Sapevate che un tempo si usava dire “roba de Piasensa” (roba di Piacenza) per descrivere la prelibatezza di certi piatti, specialmente formaggi e salumi? Se avete intenzione di visitare la città di Piacenza o alcuni dei suoi borghi (come Bobbio, Brugnello, Castell’Arquato e Vigoleno), vi consigliamo di prepararvi ad un gustoso tour enogastronomico.
La cucina del piacentino, che vanta 3 salumi e 2 formaggi DOP e ben 17 vini DOC, deve la sua varietà e ricchezza alla sua posizione di confine, che unisce la cultura gastronomica Emiliana a quelle di Lombardia, Liguria e Piemonte. La tradizione culinaria locale rispecchia inoltre il ruolo che il territorio aveva in passato come avamposto militare: ancora oggi alcune ricette tipiche prevedono infatti l’utilizzo di carni equine (cavallo ed asino). Vediamo allora cosa mangiare a Piacenza, dall’antipasto al dolce.
Antipasto
Salumi e formaggi piacentini
Unica provincia in Europa ad avere ben 3 salumi a marchio DOP, se vi trovate in zona è d’obbligo iniziare il pasto con un appetitoso tagliere di salame, coppa e pancetta locali, assieme ai 2 formaggi DOP Provolone Valpadana e Grana Padano.
Per gustarli al meglio consigliamo di accompagnare il tutto con la tipica e antichissima burtleina o con i chisulen, sostituti del pane che danno il meglio di sé se mangiati ben caldi.
Primi piatti
Pisaréi e Fasö
Un saporito primo piatto di origine contadina realizzato con ingredienti poveri. Il nome pisaréi e fasö suona un po’ misterioso, ma in realtà si tratta semplicemente di gnocchetti e fagioli borlotti conditi con passata di pomodoro e lardo (o pancetta piacentina).
Secondo alcuni la parola pisarei deriverebbe dallo spagnolo pisar, cioè pestare o schiacciare, visto che gli gnocchetti vanno schiacciati sotto alle dita per dar loro la tradizionale forma.
Bomba di riso alla piacentina
Tipico del paese di Bobbio, la bomba di riso alla piacentina era un tempo il piatto tradizionale preparato per la Madonna d’agosto, periodo in cui le carni sono più morbide. Si tratta di un pasticcio di riso, funghi e carne di piccione di cui pare andasse molto ghiotta Elisabetta Farnese, regina di Spagna.
Tortelli con la coda
Nati nelle cucine del castello di Vigolzone in occasione di una visita di Francesco Petrarca, i tortelli con la coda sono dei fagottini di pasta ripiena di ricotta, erbette e formaggio grattugiato che, a differenza dei tortelli più noti, hanno appunto la coda.
Polenta e cavallo
La puleinta ed pìcula ‘d caval è un ragù di carne trita di cavallo, dal gusto robusto, che si accompagna con la polenta. Un piatto di origine povera che tutt’oggi delizia il palato di chi è alla ricerca dei sapori genuini di una volta.
Anolini
Gli anolini sono il vero piatto della festa e la tradizione vuole che durante la vigilia di Natale tutte le generazioni della famiglia si riuniscano per la loro preparazione.
Esistono due varianti per il ripieno, che li differenziano da quelli di Parma: una prevede lo stracotto di manzo nella farcia, mentre l’altra, tipica della Val d’Arda, è a base di formaggio e contiene grana, pane grattugiato e noce moscata.
Maccheroni bobbiesi
I maccheroni bobbiesi sono un particolare tipo di pasta che viene forata con un ferro da calza oppure con un grosso ago. Di origine medievale, questa ricetta viene tradizionalmente condita con sugo di stracotto e servita nei ristoranti di Bobbio e della media Val Trebbia.
Secondi piatti
Stracotto alla piacentina
Piatto simbolo della cucina piacentina, la ricetta tradizionale lo vuole a base di carne di cavallo, anche se spesso molti la sostituiscono con quella di manzo. La diffusione dello stracotto alla piacentina è dovuta ancora oggi al fatto che, se tritato, viene utilizzato come ripieno degli anolini.
Lumache
Ricetta antica e tipica dell’Appennino piacentino, luogo in cui le lumache abbondano tra boschi e vigneti. Sono tipiche della Vigilia di Natale come piatto di magro e richiedono una preparazione piuttosto facile: vanno lessate e quindi insaporite con vino bianco, chiodi di garofano, salsa di pomodoro e brodo.
Dolci e liquori
Latte in piedi
Un dolce semplice, con ingredienti che una volta erano facilmente reperibili in campagna. Il latte in piedi è una versione delicata del crème caramel, a base di latte, uova zucchero, amaretti e cacao.
Turtlitt
Frittelle ripiene dolci cotte nel forno a legna o fritte, i turtlitt venivano preparati all’inizio di gennaio per recuperare gli avanzi del Natale, come le castagne o la mostarda (utilizzate nel ripieno).
Erano tipici dei festeggiamenti per la giornata di Sant’Antonio, il 17 gennaio, ma anche per Carnevale e per San Giuseppe (19 marzo).
Busslanein
Questi biscotti tipici piacentini dall’inconfondibile aroma e dalla tipica forma a ciambellina sono disponibili in versioni diverse: duri o friabili, con o senza zucchero.
Bargnolino
Il bargnolino è un digestivo a base di bacche di prugnolo che deve riposare almeno tre anni prima della consumazione. Un ottimo modo per concludere il nostro viaggio alla scoperta di cosa mangiare a Piacenza!
Autore
Celestina Paglia
Sangue siculo – abruzzese, nata e cresciuta a Firenze, emiliano romagnola di adozione. Montanara inside da sempre, da poco ha scoperto la sua passione anche per il mare…
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