Nel 2023 ricorrono i 125 anni dalla nascita di Alvar Aalto, tra i principali architetti del XX secolo; quest’anno è quindi l’occasione perfetta per andare alla scoperta della sua unica committenza italiana, nonché il suo ultimo lavoro, che si trova sull’Appennino Bolognese: la Chiesa di Santa Maria Assunta a Riola di Vergato.
Ma per gli appassionati, il bolognese riserva altre due originali espressioni di grande architettura religiosa: la Chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria, ideata negli ‘anni 60 da Pierluigi Nervi e Giuseppe Vaccaro, a Bologna e la Chiesa del Buon Ladrone, inaugurata nel 2019 e frutto del lavoro a più mani degli studi INOUTarchitettura, LADO architetti, LAMBER+LAMBER, a San Lazzaro di Savena.
Chiesa di Santa Maria Assunta | Riola di Vergato
Progettata da Alvar Aalto nel 1966 su commissione dal Cardinale Giacomo Lercaro (Arcivescovo di Bologna dal 1952 al 1968) e realizzata nel 1977-78, la Chiesa di Santa Maria Assunta di Riola, nelle immediate vicinanze del fiume Reno, è una sintesi dei motivi di Aalto nel campo dell’architettura religiosa.
Si tratta del suo unico progetto a committenza italiana realizzato nel nostro paese (se si esclude, intervento assai minore, il padiglione espositivo della Finlandia alla Biennale di Venezia 1955/1956).
Seguendo i nuovi dettami della Chiesa, che alla metà degli anni Cinquanta manifestava la necessità di adottare nuovi linguaggi per comunicare con i fedeli, l’edificio sacro di Riola di Vergato, caratterizzato da pianta asimmetrica e da un’unica navata, è stato concepito con l’intento di realizzare uno spazio liturgico inserito nell’ambiente circostante, capace di favorire la massima partecipazione all’assemblea.
La luce zenitale dei lunghi lucernari scivola sulle pareti curve, andando a concentrarsi nell’area presbiteriale, dove sono collocati l’altare, l’ambone, la croce, la sede e la custodia eucaristica.
La forma della chiesa a “binocolo rovesciato” fa sì che tutte le linee prospettiche che la compongono convergano idealmente nel punto centrale della croce, compreso il campanile, a significare che Cristo è il centro a cui debbono convergere i fedeli.
Se si osserva la chiesa dal fondo si ha l’idea della sua grandezza e l’altare appare lontano, ma se la si guarda dal presbiterio essa sembra più piccola e l’ingresso più ravvicinato. Aalto ne ha disegnato non solamente le strutture, ma anche tutti gli arredi interni.
La chiesa fa parte di un complesso parrocchiale interamente progettato dall’architetto finlandese, che comprende anche un ampio sagrato, la torre campanaria, la sagrestia e la casa canonica.
La maggior parte degli elementi strutturali sono stati fabbricati separatamente fuori sede, per essere trasportati in cantiere successivamente.
Chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria | Bologna
Sempre su spinta delle innovazioni liturgiche del Cardinale Lercaro è stata realizzata anche la Chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria. Costruita fra il 1955 e il 1969 (negli stessi anni in cui sorgeva il quartiere di Borgo Panigale) come fulcro del Villaggio Ina, fu progettata dall’architetto Giuseppe Vaccaro.
La chiesa si caratterizza per l’uso di materiali nuovissimi, come il cemento armato, ed ha un impianto circolare grandioso, reso leggero da una copertura che pare quasi galleggiare nella luce.
Per la copertura della volta Vaccaro si rivolse all’amico Pier Luigi Nervi, che adottò un sistema da lui brevettato pochi anni prima: le nervature isostatiche, che combinano elementi prefabbricati in grado di seguire le traiettorie delle tensioni principali e di apparire come, appunto, nervature di notevole bellezza formale.
Nell’uso sapiente dei materiali, dal cemento armato ai serramenti metallici, al legno ed ai vetri colorati, il progetto appartiene ad una genealogia derivata dalle opere coeve di Le Corbusier.
Il muro perimetrale della chiesa, perfettamente circolare, esternamente intonacato di bianco e internamente in cemento faccia a vista, è sollevato da terra e la “feritoia” creata lascia passare una luce che permette di conferire leggerezza all’intero involucro.
Chiesa del Buon Ladrone | San Lazzaro di Savena
Inaugurata pochi anni fa, nell’ottobre 2019, la Chiesa del Buon Ladrone a San Lazzaro di Savena è il frutto del lavoro in team di giovani architetti.
Reinterpretando in chiave essenziale l’archetipo della chiesa, il volume dell’edificio è sobrio e di colore chiaro, e si caratterizza per il lieve movimento delle pareti che, piegandosi e slittando l’una rispetto all’altra, diventano esse stesse grandi porte semiaperte che individuano due punti di accesso all’aula principale.
Una spaccatura continua, da cielo a terra e lungo tutta la copertura, seziona e fende l’involucro della Chiesa, rivelando la presenza del cielo.
I “fuochi liturgici “ (l’altare, l’ambone, la fonte battesimale) sono elementi lapidei in selenite, gesso cristallino caratteristico delle colline bolognesi.
Lungo il perimetro, ricavati in nicchie murarie, si trovano i principali spazi liturgici: il battistero di fianco all’ingresso, la cappella feriale a lato dell’altare e, speculare a essa, un ambito raccolto dedicato al coro.
Il vuoto centrale risultante è dedicato all’assemblea.
Uno spazio intimo e misurato che ha come fulcro l’altare, attorno al quale si dispongono a semicerchio, come un abbraccio, i banchi, in grado di accogliere oltre 300 fedeli.
Il messaggio di liberazione e riscatto, legato alla figura del Buon Ladrone, al quale è dedicata la struttura, è inoltre rafforzato dalla scelta di coinvolgere il carcere La Dozza di Bologna per l’inserimento di alcuni detenuti (a fine pena e a seguito di un periodo di formazione) nella fase costruttiva e realizzativa del complesso stesso. Un progetto di architettura e sociale in grado di generare un nuovo polo di aggregazione per i fedeli e non solo.
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