E se la Via Emilia fosse una passerella?
Vi portiamo sulla strada della moda emiliano-romagnola, sfilando con passo deciso lungo il sentiero che fu storicamente l’arteria principale degli scambi commerciali al tempo dell’Impero Romano e che tutt’ora esiste e collega le principali città della regione, mostrandovene un volto nuovo, che nulla ha da invidiare alle più celebri città-culto della moda italiana.
Se vi state chiedendo cosa c’entra l’EmiliaRomagna, terra di sapori, arte e natura, con il sfavillante mondo del fashion, abbiamo qualche sorpresa: le città d’arte emiliano romagnole hanno infatti dato i natali ad alcune delle personalità più influenti nel settore e la loro identità riecheggia anche attraverso le vecchie vetrine, le botteghe e le tradizioni artigiane, di cui l’arte sartoriale è una tra le più longeve.
Si tende a dimenticare che dietro ai luccichii di paillettes e perline si celano ore e ore di processi creativi, di influenze storiche, culturali e sociali e, ancor più, di storie familiari, un valore – quest’ultimo – molto caro all’anima emiliano romagnola.
La moda nasce nelle botteghe, viene tramandata per generazioni, fino ad evolversi nella filiera, conquistando l’oltre-confine.
La storia della moda “Made-in-Italy” ha precise connotazioni che hanno contribuito a renderla iconica a livello internazionale, per cui sul mercato odierno Italia e Italianità sono associate alla qualità, alla cura, più materna che maniacale.
Vogliamo portarvi lungo la Via Emilia, e lo faremo con passo da catwalk, ovvero con lunghe falcate da una provincia all’altra, con i ritmi serrati delle sfilate, per un’idea nuova di turismo che possa cucire insieme tessuti storici e cultura dell’artigianalità di cui l’EmiliaRomagna è orgogliosa, ripercorrendo le origini dei brand e dei grandi nomi della moda.
Pronti per lo show?
Partendo da Piacenza ci accoglie Giorgio Armani, città in cui il grande stilista è cresciuto e di cui conserva un’immagine e un attaccamento profondo dall’infanzia, mentre delle Valli Piacentine e precisamente da Grazzano Visconti giunge un’ospite che occupa la front-row (l’ambitissima prima fila) della nostra sfilata: la contessa Allegra Caracciolo di Castagneto.
A Parma ci fermiamo per una spruzzo di “Acqua di Parma“: nel lontano 1916 in un piccolo laboratorio di essenze nell’antico cuore dell’aristocratica città, i maestri profumieri della città creano una fragranza nuova ed insolita, che si va a configurare come la prima Colonia Italiana. Il successo che ne deriva a partire dagli anni ’50 con la gloria Hollywoodiana decreta poi l’Acqua di Parma come una delle icone del raffinato stile italiano.
Reggio Emilia è territorio della Famiglia Maramotti. Il brand MaxMara viene fondato da Achille Maramotti nel 1951, uno dei primi ad applicare il processo industriale nella produzione di abiti, anticipando l’idea del prêt à porter che di lì a poco avrebbe rivoluzionato il concetto di moda, che prima di allora era intesa solo come attività artigianale. Tra i suoi disegnatori si annoverano personaggi del calibro di Karl Lagerfeld e Dolce & Gabbana.
Oltre alla linea cardine, il gruppo sviluppa negli anni marchi satellite destinati a mercati specifici, tra cui citiamo il marchio Marina Rinaldi, simbolo di attaccamento alle origini: prende infatti il nome dalla bisnonna di Maramotti, che a fine Ottocento gestiva un atelier di lusso nel cuore di Reggio Emilia.
In provincia di Modena, a Carpi, troviamo l’incontro tra passato e presente nel binomio natale di due nomi affermati nella moda di oggi.
Anna Molinari, da una parte, rappresenta la storia. Anna Molinari fonda il gruppo Blufin con il defunto marito Gianpaolo Tarabini nel 1977 e da allora porta avanti una solida tradizione che si rinnova di stagione in stagione sotto lo stile dei brand Blumarine, Blugirl (destinato al pubblico più giovane) e il suo omonimo (specializzato in prêt à porter e lusso).
Una curiosità: come lei stessa dichiara in un’intervista a IoDonna del 2012 per rilassarsi “Vado spesso in bicicletta. Nella mia città, Carpi, ci sono tante piste ciclabili e poche macchine”.
Dall’altra parte abbiamo un’azienda giovane, anch’essa nata dalla collaborazione di una coppia nella vita e nel lavoro: Twin Set di Simona Barbieri (direttrice creativa della società) e Tiziano Sgarbi (amministratore delegato). Un marchio che nasce dalla crisi e fiorisce nel duro lavoro e nell’affiatamento di una famiglia, realizzandosi simbolicamente come un nuovo sogno moderno di successo all’Italiana.
A colpi di stiletto giungiamo a metà della nostra passerella, Bologna, il cuore pulsante dell’Emilia Romagna, conosciuta per essere “dotta, rossa e grassa”. Ebbene vi diremo adesso che è anche una città di stile!
A Bologna possiamo infatti creare un outfit completo, quello che si definisce un total look: in altre parole ci vestiremo dalla testa ai piedi con nomi “Made-In-Bologna”.
L’arduo compito di fasciare le curve delle donne bolognesi spetta alla lingerie e fu affidato alle abili mani della sarta Ada Masotti che nel 1954 crea La Perla come laboratorio di confezioni, e continua ad oggi nella missione di “rendere ogni donna nel mondo seducente, con eleganza e tocco italiano”.
Gli abiti sono firmati Elisabetta Franchi, una donna moderna che veste e conosce le donne, un modello di tenacia e auto-realizzazione che dice di sé “Fare collezioni, gestire un’impresa, sono lavori molto duri: entro alle 8 del mattino ed esco alle 21 di sera, passo in azienda il sabato e la domenica, sacrificando tutto il resto. Ma amo il mio lavoro. E farlo con passione è l’unico modo che conosco”.
Ai piedi ci infiliamo Bruno Magli, la cui arte si tramanda da generazioni: appresa dal nonno, Bruno avvia con i suoi fratelli Marino e Maria la produzione di scarpe da donna in una piccola cantina a Bologna, nel lontano 1936.
Ed infine gli accessori arrivano dalla boutique di Furla, la pelletteria fondata nel 1927 da Aldo e Margherita Furlanetto: tra borse, guanti e portafogli c’è solo l’imbarazzo della scelta!
Arriviamo ora in Romagna. Nella provincia di Forlì-Cesena, il borgo di San Mauro Pascoli è il regno delle calzature: Baldinini, Casadei e Sergio Rossi, rispettivamente datate 1910, 1958 e 1950, sono le case di moda ora internazionali nate dall’artigianato più apprezzato dalle donne di tutto il mondo. In comune hanno un fil rouge di tradizione familiare, passione e creatività, con un occhio alla modernità ed uno alle radici.
Calzate le scarpe corriamo come all’ultimo cambio d’abito a Cattolica, località marittima in provincia di Rimini, dove Giuliana Marchini cresce e si forma fino alla realizzazione nel 1959 del gruppo Gilmar con il fratello Luciano e il marito Silvano Gerani, e nel 1974 al marchio Iceberg.
Cattolica è anche casa di un’altra grande donna della moda, il cui nome si associa, con sempre nuove idee e collaborazioni, anche al mondo del cinema: la stilista Alberta Ferretti. L’infanzia romagnola si snoda tra i tessuti della sartoria della madre che contribuisce a definire fin dalla giovanissima età (la prima boutique la apre a soli 18 anni) il gusto raffinato che contraddistingue tutt’ora il marchio, declinando l’eleganza sobria, romantica e senza tempo riconosciuta ai livelli più alti dell’industria “Made-in-Italy”.
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