Ogni anno migliaia di turisti si riversano sulle spiagge di RIMINI e percorrono le vallate dei fiumi Conca e Marecchia alla ricerca del fascino storico e artistico dei suoi piccoli borghi. Tra una gita in collina, una nuotata al mare e una serata trascorsa in uno dei tanti locali della movida romagnola, non c’è niente di meglio però che sedersi attorno a una tavola per un pranzo o una cena a base di piatti tipici locali.
Rimini si caratterizza, difatti, per un territorio fortemente segnato dal mare e una ricchezza culinaria capace di abbracciare i prodotti più genuini della terra: un mosaico gastronomico di piatti semplici che affondano le proprie radici nell’antica tradizione contadina e marina che, ancora oggi, viene tutelata e preservata.
Piadina di Romagna
Il nostro viaggio nella cucina riminese non può che partire da Lei, la regina delle tavole, la più classica delle specialità gastronomiche di tutta la Romagna, al mare come in collina. Diversi sono i nomi con cui viene chiamata, diversi anche i modi di preparazione che incidono, ad esempio, sul suo spessore che nel riminese risulta essere più sottile rispetto all’aree di Forlì e Ravenna.
Fragrante e genuina, sono pochi gli elementi che servono alla sua preparazione: farina, sale, acqua e strutto. Per poterne gustare il vero sapore è però necessario che sia “fatta, cotta e mangiata” sul momento, abbinando al caso il morbido formaggio Squacquerone di Romagna DOP o farcendola a piacimento con salumi, possibilmente come quello di Mora, un maialino scuro tipico della zona.
Pasta fatta a mano
Dopo la Piadina, è uno dei punti fermi della cucina emilia-romagnola e, di conseguenza, anche di Rimini. La varietà dei primi piatti, celebrati in tutto il mondo, è unica: tagliatelle, strozzapreti, cappelletti, maltagliati, lasagne e passatelli di volta in volta, secondo ricetta e tradizione, vengono accompagnati da gustosissimi sughi di carne, di pesce, di verdure (come strigoli o fagioli) o in saporiti brodi.
Una menzione particolare va fatta però ai cappelletti che dal 1800 caratterizzano le tavole di Romagna, soprattutto nel giorno di Natale. Una pasta ripiena con ricotta, formaggio, uova o aromi che negli ultimi due secoli ha introdotto, soprattutto nell’area riminese, la presenza di carne addirittura di tre tipi (maiale, vitello e cappone).
Coniglio in porchetta
Lo si trova nei menù di quasi tutti i ristoranti dell’entroterra riminese, soprattutto percorrendo la valle del Marecchia, da Santarcangelo a Pennabilli, e oltre. Farcito con un trito di lardo, sale, pepe, aglio, pancetta e soprattutto finocchio selvatico, viene cucinato solitamente seguendo le tecniche usate per la porchetta di maiale, anche se si conoscono numerose varianti, come la cottura in tegame o con una spruzzata di Sangiovese DOC.
Brodetto
Un piatto povero di antica tradizione, nato per utilizzare il pescato difficile da vendere per via della sua bassa qualità o delle dimensioni ridotte. Al di là dei suoi ingredienti che possono variare di zona in zona, delle tecniche e dei tempi di cottura, il segreto è difatti uno solo: la freschezza del pesce. E in Riviera, e a Rimini ovviamente, questo non manca mai!
Grigliata di pesce
Una leggera panatura all’olio d’oliva, sale e pochissimo prezzemolo: è quanto basta per una perfetta grigliata di pesce per quello che è, senza dubbio, uno dei piatti più serviti nei ristoranti del lungomare di Rimini durante l’anno.
In una perfetta grigliata mista, rigorosamente di pesce nostrano e di giornata, non mancano mai almeno una sogliola o un rombetto, un merluzzo, un’orata, una coda di rospo e qualche triglietta profumata al rosmarino, senza poi dimenticare i classici spiedini di saraghina o di gamberi e calamaretti accompagnati sempre da un filo d’olio extra vergine di oliva Colline di Romagna DOP.
Tartufo Bianco di Sant’Agata Feltria
Ogni anno, nelle domeniche di ottobre, viene celebrato a Sant’Agata Feltria in piena Valmarecchia, questo prodotto della terra con una grande fiera in suo onore, forse tra le più importanti a livello nazionale: un’occasione unica per gustare piatti a base di tartufo dagli inebrianti aromi e sapori.
Formaggio di fossa di Talamello
Nato, secondo leggenda, nel XV secolo questo formaggio deriva il suo nome del processo di stagionatura che avviene in ambienti sotterranei (fosse, appunto) scavati durante il medioevo proprio a Talamello, alle spalle di Rimini. Ottimo da taglio, grattugiato o saltato in padella con paste e gnocchi, può essere gustato anche con la confettura di fichi e il miele. È prodotto anche nella provincia di Forlì/Cesena, a Sogliano sul Rubicone.
Bustrengo
È un dolce tipico dell’entroterra romagnolo, povero e semplice, legato alla tradizione e al recupero del pane vecchio. Gli ingredienti sono conosciuti solo in parte (tra cui mele, pinoli, mandorle, noci, farina di castagne, uva passa e cacao) e la ricetta viene tenuta gelosamente segreta da ogni famiglia, lasciando così la libertà a ciascuna di avere il proprio personale bustrengo.
Ciambella Romagnola
Sebbene sia un dolce molto diffuso in Romagna e a Rimini, la ciambella non è tonda e non ha il classico buco al centro. Fatta con uova, zucchero, farina, scorza di limone, latte e burro la si trova distesa, pronta per essere tagliata a fette e servita a colazione o dopo i pasti con un buon bicchiere di Albana dolce o Cagnina.
Autore
Davide Marino
Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi
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