Dopo avervi introdotto al tema all’Archeologia Industriale e condotto tra le vecchie fabbriche e le miniere nelle terre di Romagna, oggi ci spostiamo a ovest del fiume Sillaro, in Emilia per concludere così il nostro primo itinerario turistico alla scoperta dei monumenti industriali che nel secolo scorso hanno caratterizzato la storia produttiva dell’Emilia-Romagna.
Grazie al fondamentale apporto dell’associazione Save Industrial Heritage, vi proponiamo una selezione mirata di luoghi da conoscere e visitare.
Abbiamo cercato di individuare solo siti che non mostrassero particolari problemi di accessibilità e che fossero stati al centro negli ultimi anni di progetti di restauro e recupero della loro storia industriale, civile e sociale.
Museo Centro di Documentazione Storico Artistica "G. Bucci"
DOVE: Via Vittorio Veneto, 13 – Imola (BO)
Situato in alcuni edifici storici dell’antica Cooperativa Ceramica di Imola (classe 1874), il Museo Centro di Documentazione Storico Artistica “G. Bucci” nasce nel 1979 per valorizzarne la memoria storica e industriale.
Al suo interno, un percorso suddiviso in tre differenti sezioni vi condurrà attraverso i prodotti e le tecniche usate in oltre un secolo di attività.
Potrete seguire l’evoluzione dell’azienda da piccolo produttore artigianale a global player di stampo internazionale, ammirando anche opere di importanti artisti contemporanei – come Hsiao-Chin, Remo Brindisi, Enrico Bay, Lucio Del Pezzo, Arnaldo Pomodoro e Joe Tilson – con cui negli anni ha collaborato.
Museo del Patrimonio Industriale
DOVE: Via della Beverara, 123 – Bologna
Risaliamo la via Emilia e da Imola ci spostiamo a Bologna, dove nella periferia nord lungo il Navile, l’antico canale navigabile della città, sorge da più di vent’anni il primo museo d’Italia dedicato al patrimonio industriale.
La struttura che lo ospita è l’antica Fornace Galotti, un’azienda costruita nel 1887 per la produzione a ciclo continuo di mattoni e laterizi.
Al suo interno troverete un racconto ininterrotto che ripercorre oltre cinquecento anni di storia manifatturiera del capoluogo emiliano, dai setifici rinascimentali fino al moderno distretto metalmeccanico, attraverso l’evoluzione tecnologica e storie d’impresa degli ultimi anni.
Mulino Pizzardi
DOVE: Via G. Marconi 1/2 – Bentivoglio (BO)
Ci spostiamo più a nord, in pieno territorio emiliano, dove incontriamo nel piccolo comune di Bentivoglio un raro esempio di archeologia industriale dismesso che conserva quasi per intero l’apparato dei macchinari.
Si tratta del Mulino Pizzardi le cui origini – tra costruzione, restauri, ampliamenti e quant’altro – vanno indietro nel tempo fino alla metà del 1300.
Ciò che oggi è possibile ammirare è un vero e proprio museo di tecnologia molitoria, luogo simbolo della storia produttiva di Bentivoglio e di tutto il territorio circostante.
Il mio consiglio è di iscrivervi a uno dei tanti tour guidati che regolarmente l’Associazione Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna conduce al suo interno.
Impianto Idrovoro di Saiarino
DOVE: Via Saiarino, 5 – Argenta (FE)
La storia millenaria del rapporto tra uomo e acqua non può che emergere con maggiore evidenza in una terra come l’Emilia che, dopo l’Unità d’Italia, è stata oggetto di svariati azioni di bonifica e di regolamentazione del flusso delle acque.
Parte di questa storia potete leggerla visitando il museo della Bonifica, ospitato all’interno dello stabilimento idrovoro di Saiarino, il più importante impianto idraulico della Bonifica Renana che, dal lontano 1925 (non ci crederete!), garantisce ancora la sicurezza idraulica ai territori della bassa pianura bolognese.
Si tratta di un’opera architettonica in pieno stile liberty, completamente visitabile, al cui interno, attraverso una passeggiata archeologica, è possibile ammirare e comprendere i meccanismi che regolavano e regolano le acque in questa parte di pianura.
Tra attrezzi e macchine impiegate nei lavori di bonifica, giungerete fino alla Sala Pompe: un edificio decorato con fregi e motivi geometrici, arredato con balaustre e lampade in ferro battuto ma soprattutto dotato di sei idrovore originali, tuttora funzionanti, che sono uno dei motivi più fotografati di tutta l’archeologia industriale italiana.
Museo del Petrolio
DOVE: Ex Cantiere SPI, Via Maiatico – Loc.tà Vallezza, Fornovo di Taro (PR)
Sulle montagne sopra Fornovo, attorno al borgo di Vallezza, sorgono i resti di quello che fu uno dei primi impianti estrattivi di petrolio in Italia sviluppatosi tra la fine del XIX secolo e gli anni settanta del XX secolo.
Si tratta di una storia industriale da conoscere ma soprattutto di una collezione di luoghi che, dall’ex sito industriale del cantiere fino alle centrali di pompaggio, sono al centro negli ultimi anni di un progetto territoriale di museo diffuso (Mu.Pe. Parco Museo del Petrolio).
Autore
Davide Marino
Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi
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di Davide Marino /// Febbraio 10, 2017
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