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I tesori dell’isola di Pomposa

di /// Ottobre 31, 2024
Tempo stimato di lettura: 2 minuti

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Narrano le antiche storie che in passato nelle terre della foce del Po la linea di costa fosse molto diversa. Era il tempo in cui Ferrara era ancora attraversata dal grande fiume e Comacchio era come Venezia, una città costruita sull’acqua.

La laguna creata dalla foce del fiume Po era più vasta e le paludi occupavano quel che in seguito sarebbe divenuto uno dei territori più fertili d’Italia. Qui vi era Pomposa, una piccola isola nascosta agli sguardi dei più, un piccolo regno di pace e meditazione in cui si erano stabiliti alcuni monaci.

Isola di Avalon - Foto di Alice Popkorn https://flic.kr/p/5nimed
Isola di Avalon – Foto di Alice Popkorn

Era un po’ come l’antica Avalon narrata nei racconti d’oltremanica, si diceva infatti che l’isola si facesse trovare solo agli iniziati o ai pellegrini di passaggio, era infatti costantemente attorniata e nascosta dalle nebbie del fiume.
Molti predoni e pirati cercarono invano di depredarla delle immense ricchezze che si diceva custodisse, ma nessuno una volta partito, fece ritorno dal viaggio. Chi la raggiunse non tornò mai indietro, estasiato dal mondo sospeso in cui era racchiuso quel lembo di terra, molti altri si persero tra le nebbie, cercando invano ciò che a loro era proibito.

Codigoro, Pomposa Abbey, Ph. leimmagini
Abbazia di Pomposa | Ph. leimmagini

Luogo ameno ed isolato rispetto alle lotte del mondo circostante Pomposa diventò rifugio di monaci e studiosi di tutta Europa e di molti altri che avevano motivo di scappare dalle loro vite.
Si dice che proprio qui, in questo anfratto ovattato del Grande Fiume, il monaco Guido d’Arezzo creò il metodo di scrittura delle note musicali, ovvero il Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si che usiamo ancora oggi.

Simbolo di un mondo antico circondato dalle acque, oggi l’Abbazia di Pomposa non è più separata dalla costa: i movimenti del delta del Po, la presenza umana e la bonifica l’hanno infatti annessa definitivamente alla terra ferma.
Il suo sapere, le sue ricchezze non sono più riservate ad esclusivo privilegio di alcuni iniziati, ed il suo alto campanile è oramai punto di riferimento per le genti delle città vicine.

Come un gigante ormai vecchio, rimane seduta su grandi blocchi rocciosi e concede i suoi antichi tesori ai visitatori di tutto il mondo, tranne alcuni giorni dell’anno quando la nebbia scende fitta, e la riporta nel suo mondo lontano, annunciata solo da alcune note che attraversano la foschia…

Codigoro (FE), Abbazia di Pomposa
Codigoro (FE), Abbazia di Pomposa | Ph. Massimo Baraldi

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Autore

Walter Manni

Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web

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