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Statue e sculture urbane in Emilia-Romagna

di /// Luglio 30, 2024
Tempo stimato di lettura: 6 minuti

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Camminare per le strade dell’Emilia-Romagna è come sfogliare le pagine di un libro antico, dove ogni statua racconta una storia fatta di eroi, artisti e visionari che hanno segnato la storia di questa meravigliosa regione d’Italia.

Poste lungo le strade o al centro delle piazze, queste figure in pietra e bronzo si emancipano dall’essere semplici ornamenti urbani, ma si confermano custodi silenti di leggende e memorie, testimonianze eterne di un passato ricco e vibrante.

La statua del Nettuno - Bologna

Bologna (BO), Statua del Nettuno
Bologna (BO), Statua del Nettuno | Credit: muratart (solo per uso editoriale)

Situata in Piazza del Nettuno, accanto alla maestosa Piazza Maggiore, la Fontana del Nettuno – soprannominato dai bolognesi “Il Gigante” ( Żigànt in dialetto) – è senza dubbio una dei monumenti più iconici di Bologna.

Commissionata nel 1563 dal cardinale legato Carlo Borromeo, il monumento fu progettato dall’architetto Tommaso Laureti e scolpita dal celebre artista fiammingo Jean de Boulogne, meglio conosciuto come Giambologna.

Inaugurata nel 1566, la fontana rappresenta il dio del mare Nettuno, imponente e fiero, che domina un bacino d’acqua circondato da figure mitologiche. Con il suo tridente sollevato, il dio sembra voler controllare le acque, simboleggiando il potere e l’influenza della città di Bologna, che nei secoli passati prosperava grazie ai suoi canali e al commercio marittimo.

Curiosità

Si dice che osservando il Nettuno da un certo angolo, il pollice della sua mano tesa sembri un fallo, un dettaglio che avrebbe divertito Giambologna e che ancora oggi suscita il sorriso dei passanti. Inoltre, il tridente della statua è stato adottato come simbolo dalla casa automobilistica Maserati.

I Cavalli del Mochi - Piacenza

Piacenza (PC), Piazza Cavalli, statue equestri di Ranuccio e Alessandro Farnese
Piacenza (PC), Piazza Cavalli, statue equestri di Ranuccio e Alessandro Farnese | Credit: Joaquin Ossorio Castillo, via Shutterstock

In Piazza Cavalli a Piacenza, due statue equestri catturano immediatamente l’attenzione dei visitatori. Questi monumenti, conosciuti come i Cavalli del Mochi, sono un capolavoro indiscusso della statuaria barocca e da allora sono uno dei simboli distintivi della città.

Realizzate dallo scultore toscano Francesco Mochi da Montevarchi, che dedicò sedici anni (dal 1612 al 1628) alla loro creazione, furono commissionate da Ranuccio I Farnese, signore di Parma e Piacenza, per onorare la memoria del padre Alessandro Farnese e ristabilire il favore della popolazione piacentina nei confronti della sua famiglia.

Ranuccio Farnese è rappresentato sulla destra con un’incredibile dinamicità, in costume romano e con uno scettro, mentre il cavallo sembra prendere vita sotto di lui. Alessandro Farnese, padre di Ranuccio, è raffigurato in una postura più calma e maestosa, riflettendo la sua natura di condottiero e stratega.

Curiosità

Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, le due statue equestri furono spostate all’interno del Castello di Rivalta per proteggerle da possibili danni durante i bombardamenti.

La Statua di Giuseppe Verdi - Busseto

Busseto (PR), Statua di Giuseppe Verdi
Busseto (PR), Statua di Giuseppe Verdi | Credit: Trabantos, via Shutterstock (solo per uso editoriale)

Il grande Giuseppe Verdi, conosciuto come uno dei più celebri compositori di opere liriche al mondo, è nato nella piccola località di Le Roncole nel 1813, una frazione di Busseto (PR). La sua cittadina natale non poteva esimersi dal celebrare uno dei suoi migliori “figli” con una statua in bronzo situata nella piazza principale di Busseto, di fronte alla Rocca.

L’opera fu realizzata dallo scultore cremonese Luigi Secchi, il cui progetto fu selezionato dagli architetti Luca Beltrami e Camillo Boito in occasione del centenario della nascita di Giuseppe Verdi. L’inaugurazione avvenne il 9-10 ottobre 1913.

Il Maestro, raffigurato in posizione seduta e pensierosa, sembra dominare quietamente con lo sguardo la vita del paese, quasi a riflettere sulle sue opere immortali. È un tributo alla sua straordinaria carriera e al suo contributo ineguagliabile al mondo della musica lirica.

Curiosità

Ogni anno, questa piazza si anima durante il Festival Verdi, quando appassionati e musicisti da tutto il mondo si riuniscono per celebrare la sua eredità. La statua diventa così il fulcro di un’esperienza culturale vibrante, un luogo dove l’arte di Verdi continua a risuonare, evocando emozioni profonde e senza tempo.

Da non dimenticare, nella vicina Parma, in Piazza San Francesco, proprio davanti alla Casa della Musica, si trova un’altra scultura dedicata a Giuseppe Verdi, questa volta seduto su una panchina. L’opera, del peso di 400 chili, è stata realizzata dall’artista Sergio Brizzolesi in occasione del Bicentenario della nascita del grande Maestro.

La Statua del Crostolo - Reggio Emilia

Reggio Emilia (RE), Piazza Prampolini
Reggio Emilia (RE), Piazza Prampolini | Credit: A. Marino, via Shutterstock (solo per uso editoriale)

Situata su un lato di Piazza Prampolini a Reggio Emilia, lungo il percorso storico del torrente Crostolo, la Statua del Crostolo rappresenta in modo allegorico il corso d’acqua stesso, uno dei simboli più emblematici della città e un punto di ritrovo per i suoi abitanti.

La scultura, con la sua eleganza classica, invita i visitatori a riflettere sul profondo legame tra l’uomo e la natura, celebrando il torrente che ha sostenuto e dato vita a generazioni di reggiani.

Curiosità

Insieme alle statue dei fiumi Secchia e Panaro, la Statua del Crostolo originariamente faceva parte del complesso ornamentale del parco della Villa Ducale di Rivalta, dove è stata documentata già nel 1754. È stata successivamente spostata in questo luogo nel 1800, posizionata in prossimità di un pozzo costruito nel 1770 dal clero della Cattedrale per l’approvvigionamento idrico.

La Statua della Bonissima - Modena

Modena (MO), Statua della Bonissima
Modena (MO), Statua della Bonissima | Credit: Annovi.frizio (via Wikimedia)

La Statua della Bonissima, situata in un angolo del Palazzo del Comune di Modena, è una delle icone più affascinanti della città. Questa enigmatica figura femminile, scolpita nel Medioevo e datata tra il XII e il XIII secolo, è avvolta da un alone di mistero e leggende.

Diverse ipotesi sono state formulate sulla sua identificazione. Secondo una leggenda, si tratterebbe di una nobile dama di nome Bona che, in un periodo di carestia, si era adoperata per aiutare i poveri. Gli studiosi concordano unanimemente che la Bonissima rappresenti un personaggio realmente vissuto, ma sono divisi sulla sua precisa identità. Per alcuni, si tratterebbe di “Bonixima, figlia di un tale Sigecio”, mentre altri ritengono possa essere Gundeberga, una donna longobarda.

Altri ancora hanno cercato di identificare la statua con la contessa Matilde di Canossa, che all’epoca esercitava un particolare ascendente e una notevole autorevolezza in città.

Infine, alcuni studiosi ritengono che la statua non rappresenti una persona fisica, bensì un pubblico ufficio del Comune, di cui fu simbolo emblematico: l’Ufficio della Bona Opinione, detto anche delle Bollette, di fronte al quale era stata collocata in origine. Una possibile conferma di questa teoria potrebbe essere il fatto che sul lastrone che sorregge la scultura erano scolpite tutte le patrie misure mercantili.

Curiosità

La statua sembra osservare silenziosamente le attività della piazza sottostante, come a ricordare ai modenesi l’importanza della giustizia e della compassione.

La sua presenza, immobile e solenne, è diventata un punto di riferimento per gli abitanti di Modena, incantando i visitatori con il suo sguardo enigmatico e il suo ruolo nel tessuto storico e culturale della città

La Statua del Guercino - Cento

Cento (FE), Statua del Guercino
Cento (FE), Statua del Guercino | Credit: Miti74, via Shutterstock

Nato nel 1591 a Cento (Ferrara), Giovanni Francesco Barbieri, meglio conosciuto come il Guercino, si distinse per la sua abilità tecnica, la profondità emotiva delle sue opere e la capacità di catturare la luce con una maestria senza pari, tanto da essere riconosciuto dalla critica come uno dei più importanti e influenti pittori italiani del Seicento.

Nel cuore della sua Cento, nella piazza principale a lui dedicata (Piazza Guercino), i suoi cittadini hanno voluto rendere omaggio al suo talento e alla sua influenza artistica realizzando una bellissima statua nel 1862. Il simulacro, opera del giovane scultore Stefano Galletti, è un omaggio commovente e duraturo alla figura del maestro del Barocco.

La statua rappresenta l’artista in un atteggiamento pensieroso e dignitoso, con una mano che regge il pennello e l’altra che sostiene la tavolozza, strumenti simbolici del suo mestiere. Lo sguardo sembra rivolgersi verso l’orizzonte, come se fosse immerso nella contemplazione delle sue future opere.

Curiosità

La statua è un punto di ritrovo per i residenti e spesso diventa il fulcro delle celebrazioni locali, come la famosa Fiera di Cento o il grande carnevale.

Imperdibile, se si vuole meglio conoscere l’opera artistica del pittore, la visita alla Civica Pinacoteca il Guercino, che custodisce un patrimonio di inestimabile valore composto da 120 opere tra pitture e sculture, 46 disegni e ben 20 affreschi realizzati proprio dalla mano di Giovanni Francesco Barbieri.

La Statua di Girolamo Savonarola - Ferrara

Ferrara (FE), Statua del Savonarola
Ferrara (FE), Statua del Savonarola | Credit: Only Fabrizio, via Shutterstock

Situata in Piazza Savonarola a Ferrara, in un punto nevralgico del centro storico, la Statua di Girolamo Savonarola raffigura il celebre frate domenicano, noto per le sue ferventi prediche contro la corruzione morale e politica del Rinascimento che ggli causarono un’esistenza turbolenta e drammatica, culminata con la sua condanna al rogo.

La statua fu eretta nel 1875 a seguito di un concorso nazionale vinto da Stefano Galletti, lo stesso artista fautore del simulacro dedicato a Guercino nella vicina Cento.

L’opera, in marmo bianco di Carrara, raggiunge un’altezza di 2,90 metri e poggia su un basamento in marmo di Verona alternato bianco e rosso, alto 4,20 metri, circondato da dodici colonnine di marmo lavorate dall’artista David Venturi di Bologna.

Curiosità

La statua, simbolo di forza e determinazione, ricorda ai passanti il coraggio di Savonarola nel denunciare i mali della sua epoca. La sua figura imponente, posta davanti al maestoso Castello Estense, sembra ammonire ancora oggi coloro che passano, sottolineando l’importanza della giustizia e dell’integrità.

La statua di Apollinare - Ravenna

Ravenna, Piazza del Popolo
Ravenna, Piazza del Popolo | Credit: Canadastock

Situata in Piazza del Popolo, nel centro storico di Ravenna, la statua rende omaggio a Sant’Apollinare, primo vescovo della città e santo patrono.

La statua, posta su un’altissima colonna in granito di reimpiego eretta nel 1441 durante il dominio veneziano, raffigura il prelato con abiti episcopali e il pastorale, simboli della sua carica religiosa.  Al suo fianco, su un’identica colonna, un tempo occupata dal Leone di San Marco, si trova invece la statua di San Vitale, martire paleocristiano intimamente legato alla città.

Curiosità

La storia e il culto di Sant’Apollinare sono profondamente connessi alla storia di Ravenna. Non è un caso che a lui siano consacrate due basiliche del V e VI secolo (Sant’Apollinare Nuovo e Sant’Apollinare in Classe) dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Autore

Davide Marino

Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi

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