il paesaggio è un susseguirsi di boschi e di cocuzzoli, e gli alberi di castagne non mancano.

Prima di addentrarsi con un cesto sottobraccio, è sempre buona norma informarsi con le Proloco.

A Monte Faggeto a Montefiore c’è un bosco molto bello e piuttosto vasto, dove fare trekking fra i castagni. Altri boschi di castagno sono a Talamello sul Monte Pincio e a Montefiore Conca.

A Sant’Agata Feltria, terra di tartufo bianco, ma anche di castagne, nella zona di Ca’ Francescone c’è la possibilità di chiedere in quali giornate e in quali orari è possibile godersi questa esperienza.

Da assaggiare. Un risotto saporito dove riso e castagne cuociono insieme con tanti aromi.

Autore

Daniela Camboni

Giornalista e mamma.
Ho preso a scrivere a 6 anni, non mi sono più fermata. Ottimista. Traveller.

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