Ci sono almeno 5 prodotti che rendono l’Emilia-Romagna famosa in tutto il mondo e che ogni abitante di questa terra porta nel cuore:
Prosciutto di Parma
Parmigiano Reggiano
Aceto Balsamico Tradizionale di Modena
Tortellini Bolognesi
Piadina Romagnola
Chi non è cresciuto con la nonna che diceva “Ti faccio un piatto di tortellini, che sono la cura migliore per l’influenza” o si è dato appuntamento davanti a un chiosco di piadine dopo una lunga notte tra i locali della Riviera?
Chiunque voglia entrare fino in fondo nella cultura mangereccia dell’Emilia-Romagna – ormai riconosciuta come la culla gastronomica d’Italia – non può non andare alla scoperta dei processi produttivi di questi famosi cibi, che ne sono simbolo e orgoglio.
Ecco 5 esperienze per conoscerne la nascita e la produzione, realizzata oggi come ieri secondo tradizione e con cura artigianale.
PROSCIUTTO DI PARMA
Per produrre il Prosciutto di Parma (dal latino perexsuctum, letteralmente asciugato) non si utilizzano nè conservanti nè additivi. Oltre alla qualità della materia prima, gli altri ingredienti indispensabili per realizzare questo inimitabile prodotto DOP sono l’abilità dei maestri salatori e l’aria asciutta delle profumate colline parmensi, zona tipica di produzione. Il risultato è un prodotto saporito e completamente naturale.
Se volete conoscere tutti i segreti di questo prosciutto, oltre a dare un’occhiata alla descrizione delle fasi di lavorazione presenti sul sito del Consorzio, non perdete l’occasione di visitare un prosciuttificio, per scoprire tutto questo dal vivo.
È possibile farlo durante Finestre Aperte, evento clou del Festival del Prosciutto o durante il resto dell’anno prenotando una visita direttamente presso i produttori (anche organizzando un tour gastronomico).
PARMIGIANO REGGIANO
Il Parmigiano Reggiano che gustiamo oggi è il risultato dell’evoluzione di 9 secoli di produzione in quella campagna fertile che va dall’Appennino al Po e comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e parte delle province di Mantova e Bologna.
Il suo è un lungo e preciso processo produttivo, che va dalla scrematura del latte alla stagionatura nei magazzini. Ogni singola forma di Parmigiano Reggiano deve superare numerosi controlli prima di ottenere la marchiatura a fuoco che lo contraddistingue come prodotto DOP.
Come facciamo a saperlo? Perché abbiamo visitato uno dei Caseifici del Consorzio. Se volete fare la stessa esperienza, prenotate la vostra visita o prendete parte al prossimo appuntamento con i “Caseifici Aperti”.
ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE DI MODENA
Simbolo di cultura e storia dell’antico Ducato Estense, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena nasce in questo territorio grazie alla concomitanza di numerosi fattori: le particolari caratteristiche climatiche, la tipicità delle uve locali, l’arte della cottura dei mosti a fuoco diretto in caldaie a cielo aperto, le amorevoli procedure dei travasi annuali fra botticelle di legni diversi e volume decrescente.
Anno dopo anno, botticella dopo botticella, si produce questo inconfondibile prodotto DOP, che può andare da un invecchiamento minimo di 12 anni (“Affinato”) o 25 anni (“ExtraVecchio”), e deve essere confezionato solo nell’unica bottiglietta autorizzata e resa obbligatoria dal disciplinare, che è quella progettata da Giorgetto Giugiaro.
Visitare un’acetaia è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi (se non avete mai assaggiato un Aceto Balsamico Tradizionale invecchiato 100 anni non potete dire di avere vissuto davvero), e anche il cuore, per la passione e la cura che i produttori mettono nella realizzazione di questo oro nero.
Una buona occasione per fare questa esperienza è il prossimo appuntamento di Acetaie Aperte, durante la quale le Acetaie di Modena e provincia propongono visite guidate gratuite con concerti, mostre e degustazioni, oppure prenotare una visita direttamente presso una delle aziende del Consorzio.
TORTELLINO BOLOGNESE
Che sia nato o meno in omaggio alla bellezza dell’ombelico femminile, non si può che concordare sul fatto che il tortellino – da gustarsi rigorosamente in brodo di cappone – sia uno dei cibi più famosi e copiati in Regione.
Anche se di varianti alla ricetta tradizionale ce ne sono una per ogni porta di casa bolognese, il 7 dicembre 1974 la Dotta Confraternita del Tortellino assieme all’Accademia Italiana della Cucina ha depositato presso la Camera di Commercio di Bologna la ricetta originale, che comprende tutte le indicazioni per la loro realizzazione: dal ripieno al brodo, dalla sfoglia alla forma perfetta.
Se anche voi volete imparare a fare i tortellini come una vera zdaura, il modo migliore è osservare i movimenti di mani esperte dal vivo, attraverso uno dei numerosi corsi di pasta fresca che sono proposti in città: elenco e informazioni su bolognawelcome.com.
PIADINA ROMAGNOLA
Farina di grano tenero, acqua, sale e strutto: dietro questi 4 semplici ingredienti si celano i segreti della preparazione della tradizionale piadina o piada, uno dei simboli della tradizione gastronomica di Romagna. Definita da Giovanni Pascoli come “il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli”, le origini della piada si perdono nei secoli (tra i primi a citarla c’è addirittura Virgilio, nel VII libro dell’Eneide), ma con certezza sappiamo che è stata sempre molto apprezzata per via della sua semplicità e versatilità in cucina, tanto che ad oggi ha ottenuto il riconoscimento IGP.
Se anche voi non sapete resistere al suo profumo, alla sua morbidezza e al suo delizioso sapore vi consigliamo di imparare a farla al più presto partecipando ad uno dei corsi a tema organizzati da Casa Artusi, il centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana che ha sede a Forlimpopoli.
Autore
Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.
Potrebbe interessarti
Caseifici Aperti: alla scoperta del Parmigiano Reggiano DOP
di Elisa Mazzini /// Settembre 25, 2024
Conosci la nostra newsletter?
Ogni primo del mese, una email con contenuti selezionati ed eventi in arrivo.
L’Emilia nel piatto: 5 piatti a cui non rinunciare
di Marco Bresolin /// Luglio 19, 2017
La Romagna nel piatto: 5 piatti a cui non rinunciare
di Davide Marino /// Luglio 12, 2017
Giovanni Degli Angeli
Buonasera,
io prenderei in considerazione quanto pubblicato da Lonely Planet Emilia Romagna”Evento imperdibile nel corso del quale potrete gustare i migliori tortellini prodotti a mano con pasta tirata al mattarello cotti e serviti nel brodo rigorosamente di cappone” Lonely Planet è una delle guide più importanti del mondo e sta parlando della Sagra del Tortellino Tradizionale di Castelfranco.seconda e terza settimana di settembre. http://www.lasannicola.it Facebook Tortellini Tradizionali di Castelfranco Emilia.
Elisa Mazzini
Grazie del commento Giovanni,
il Festival di Castelfranco è davvero imperdibile per tutti gli amanti del tortellino tradizionale!