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Quando nella vita pensi di aver visto tutto, c’è sempre qualcosa che riesce a sorprenderti… Non ci crederete ma è proprio quello che ho pensato qualche giorno fa visitando la Penisola di Boscoforte, un’oasi naturale tra Ravenna e Comacchio. Ma partiamo dall’inizio…
La Penisola di Boscoforte è un lembo di terra di circa 6,5 km, formatosi in epoca etrusca (quindi più di 2000 anni fa), al confine tra le province di Ravenna e Ferrara, in quel paradiso terrestre conosciuto con il nome di Valli di Comacchio.
In territorio l’acqua, la sabbia e il vento hanno saputo dialogare al meglio con l’uomo, disegnando nel corso dei secoli panorami e paesaggi difficili da raccontare, se non visti con i propri occhi.
Non è forse un caso che moltissimi animali hanno eletto l’intera zona come loro casa, contribuendo difatti a renderla uno dei più straordinari ecosistemi d’Europa.
Un’oasi all’interno del Parco del Delta del Po
Battuta dal respiro del vento e bagnata dalla calde acque salmastre che caratterizzano questa parte del Parco del Delta del Po, l’Oasi di Boscoforte segue parallelamente la strada panoramica che collega Comacchio alla piccola località di Anita (Argine Agosta), andando a incastonarsi nell’argine nord del Fiume Reno che scorre qui in direzione del Mar Adriatico.
Rimasta chiusa al pubblico per anni (l’area è una proprietà privata e può essere visitata solo attraverso un tour guidato), l’oasi è un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, capace di offrire scenari mozzafiato soprattutto al tramonto quando il sole gioca con l’acqua creando suggestivi riflessi di luce.
Qui gli spazi sono molto ampi e i nostri occhi hanno bisogno un po’ di tempo per familiarizzare con la linea dell’orizzonte che a fatica riesce a separare il cielo dall’acqua.
La calma e il silenzio dominano il paesaggio; l’unica voce che emerge è quella della natura: migliaia di uccelli hanno deciso di stabilirsi in questa zona, usandola soprattutto come sosta nei loro lunghi viaggi migratori.
Flora e fauna: l’ambiente naturale dell’oasi
Acqua dolce e salata convivono, dando vita ad habitat diversi, per lo più tipici degli ambienti lagunari, caratterizzati da una variegata flora e fauna (non è un caso che la zona sia ritenuta un paradiso dagli amanti del birdwatching e della fotografia naturalistica) che, credetemi, vi lascerà senza fiato.
Ritroviamo così la canna palustre, le tamerici, le salicornie ma anche, primi fra tutti, i maestosi fenicotteri intenti con i loro buffi becchi a ricercare le artemie saline, quei piccoli crostacei di cui vanno tanto ghiotti e che conferiscono al loro piumaggio quel caratteristico colore rosa.
Non mancano le volpoche, i cavalieri d’Italia, le avocette, le spatole e tante altre specie come la rara e protetta testuggine palustre europea.
Senza dubbio però l’incontro più suggestivo e inaspettato è quello con i cavalli Delta/Camargue. Importati dal proprietario della penisola agli inizi degli anni ‘80, sono circa 85 e vivono allo stato brado.
Non curanti dei visitatori trascorrono le loro giornate muovendosi in piccoli branchi, alla ricerca di canna, salicornia e giunchi di cui cibarsi.
Un paradiso certo per loro, ma soprattutto anche per noi e chiunque abbia voglia di scoprire questa bellissima area dell’Emilia-Romagna.
Se vi ho incuriosito e volete anche voi visitare l’Oasi di Boscoforte, potete contattare il Museo NatuRa di Ravenna (0544 528710) o andare sul sito www.atlantide.net/natura per conoscere gli orari e le partenze dei prossimi tour.
Autore
Davide Marino
Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi
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Piera calandrini
Meraviglioso! Vivo nei paraggi e non conosco questi luoghi. Grazie!