In una terra come l’Emilia Romagna, conosciuta in tutto il mondo come la FoodValley d’Italia, non possiamo che raccontarvi i Musei del Gusto. Oggi siamo in Emilia, per un tour in 13 golose tappe.
Alcuni di questi Musei sono anche Musei del Cibo*.
Musei concepiti per chi vuole scoprire la cultura locale attraverso i suoi prodotti enogastronomici.
Non semplici strutture museali, quindi, ma dei veri e propri luoghi dinamici capaci di animare il territorio in un connubio perfetto tra tradizione e innovazione.
Pronti? Via!
Parma
Museo del Parmigiano Reggiano*
Un antico caseificio a pianta circolare ospita il museo dedicato ad un prodotto unico e inimitabile, frutto di una terra dove la qualità è uno stile di vita, raccontandone la storia, le tradizioni e i sapori.
La visita al museo è una esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Finita la visita è prevista la degustazione di scaglie di Parmigiano-Reggiano, di differente stagionatura, con preziosi consigli su come degustarlo.
La curiosità: un tempo la salatura era eseguita utilizzando il sale bianco di Salsomaggiore, oggi usato soprattutto per le sue proprietà termali.
Museo del Parmigiano-Reggiano c/o Corte Castellazzi – Soragna (PR)
Museo del Prosciutto di Parma*
Nel parmense, a Langhirano, il museo dedicato all’arte suina per eccellenza è ospitato nell’ex Foro Boario, dove ci sono ancora gli anelli di ferro utilizzati per legare gli animali.
Da sempre in questa zona le popolazioni colonizzatrici (Etruschi, i Celti Galli Boi e i Romani) hanno allevato maiali e la natura stessa della pianura emiliana, ricca di acqua e di boschi di querce, ne ha favorito l’insediamento.
Terminata la visita delle otto sezioni è doverosa la degustazione: facoltativa la richiesta di info sui prosciuttifici della zona al punto informativo e l’acquisto di golosi souvenir.
Museo del Prosciutto di Parma C/o Ex Foro Boario – Langhirano (PR)
Museo del Salame di Felino*
La sede di un museo dedicato ad un salame dal gusto nobile come quello di Felino non poteva che essere un castello, a testimonianza del forte legame che il prodotto, “figlio” prediletto, ha con il territorio di origine.
Sarà curioso scoprire di più su questo salame prodotto con le carni dei maiali di montagna attraversando i meandri dei locali settecenteschi delle cantine, imparando tutto sulle varie fasi.
Un viaggio interessante e gustoso immaginando che da un momento all’altro il norcino indossi il mantello nero appoggiato al muro.
Museo del Salame di Felino c/o Castello di Felino – Felino (PR)
Museo del Culatello e del Masalén
È nella Bassa, dominata dal Grande Fiume, là dove la nebbia è un ingrediente essenziale del gusto che nasce questo Museo dedicato al territorio e a tutte le sue genti e nato proprio dalla volontà di quelle stesse genti.
In principio infatti gli Spigaroli furono mezzadri di Giuseppe Verdi reinventandosi poi come ristoratori e Masalén, ovvero norcini.
Il percorso museale svela tutto sul mondo segreto del Culatello: il territorio, il maiale, Sant’Antonio Abate eremita accompagnato da un maialino e l’arte norcina.
Lasciati affascinare dalla galleria dei culatelli, dove stagionano nell’umidità e nella penombra prima di risalire e degustare il Re dei Salumi.
Museo del Culatello e del Masalén c/o Antica Corte Pallavicina – Polesine Parmense (PR)
Museo del pomodoro*
È ospitato in un antico complesso monastico il museo dedicato al pomodoro, introdotto dalle Americhe come pianta ornamentale, oggi un pilastro della nostra cucina quotidiana. La sede è la scelta naturale visto il ruolo strategico che riveste questo luogo nell’ambito delle zone di coltivazione del pomodoro e del distretto della sua trasformazione.
Sarà affascinante intraprendere il percorso dalla coltivazione alla tavola, di uno dei prodotti agricoli più consumati, per terminare con un degustazione in tavola al ristorante.
Museo del Pomodoro c/o Corte di Giarola – Collecchio (PR)
Museo della pasta*
Stessa sede del museo del pomodoro per il suo complementare per eccellenza, ovvero la pasta, prodotto assolutamente identitario per la regione.
Nato da un’idea di Ettore Guatelli e di Pietro Barilla il museo invita a scoprire il percorso che il dorato chicco fa dalla terra alla tavola, senza dimenticare la corretta alimentazione.
Curiosi gli approfondimenti sulla comunicazione (manifesti e locandine storiche), sulla gastronomia (storia dello scolapasta, ricettari e abbinamenti tra formati e condimenti regionali) e sulla pasta nell’arte (dai dipinti ai francobolli).
Museo della Pasta c/o Corte di Giarola – Collecchio (PR)
Museo dell’arte olearia
Il museo nasce per raccontare un prodotto di alta qualità come l’olio extravergine di oliva. Anche se è difficile da credere in Emilia sono stati ritrovati alcuni esemplari secolari di ulivo che ne testimoniano la presenza in passato e la sua possibilità di sopravvivenza.
La famiglia Orsi Coppini da generazioni produce olio extravergine italiano di alta qualità ed è stato naturale dar vita a un centro culturale dell’olio e dell’olivo nel Parmense, per diffondere la conoscenza di un prodotto che è parte anche della nostra storia.
Varcata la cancellata, dà il benvenuto un anfiteatro all’aperto prima di entrare nel vero e proprio museo che custodisce le attrezzature (anche secolari) che svelano i segreti dell’arte olearia. Visita al museo gratuita la domenica pomeriggio, altri giorni solo su prenotazione.
Museo dell’arte olearia – San Secondo Parmense (PR)
Museo del Vino*
Sono le suggestive cantine della Rocca di Sala Baganza ad ospitare il museo dedicato al gustoso nettare degli Dei. In una zona da sempre a vocazione vitivinicola, reperti provenienti da scavi nel territorio parmense testimoniano che proprio qui si sia per la prima volta evoluto il modo di bere il vino: schietto e in bicchieri, grazie alle popolazioni celtiche.
Il percorso, espositivo e sensoriale, si snoda nei sotterranei e nelle ghiacciaie farnesiane, tra archeologia, cultura contadina, botanica, testimonianze storiche e letterarie alla scoperta del territorio. In chiusura il pergolato di vite che precede la sala delle botti e l’immancabile degustazione in enoteca.
Museo cantina dei Colli di Parma – Sala Baganza (PR)
Museo del Fungo Porcino di Borgotaro*
Un Museo dedicato al primo fungo ad Indicazione geografica protetta (IGP). Il percorso espositivo, che si sviluppa nelle due sedi di Borgo Val Di Taro e Albareto, presenta a 360° questo prezioso prodotto locale: il territorio e il bosco, il porcino e le sue varietà, i vari habitat in cui cresce, gli strumenti per la raccolta, le tecniche di conservazione e lavorazione, ma anche le credenze popolari legate ai funghi e la sua rappresentazione nella cultura mdoerna (dalle arti figurative alla letteratura fino alle favole), per concludersi infine con una panoramica legata alla gastronomia.
Museo del Fungo Porcino di Borgotaro – Borgo Val di Taro e Albareto
Reggio Emilia
Museo del vino
A Montecchio Emilia, fra la via Emilia e i primi rilievi della valle dell’Enza, da sempre si coltiva lambrusco: il museo dedicato a questo vino è ospitato in una casa di campagna della famiglia Medici che da oltre un secolo lo produce.
In esposizione gli strumenti e gli utensili che sono stati utilizzati per la produzione di uva e di vino da metà del XIX secolo fino al periodo post-bellico e pezzi ‘unici’, spesso costruiti in casa, volti a migliorare il processo di coltivazione.
Accanto al Museo c’è anche un centro dedicato alle degustazioni di vini, prodotti alimentari locali e un’acetaia, dove si realizza il tradizionale Aceto Balsamico di Reggio Emilia DOP.
Museo del vino c/o Tenuta Rampata – Montecchio Emilia (RE)
Modena
Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena
L’Aceto Balsamico Tradizionale ha radici profonde e un legame unico con un particolare lembo d’Emilia fin dai tempi degli estensi, ed oggi è una continua conferma dell’amore degli emiliani per il loro territorio e le tradizioni.
Il museo di Spilamberto racconta la storia, la cultura e i segreti di una delle eccellenze più identitarie dell’Emilia Romagna attraverso un suggestivo tour all’interno di una botte di legno.
La suggestiva visita inizia dalla sala a forma di grande botte, proseguendo con la sala della cottura, nella bottega del bottaio e la sala dei vetri. La visita ti permetterà di conoscere e approfondire il legame intimo e tradizionale con il territorio modenese.
Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena – Spilamberto (MO)
Museo della salumeria
Il MUSA, il museo dedicato alla salumeria, ingloba in sé lo spirito innovativo, tipico emiliano, e il saldo legame con la storia e il territorio da cui traggono origine.
Questo spazio, voluto da una delle più antiche industrie di salumeria d’Italia, si trova a Castelnuovo Rangone, nel modenese, uno dei distretti produttivi del maiale più importanti d’Italia.
Un allestimento moderno racconta l’intero processo produttivo, dalla sapienza del taglio delle carni, all’uso delle spezie, della tecnica del caldo e del freddo, la legatura fino ad arrivare alla stagionatura per condurre il visitatore alla scoperta dei segreti della norcineria. Una perfetta sintesi capace di soddisfare la curiosità dei visitatori e dei sempre più frequenti turisti appassionati di buon cibo.
Abbinato al museo troviamo una bottega dove, oltre a differenti tipologie di salumi, si possono trovare coltelli per affettarli e un punto ristoro dove degustare i prodotti in abbinamento ad altri prodotti enogastronomici emiliani.
Museo della salumeria – Castelnuovo Rangone (MO)
Museo del Borlengo
A Zocca, immersi nella natura dell’Appennino modenese, si può imparare l’arte del borlengo, cibo povero che fa parte della cultura e della tradizione della valle del Panaro conosciuto fin dalla preistoria.
Questo cibo è caratterizzato dalla semplicità degli ingredienti – farina, acqua e sale- e la complessità dell’esecuzione.
In mostra, nel museo laboratorio, attrezzi e testimonianze per la preparazione dei borlenghi, comprese le sole (le padelle necessarie per la cottura). Per assaggiarlo o cimentarsi nella sua preparazione, accanto alla sala espositiva è allestita una sala per la cottura del borlengo, in cui si organizzano lezioni di cucina.
Museo del Borlengo – Zocca (Mo)
Dalla visita di questi musei esce l’immagine di un patrimonio enogastronomico capillarmente diffuso nel territorio, che rispecchia e testimonia la straordinaria ricchezza culinaria dell’Emilia-Romagna.
Come sempre vale l’indicazione, visto che si tratta di strutture talvolta gestiste da privati o da associazioni di volontariato, di fare una telefonata prima della visita.
La rubrica Musei del Gusto è realizzata basandosi sull’elenco dei Musei riconosciuti dall’Assessorato agricoltura, caccia e pesca della regione Emilia-Romagna.
Autore
Celestina Paglia
Sangue siculo – abruzzese, nata e cresciuta a Firenze, emiliano romagnola di adozione. Montanara inside da sempre, da poco ha scoperto la sua passione anche per il mare…
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