Forse non tutti sanno che il creatore del liscio, ovvero il capostipite della musica da ballo romagnola per come la conosciamo oggi, è il violinista romagnolo Carlo Brighi, nato a Savignano sul Rubicone il 14 ottobre 1853 e bonariamente chiamato “Zaclén”, ovvero anatroccolo.
Figlio di un calzolaio con l’inclinazione per il violino, la passione del padre contagia Carlo fin da piccolo, quando inizia a studiare violino da autodidatta, percorso completato in gioventù grazie alla formazione presso tre maestri: il clarinettista Ferdinando Pedretti, il direttore della banda di Savignano sul Rubicone Dionisio Abbati e Antonio Righi, insegnante di violino a Cesena.
La sua bravura lo porta ben presto a suonare nei teatri d’opera, dove esegue musica “colta” sotto la guida di grandi direttori d’orchestra tra cui nientemeno che Arturo Toscanini, ma anche nelle principali sale da ballo locali, dove si dedica alla musica d’intrattenimento.
Dal 1890, tuttavia, Carlo abbandona definitivamente la musica colta per creare un’orchestra tutta sua, che lo porta a girare tutta la Romagna. Il motivo di questo deciso cambio di rotta è un’intuizione innovativa che rivoluzionerà tutta la musica popolare successiva: l’idea di accelerare i tempi di valzer, polka e mazurca tramite il clarinetto in do, a cui attribuisce anche una parte dominante come strumento solista.
La musica ottiene un immediato successo e diventa un vero e proprio nuovo stile, imitato da tutti i violinisti e direttori d’orchestra successivi, tra cui l’allora giovane violinista Secondo Casadei, la cui formazioni avviene proprio nell’orchestra fondata da Carlo e guidata alla sua morte dal primogenito Emilio Brighi.
Nella sua lunga carriera Carlo Brighi ha scritto circa 1.200 composizioni musicali, di cui circa i tre quarti sono oggi conservati nel Fondo Piancastelli, presso la Biblioteca Comunale di Forlì.
Autore
Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.
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