Tutti la conosciamo per la sua anima medievale, fatta di torri e palazzi merlati che da secoli vegliano silenti sul centro storico. A uno sguardo più attento, però, il capoluogo emiliano appare ricco di testimonianze architettoniche risalenti ad epoche più moderne. Risaliamo allora ai primi del Novecento per intraprendere un viaggio nello stile Liberty a Bologna, e scoprire le numerose tracce che ha lasciato dietro sé nelle strade del centro e della periferia.
Quello che ha preceduto l’avvento dell’Art Nouveau è stato un periodo di grande fermento urbanistico per la città. In seguito all’Unità d’Italia, a Bologna nascono infatti nuove arterie cittadine – pensiamo a via dell’Indipendenza e all’asse via Irnerio-dei Mille-Don Minzoni – mentre altre vengono ampliate, come la centrale via Rizzoli.
Nel 1889, poi, il Comune approva il Piano Regolatore e di Ampliamento della città, che prevede tra l’altro la creazione di nuovi quartieri fuori dalle mura trecentesche. Proprio queste ultime verranno abbattute a partire dal 1902, lasciando spazio ai futuri viali di circonvallazione che oggi abbracciano il centro storico.
In questo clima di profondi stravolgimenti si innesta dunque la corrente artistica di respiro europeo, fortemente decorativa e ispirata alla natura, che oggi conosciamo come Art Nouveau o Liberty.
1. Palazzo Ronzani e Cinema Modernissimo
Cominciamo il nostro tour dell’architettura Liberty a Bologna con un edificio posto all’angolo tra via Rizzoli e piazza Re Enzo che nasconde alcune interessanti sorprese.
Inaugurato nel 1914 per volere di un industriale attivo nella produzione della birra, Palazzo Ronzani è un imponente edificio tardo-Liberty progettato da Ettore Lambertini e Gualtiero Pontoni sull’area in cui sorgeva l’antico Mercato di Mezzo. Riconoscerlo è piuttosto facile per chi passeggia su via Rizzoli: basta cercare la sua facciata angolare sormontata da una torretta e la colorata pensilina in ferro e vetro che segnala la presenza di una vecchia fermata del tram.
Avvicinandoci al porticato del palazzo notiamo poi un raro esempio di negozio in stile Liberty, l’ex Profumeria Goselli, che oggi ospita una gioielleria. Sbirciando attraverso le sue vetrine possiamo ancora scorgere i meravigliosi arredi e lampadari originali, opera dell’architetto Paolo Sironi (1914).
Ma non si tratta dell’unica meraviglia custodita da Palazzo Ronzani. Il progetto comprendeva infatti la realizzazione di un teatro sotterraneo disposto su due piani, trasformato poco dopo in un cinema. Rimasto attivo fino al 2007 con il nome di Cinema Arlecchino, la città ha deciso di riportare alla luce la sala – finemente decorata con affreschi Art Nouveau – e donarla nuovamente ai bolognesi con il suo nome originale, Cinema Modernissimo.
2. Casa Barilli
Non scherziamo quando diciamo che il centro storico di Bologna è ricco di tracce di un passato recente! Per la seconda tappa del tour nella Bologna Liberty sarà sufficiente attraversare la strada e alzare lo sguardo verso un palazzo di recente ristrutturato, sede di un noto brand statunitense.
Come Palazzo Ronzani, anche con Casa Barilli ci troviamo di fronte a un edificio angolare affacciato su via Rizzoli. La sua costruzione risale però a qualche anno prima, precisamente al 1906-1907, su disegno dell’architetto Leonida Bertolazzi.
Casa Barilli nasce con l’intento di ospitare i primi grandi magazzini di Bologna, ed è facile intuirlo date le ampie vetrate e finestre che si susseguono lungo l’intera facciata. Disposta su quattro piani, le sue decorazioni ad archi ribassati, le ringhiere in ferro lavorato e le lesene a tutt’altezza rimandano allo stile della Secessione viennese, oltre a trasmettere un senso di eleganza sempre attuale.
3. Biblioteca Salaborsa
Salaborsa è un luogo fondamentale per la storia della città, ma anche una meta imperdibile per chi la visita. Oggi biblioteca pubblica e luogo di incontri e presentazioni, il nucleo originario dell’edificio sorge negli anni ‘80 dell’Ottocento, per poi subire alcune modifiche strutturali negli anni ‘20 del secolo successivo.
Le tracce della sua lunga storia sono ben evidenti al di sotto della pavimentazione di cristallo della cosiddetta “piazza coperta”, che ospita i resti della Bologna romana e medievale, oltre alle tracce dell’Orto Botanico cinquecentesco. Nel corso del tempo, Salaborsa ha cambiato poi diverse destinazioni d’uso – da luogo dedicato alle contrattazioni di borsa alla sede di una banca e addirittura palazzetto dello sport – prima di diventare una delle più note biblioteche bolognesi.
Riguardo all’architettura dell’edificio, la piazza interna di Salaborsa è circondata da esili arcate che poggiano su colonne di ghisa, e che a loro volta sorreggono un luminoso tetto in vetro e metallo. Progettato in stile modernista, l’ampio uso del ferro strizza l’occhio alla corrente Liberty che sarebbe approdata in città soltanto qualche anno dopo, così come le decorazioni a rosoni del soffitto.
4. Palazzina Majani
Spostiamoci soltanto di qualche decina di metri rispetto a Salaborsa per raggiungere la Palazzina Majani, situata in via Indipendenza. La storia di questo edificio è legata a doppio filo con quella della celebre famiglia di cioccolatieri – i primi in Italia a creare il cioccolato in formato solido – che un tempo aveva sede proprio qui, a due passi da Piazza Maggiore.
Con il suo balcone di forma semicircolare, la balaustra in ferro battuto, le decorazioni floreali e i festoni di frutta che ornano i capitelli del portico, la Palazzina Majani rappresenta un ottimo esempio di architettura Liberty a Bologna. Per via della sua forma così particolare, e a riprova dell’influenza che l’Art Nouveau esercitò su di essa, all’epoca della sua costruzione i puristi paragonarono la palazzina a “una seggiola di Vienna”.
Opera del pittore e architetto Augusto Sezanne, dall’anno della sua apertura (1904) fino al 1953 la palazzina fu sede di un raffinato bar, di una sala da tè e naturalmente del negozio di cioccolata e dolciumi Majani. La terrazza all’aperto ospitava invece alcuni tavolini e uno spazio dedicato alla musica dal vivo e al ballo, frequentato anche dalle celebrità di passaggio in città.
5. Via Audinot e la civiltà del villino
Ricordate il piano regolatore che abbiamo menzionato nell’introduzione dell’articolo? Una delle conseguenze più evidenti di questo ambizioso progetto urbanistico di fine Ottocento è stata la creazione della cosiddetta città-giardino fuori Porta Saragozza, affascinante esempio della Bologna Liberty.
Nell’area dell’attuale via Audinot vennero costruite diverse villette in stile Liberty destinate ad ospitare la classe borghese cittadina, in cerca di una sistemazione più consona rispetto agli edifici antichi e in parte decadenti del centro storico: un fenomeno definito successivamente come la “civiltà del villino”.
Il progetto fu affidato all’architetto Paolo Sironi nei primi anni del Novecento, che realizzò una serie di affascinanti palazzine spesso sormontate da torrette e immerse nel verde, dotate di balconi, cancelli, finestre e porte finemente lavorate con motivi vegetali e geometrici, oppure veri e propri motivi dipinti e applicazioni in ceramica.
Ulteriori testimonianze dello stile Liberty a Bologna
Il centro storico e la prima periferia bolognese vantano ulteriori tracce del cosiddetto stile floreale. Eccone alcune:
- Canton de Fiori
- Lampione dei Neonati in Piazza Nettuno
- Ex Albergo Diurno Cobianchi
- Insegna della Farmacia Zarri e orologio del Banco di Roma (via Ugo Bassi)
- Edicola tra via d’Azeglio e via IV novembre
- Palazzina Liberty ai Giardini Margherita
- Ex-Manifattura Tabacchi
- Ospedale Gozzadini
Autore
Maria Grazia Masotti
Eterna sognatrice con i piedi per terra. Cresciuta in campagna e amante delle grandi città. È sempre pronta per un viaggio, purché sia sostenibile.
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Andrea
Bello, e interessante .
Brava!
Maria Grazia
Buon pomeriggio Andrea,
grazie tante per l’apprezzamento. Non può che farmi piacere.
Maria Grazia | staff #inEmiliaRomagna