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8 Castelli da non perdere nelle terre dei Guidi e dei Malatesta

di /// Settembre 27, 2022
Tempo stimato di lettura: 6 minuti

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Un viaggio nelle terre di Romagna attraverso 8 castelli che ripercorrono i luoghi delle antiche “Signorie”, simbolo di una storia italiana che un tempo le vide protagoniste delle contese fra Impero, Comuni e Papato.

Fortezza di Castrocaro - Ph. di Claudio Caravano via IBC Emilia Romagna
Fortezza di Castrocaro – Ph. di Claudio Caravano via IBC Emilia Romagna

Terre e Signorie di confine, quelle di Romagna, sempre in bilico tra l’adesione al Papato e le lusinghe dei Regni europei, città di ricchi mercanti e di commerci, incapaci, come ebbe modo di affermare Machiavelli, di far emergere una egemonia territoriale per troppa forza nel combattersi fra loro e troppa debolezza per prevalere sugli altri.
La potente famiglia dei Malatesta e lo Stato della Chiesa, cosi come i Conti Guidi nella Romagna Toscana hanno ben rappresentano l’evoluzione delle strutture difensive nello scacchiere strategico del Nord Italia Rinascimentale, lasciando segni tangibili del loro dominio attraverso Borghi, Castelli, Torri e strutture difensive che ancora oggi ricamano quasi tutte le cime delle colline di Romagna.

Questo territorio infatti conserva ancora oggi un grandissimo patrimonio storico-culturale che si unisce ad una diversità ambientale che affonda le sue radici nei secoli. Qui infatti sorgono le foreste Primordiali del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi che devono il loro straordinario stato di conservazione proprio alle vicende storiche che hanno segnato queste terre; e sempre qui si trovano le Riserve naturali di Scardavilla e di Onferno, le sorgenti di antiche acque termali insieme con un paesaggio agrario ricco e diversificato.

I Castelli di Romagna che segnaliamo oggi fanno parte di una rete di manieri che ancora oggi rappresenta una linea di fortificazioni che attraversano l’arco collinare Romagnolo. Antichi centri di potere simbolo delle famiglie che hanno amministrato nei secoli questa parte di territorio a metà strada tra il clima e l’anima mediterranea e l’austera regalità nord europea.

I Castelli segnalati nell’articolo fanno parte del Progetto Castrum: progetto di valorizzazione dei beni culturali e delle città minori a cura dell’Istituto per i Beni Culturali dell’Emilia Romagna.


Castello di Modigliana

Il Castello di Modigliana, anche detto Rocca dei Conti Guidi, sorge sulle colline sopra la città di Faenza, alla confluenza tra i torrenti Acerreta, Tramazzo e Ibola. Fondato con ogni probabilità intorno al X secolo, fu abitato in principio dalla contessa di origine franco-germanica Enghelarda che andò in sposa al conte toscano Tegrimo, dando cosi origine alla dinastia dei Conti Guidi. Questi ultimi eressero proprio qui a Modigliana la loro prima sede, tanto che la Rocca rimase attiva ed abitata fino al 1377, quando il territorio passò sotto la Signoria di Firenze.

Scopri cosa vedere nel borgo storico di Modigliana


Castello di Dovadola

Le prime tracce dell’insediamento fortilizio di Dovadola risalgono all’epoca romana, anche se il centro storico cresce e si sviluppa a partire dal Castello dei Conti Guidi risalente all’inizio del XIII secolo. La Rocca propriamente detta sorge su uno sperone montuoso elevata sul fiume Montone e conserva ancora un imponente Mastio di circa 30 metri. La particolarità di questo Castello è dovuta alla presenza di una murata difensiva sulla parte nord della collina che sorregge il Castello, opera che fu realizzata durante il dominio fiorentino di questa parte di Romagna. La Rocca infatti appartenne fino alla fine XIV alla famiglia locale dei Conti Guidi, i quali si distinsero per essere tra i più forti sostenitori della fazione Guelfa e per l’amicizia col poeta Dante Alighieri.

Scopri di più sul borgo storico di Dovadola


  • Tribuna di Modigliana | Ph. Wandering Italy
  • Palio della Reparata, tiro con la Balestra | Ph. ProLoco Terra del Sole
  • Fortezza di Castrocaro | Ph. Claudio Caravano via IBC Emilia Romagna
  • Longiano | Ph. Luca Fabiani
  • Verucchio | Foto di Pilù.2008 via Flickr
  • Montefiore Conca

Castello di Castrocaro

Nel cuore della Romagna forlivese si erge la rupe su cui da oltre un millennio vigila la Fortezza di Castrocaro. Questo singolare affioramento di roccia carsica, detto localmente Sasso Spungone, è ciò che resta di una antichissima scogliera sottomarina di età pliocenica (10 milioni di anni fa), formata da calcarei arenacei organogeni, ricchissimi di resti fossili marini di notevole interesse geologico.
Grazie alla sua posizione elevata e di difficile accesso, quindi facilmente difendibile, la rupe ebbe valore strategico sin dalla preistoria, offrendo, nelle diverse grotte ancora visibili, un sicuro rifugio ai suoi abitatori.
Nell’alto medioevo la rupe su cui si erge la Fortezza segnava il confine che divideva il regno Longobardo dai domini bizantini. E’ in questo periodo che probabilmente vennero poste le prime pietre della torre che ancora oggi domina il paese. Dal periodo longobardo la storia di Castrocaro si articola in tre periodi fondamentali: il dominio feudale di nomina imperiale, il dominio pontificio (XII sec.) e il periodo fiorentino (XIII sec.).
Ricordata negli ultimi duecento anni per le sue acque termali questa località visse nel corso dei secoli passati anni di grande prestigio politico e militare. Un passato che ancora oggi viene ricordato durante le spettacolari rievocazioni storiche.

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Città Fortezza di Terra del Sole

Terra del Sole è un città fortezza che il Granduca di Toscana, Cosimo de Medici, fece costruire nel 1564 come capoluogo amministrativo, giudiziario e militare della parte dei possedimenti toscani in Emilia Romagna.
Sotto l’aspetto della “città ideale” vagheggiata dal pensiero rinascimentale, ha rappresentato il potere fiorentino e la severa amministrazione della giustizia negli stati di antico regime. Da un punto di vista architettonico invece, la città rappresenta un rettangolo bastionato con inscritto un abitato civile e militare e fu progettata e costruita dai migliori architetti e ingegneri del tempo. Tutto l’impianto architettonico di Terra del Sole fu costruito per rispondere pienamente alle nuove esigenze militari emerse con l’introduzione delle nuove armi da fuoco: per questo furono ritenute superate le antiche fortezze preesistenti, come quella di Castrocaro e di Montepoggiolo. La progettazione di Terra del Sole rappresenta non solo un avanzato modello di architettura militare, ma anche un raro modello di impianto urbanistico “a misura d’uomo”, valido per i nostri tempi, sia per la disposizione simmetrica e prospettica, sia per il sapiente rapporto tra spazi e volumi.

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Castello di Sorrivoli

Il toponimo Sorrivoli anticamente faceva riferimento ai numerosi rivoli che circondavano il colle, ma il castello è citato anche come Sorbetulum, in possesso degli Arcivescovi di Ravenna fin dal X secolo. L’abitato di Sorrivoli, che durante i secoli passati era il Castello più popoloso della zona di Romagna, conserva ancora le caratteristiche di un borgo medioevale fortificato, dominato dalla rocca che è stata donata alla Diocesi di Cesena nel dopoguerra dagli ultimi proprietari.
Il Castello di Sorrivoli fu proprietà degli arcivescovi di Ravenna, poi dei Malatesta nel 1237, dello Stato della Chiesa 1290, e dei Roverella di Cesena nel XV secolo. Successivamente il castello passò agli Allocatelli Fabbri e poi, dopo i bombardamenti del 1944 alla prebenda parrocchiale. Oggi è adibito a chiesa e abitazione.

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Castello di Longiano

Nella fertile collina ricca di acque ed affacciata sulla via Emilia e sulla pianura fino al mare si affaccia il Castello malatestiano di Longiano, insignito dell’onorificenza di “villaggio ideale” nel 1992 dalla Comunità Europea .
Castello della Chiesa riminese, nel 1059 passò sotto il potere dei Malatesta per poi tornare allo Stato Pontificio. Distrutto dai Cesenati nel 1198, fu ricostruito con l’aiuto dei Riminesi e quando nel 1295 i Malatesta divennero signori di Rimini, Longiano seguì la stessa sorte.
Disgregato il potere malatestiano il castello tornò alla Santa Sede che nel 1519 lo diede in feudo al Conte Guido Rangone di Modena, consigliere del re di Francia Francesco I che provvide a modificare la struttura del Castello, eliminando in parte le fortificazioni malatestiane e costruendo la loggetta percorribile ancora oggi.
Il Castello Malatestiano di Longiano ospita oggi la Fondazione dedicata al poeta Tito Balestra, la cui Collezione di quasi 300 opere comprende la testimonianza di pittori altamente significativi del ‘900 italiano, come Maccari, De Pisis, Guttuso, Manzù, Vespignani, Rosai, Maffai, Campigli. Inoltre le incisioni di Morandi, Zancanaro, Goya, Chagall, Matisse ed altri autori che intrattennero rapporti di scambio ed amicizia con Tito Balestra.

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Castello di Verucchio

Detta la “Culla dei Malatesta” che ne tennero il dominio per circa 3 secoli, il borgo di Verucchio sorge sullo sperone roccioso che domina e chiude con l’antistante Torriana la valle del Marecchia verso il mare.
Il centro storico è formato dall’unione di due diversi castelli: del Sasso e di Passarello. La Rocca del Sasso è una delle più suggestive fortificazioni malatestiane che ha visto il sovrapporsi e l’integrarsi di parti architettoniche edificate in periodi diversi, tra il XII e il XVIII secolo. Da qui il “Mastin Vecchio” conquistò Rimini nel 1295 e fondò la Signoria Malatestiana. All’interno si possono visitare l’imponente Sala Grande, le varie stanze che ospitano mostre e allestimenti, i modelli con le fasi costruttive della rocca e la rappresentazione dell’assedio di Federico da Montefeltro nel 1463 e il mastio duecentesco.
La Rocca di Passerello invece sorgeva sul monte di fronte al Sasso e sui suoi resti nel 1600 è sorto il convento delle monache di S. Chiara.
Il borgo di Verucchio vanta inoltre una storia antica di millenni, connessa alla via dell’ambra dal nord Europa oggi raccontata nel museo archeologico dove si ammirano reperti di straordinaria bellezza, unici in Italia.

Scopri di più sul borgo malatestiano di Verucchio


Castello di Montefiore Conca

È uno dei centri più conservati della signoria Malatesta e la sua Rocca domina la valle del Conca fino al mare, elevandosi imponente sul paesaggio fra boschi e campagne ricche di ulivi e di vigneti. Nonostante ci siano testimonianze precedenti, fu a partire dal Trecento e, successivamente nel Quattrocento, che il borgo di Montefiore assurse a splendore grazie alla potente famiglia guelfa dei Malatesta, vicaria del Papa in questa parte di Romagna e Marche.
Nel 1347 soggiornò tra le sue mura Luigi il Grande, Re d’Ungheria, con tutta la sua corte. A Malatesta detto perciò l’Ungaro si debbono gli straordinari affreschi con scene di battaglia e ritratti di antichi eroi, rari esempi di pittura laica del XIV secolo, dipinti da Jacopo Avanzi.
Sui camminamenti murari del Castello, con un po’ di fantasia, si riescono ancora ad udire i passi dei soldati che un tempo facevano da guardia al castello, mentre più giù, partendo da Piazza Libertà, un piacevole percorso pedonale (noto come passeggiata di donna Costanza) conduce attorno al borgo.

Scopri di più sul borgo Fortificato di Montefiore Conca

Autore

Walter Manni

Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web

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