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16 castelli in provincia di Modena da riscoprire

di /// Agosto 31, 2021
Tempo stimato di lettura: 12 minuti

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Antichi castelli che parlano di Medioevo e Rinascimento, epoche passate fatte di intrighi e giochi di potere, splendori e decadenze. I manieri sono pezzi di storia che, nonostante il tempo e le vicende subite, mantengono ancora intatto il loro fascino.

Con questo itinerario vi portiamo in provincia di Modena, dalla pianura all’Appennino, per (ri)scoprire alcune rocche e fortezze che raccontano storie affascinanti, a chi le sa ascoltare.

1 - Castello delle Rocche di Finale Emilia

Il Castello delle Rocche, che mantiene intatto l’impianto Quattrocentesco, è il monumento che più identifica la cittadina di Finale Emilia.

Fu costruito nel 1402 da Nicolò III d’Este, che ne affidò i lavori a Bartolino Ploti, autore anche dei castelli di Ferrara (1385) e di Mantova (1395). Un fossato lo circondava su tre lati, mentre sul quarto il fiume costituiva un naturale elemento di difesa.

Nel 1425 Giovanni da Siena lo adattò a residenza degli Estensi: vennero abbattute parte delle cortine merlate per dare luce al prezioso loggiato a tre ordini, mentre gli interni vennero affrescati ad opera di pittori e decoratori. E venne costruito un elegante ingresso per via d’acqua sul lato est.

Divenuto di proprietà comunale nel 1864, il castello venne sottoposto ad una prima serie di importanti interventi di restauro e fino alla metà del 1900 è stato sede delle carceri mandamentali.
Dal 1980 è stato intrapreso un nuovo ambizioso progetto per restituire funzionalità pubblica all’edificio e, parallelamente ai lavori di restauro, sono stati recuperati preziosi reperti, oggi esposti nella Sezione Archeologica dei Musei Civici ospitati proprio all’interno del castello.

Pesantemente danneggiato dal terremoto del 2012, l’accesso al castello è attualmente interdetto per restauri.

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2 - Rocca di San Felice sul Panaro

Posta proprio sulla piazza centrale, fulcro del centro storico di San Felice sul Panaro, la Rocca con le sue quattro torri è da sempre il simbolo del paese.

La rocca ha assunto il suo assetto sotto gli Este: eretta nel 1340 per opera di Obizzo III d’Este, nel 1406 Nicolò III d’Este la fece restaurare da Bartolino Ploti, come il Castello delle Rocche di Finale Emilia.

L’edificio ha purtroppo riportato notevoli danni strutturali a seguito del terremoto del 2012 ed è tutt’ora inagibile, ma nulla vieta di passeggiarvi attorno, ammirando la sua imponente tecnica costruttiva, che la tiene in piedi nonostante tutto.

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Rocca Estense San Felice Sul Panaro post sisma 2012 | Ph. Giorgio Bocchi via Wikipedia

Rocca Estense San Felice Sul Panaro post sisma 2012 | Ph. Giorgio Bocchi via Wikipedia

3 - Castello dei Pico a Mirandola

Già verso l’undicesimo secolo Mirandola si presentava come un piccolo insediamento fortificato, ma fu dal 1311 che la famiglia Pico prese possesso della città, e nei secoli, progressivamente, ingrandì il castello, fino a farlo diventare uno dei più importanti dell’area padana: vennero ampliate e rafforzate le fortificazioni militari e la città acquistò una forma a pianta ottagonale.

All’inizio del diciottesimo secolo sia la città che il castello furono teatro di eventi che determinano la fine della dinastia dei Pico a favore degli Este, mentre l’11 giugno 1714 l’esplosione di un torrione adibito a deposito di polveri da sparo -pare a causa di un fulmine- compromise gran parte del complesso.

Restaurato nel 2006 e divenuto primario centro culturale cittadino, con il Museo Civico e un Auditorium, oggi il castello, che domina ancora il lato Sud-est di Piazza Costituente, è inagibile a causa dei forti danni subiti dal terremoto del 2012.

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Vista di Mirandola in un'incisione di Pier Mortier pubblicata in Nouveau Theatre de l’Italie (Amsterdam, 1704) via Wikipedia

Vista di Mirandola in un’incisione di Pier Mortier pubblicata in Nouveau Theatre de l’Italie (Amsterdam, 1704) via Wikipedia

4 - Castello di Carpi

Il Palazzo dei Pio, comunemente chiamato Castello, sorge nel cuore del centro storico di Carpi, su Piazza dei Martiri, celebre per essere una delle piazze più grandi d’Italia, con i suoi 16.000 mq di superficie.

Il castello è il risultato dell’aggregazione di diversi edifici databili a partire dal XIV secolo, che hanno successivamente trasformato l’originaria struttura della rocca in palazzo Rinascimentale.
La definitiva trasformazione del complesso in dimora principesca avvenne per opera di Alberto III Pio all’inizio del ‘500, quando il principe diede uniformità al Palazzo secondo i canoni dell’epoca, trasformando il complesso in una vera e propria corte raccolta intorno al maestoso cortile d’onore, d’ispirazione Bramantesca, che permette l’accesso alle sale interne, riccamente affrescate con cicli decorativi databili tra XV e XVI secolo.

Oggi il Palazzo ospita tre percorsi espositivi:

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Carpi Ph. Fabio Troni

Palazzo dei Pio, Carpi | Ph. Fabio Troni

5 - Castello Campori di Soliera

Il Castello Campori, che sorge in Piazza Fratelli Sassi nel centro storico di Soliera, è la struttura architettonica che maggiormente caratterizza il tessuto urbano della cittadina. La sua costruzione risale agli Estensi, che lo fecero realizzare intorno al XII secolo a scopo difensivo.

Nei secoli successivi la rocca fu trasformata da disadorna fortezza in dimora signorile, ampliata e ulteriormente fortificata tra il XIV e il XV secolo dai vari signori che la abitarono.
La vicinanza a sud con Modena e a nord-est con Carpi ne fecero infatti un obiettivo desiderabile tanto dagli Estensi quanto dai Pio, ragion per cui la rocca venne a lungo contesa dalle due case, fino a quando nel 1635 venne elevata a marchesato e concessa alla famiglia Campori, che gli diede il proprio nome e ne rimase feudataria fino al 1796.

I Campori detennero la proprietà del castello fino al 1976, fino a quando venne ceduto alla parrocchia di Soliera, e quindi -nel 1990- acquistato dall’Amministrazione Comunale, che lo ha completamente restaurato.

Notevole è il valore artistico dell’edificio: insieme ai due torrioni quattrocenteschi e agli stemmi araldici della famiglia Campori dipinti sul voltone d’ingresso, i pavimenti settecenteschi alla veneziana e una galleria elegantemente decorata da stucchi con scene di vita mitologica, risalenti al 1700, ne rappresentano gli elementi decorativi di maggior pregio.

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Castello Campori, Soliera (MO) | Ph. Comune Modena

Castello Campori, Soliera (MO) | Ph. Comune Modena

6 - Castello di Formigine

Numerose sono a Formigine le testimonianze del passato che rendono questo territorio ricco da un punto di vista storico e culturale, ma la più affascinante è certamente rappresentata dal Castello che sorge nel centro della città.

Laddove oggi vediamo la maestosa rocca, nel X secolo si trovava una pieve dedicata a San Bartolomeo. L’attuale configurazione del castello, con palazzo marchionale e parco interno inserito in una cinta muraria munita di quattro torri angolari e di un corpo di guardia, risale al 1400 e allo stesso secolo sono databili alcuni decori presenti all’esterno e all’interno del castello, tra i quali gli stemmi araldici dei Pio nella Torre dell’Orologio e l’affresco di Nostra Donna della Rocca collocato all’interno del palazzo marchionale.

Nel 1946 la rocca fu acquistata dall’Amministrazione Comunale per recuperarla dopo i bombardamenti e trasformarla in sede municipale. Dopo un importante restauro terminato nel 2007 il castello si presenta come una formidabile “macchina del tempo” che porta in sé le tracce di epoche, avvenimenti, personaggi, dal Medioevo fino ai giorni nostri.

A questo straordinario viaggio nel tempo è dedicato il Museo del Castello, nel quale le installazioni multimediali e interattive di Studio Azzurro, importante centro di ricerca artistica milanese, dialogano con la ricerca storica e archeologica diretta dalla prestigiosa Università Ca’ Foscari di Venezia, raccontando di luoghi, persone e cose del passato con un linguaggio contemporaneo.

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Castello di Formigine | Ph. Alberto Lagomaggiore

Castello di Formigine | Ph. Alberto Lagomaggiore

7 - Rocca Rangoni di Spilamberto

La Rocca, tutt’ora il monumento più importante di Spilamberto, è sorto su un complesso difensivo più antico, una grossa torre che era il principale nucleo difensivo del castello costruito nel secolo XIII dal Comune di Modena per contrastare i Bolognesi.

L’edificio ha assunto la forma di quadrilatero fortificato a pianta regolare con torri, merlature e caditoie solo nel 1353, quando venne donato alla famiglia Rangoni, che ne divenne feudataria.
Originariamente orientata verso il fiume, dalla cui parte era l’ingresso principale, la Rocca conserva tracce dell’antico ponte levatoio e delle mura perimetrali.

Tra i secoli XV e XVI la Rocca fu la residenza di Niccolò Rangoni, Signore di Spilamberto dal 1468 al 1500 e sposo di Bianca Bentivoglio, e successivamente, sempre sotto i Rangoni, venne trasformata da fortezza a residenza signorile. È il periodo di maggior splendore dell’edificio definito Vago Palazzo per la ricchezza di arredi e di pitture di dentro, di fuori e nel cortile.

La sua vicinanza alle colline ed al fiume Panaro lo hanno reso un luogo di feste sontuose, che hanno attratto molti ospiti illustri per la salubrità del clima e le delizie che il territorio offre tutt’oggi.
Di proprietà comunale dal 2005, la Rocca è stata restaurata ed è aperta al pubblico (vi invitiamo a consultare giorni, orari e modalità di visita).

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8 - Rocca di Vignola

Il toponimo Vignola deriva dal latino “vineola”, che significa piccola vigna e chi si reca in quest’area potrà ben comprendere perché, tanto che ancora oggi la pianta della vite compare nel vessillo della città.

Non si conosce con certezza l’anno di fondazione della Rocca, ma si può ragionevolmente supporre che sia stata edificata negli anni successivi alla fine della dinastia Carolingia per fronteggiare le invasioni degli Ungari, quando a difesa dei nuclei abitati vennero innalzate torri e recinti fortificati.

L’edificio ebbe funzioni militari fino al 1401, quando il nobile ferrarese Uguccione Contrari ricevette in dono il feudo vignolese dal signore di Ferrara Nicolò III d’Este. Nei due decenni successivi la Rocca mutò profondamente la sua funzione, trasformandosi in sontuosa dimora riccamente affrescata.

Estinta la dinastia dei Contrari, nel 1577 la Rocca passò ai Boncompagni. Nell’Ottocento all’interno dell’edificio castellano hanno trovato sede le istituzioni politiche e sociali della città: il Municipio, la Biblioteca, e la Cassa di Risparmio di Vignola, che ne ha acquisito la proprietà nel 1965, per cederla nel 1998 alla Fondazione di Vignola.

Un costante ed attento lavoro di restauro ha consentito in questi ultimi decenni di recuperare, sia a livello architettonico che pittorico, l’intera struttura. Il piano terra ed il primo piano della Rocca accolgono sale con affreschi databili al XV secolo, riconducibili ad imprese della famiglia Contrari, evidenziandone la stretta alleanza con gli Estensi.
Nella Cappella della Rocca, invece, si può ammirare un prezioso ciclo di affreschi tardogotici commissionato da Uguccione Contrari. I dipinti, raffiguranti le Storie di Cristo, sono attribuiti al “Maestro di Vignola”, personalità di spicco dell’arte emiliana dei primi decenni del Quattrocento, di cui per ora non si conosce il nome.
Completano l’edificio le sale degli Armigeri, i panoramici camminamenti e le tre torri denominate di Nonantola, delle Donne e del Pennello.
Qui i dettagli su giorni, orari e modalità di visita.

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Rocca di Vignola, Ph. Angelo Nastri Nacchio

Rocca di Vignola | Ph. Angelo Nastri Nacchio

9 - Castello di Levizzano Rangone

Il Castello di Levizzano sorge circondato da un meraviglioso paesaggio collinare, a pochi km dal delizioso borgo di Castelvetro.

Alla fine del secolo IX si presentava come un semplice insediamento fortificato: una struttura composta da una cinta muraria con al centro la cosiddetta Torre Matildica e nella zona sud una cappella dedicata ai SS. Adalberto ed Antonino, ora sconsacrata.

A partire dal secolo XII il complesso fortificato fu restaurato e ampliato; in particolare, accanto alla torre posta a protezione dell’ingresso al Castello, venne eretto il Palazzo feudale, destinato ad essere poi ingrandito, per prendere il posto della Torre Matildica come dimora signorile e risale probabilmente allo stesso periodo la costruzione di una galleria sotterranea che unisce il Palazzo alla Torre.

ntorno al XVI secolo gli edifici subirono nuovamente importanti trasformazioni, ampliando la funzione residenziale del Palazzo: risalgono infatti a questo periodo le cosiddette Stanze dei Vescovi, il cui soffitto presenta antichi soffitti lignei e affreschi ed un ciclo di affreschi rinascimentali.

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Castello di Levizzano, Castelvetro di Modena | Ph. Angelo Nacchio

Castello di Levizzano, Castelvetro di Modena | Ph. Angelo Nacchio

10 - Castello di Spezzano

Le origini del Castello di Spezzano risalgono all’epoca medievale: fossato, ponte levatoio e mura merlate sono infatti testimonianze dei secoli XIII-XIV e la torre pentagonale attesta la sua vocazione difensiva.

Dal 1529 i signori Pio di Carpi trasformarono poi la struttura medievale nell’attuale palazzo signorile, che ha il suo fulcro nella mirabile corte porticata rinascimentale, nella maestosa Sala delle Vedute e nella Galleria delle Battaglie, le cui pareti sono decorate con minuziosi affreschi narranti importanti battaglie del Cinquecento che coinvolsero Alfonso I d’Este e i condottieri della famiglia Pio.

Nel 1982 l’Amministrazione Comunale di Fiorano ha acquistato e recuperato il castello, oggi sede del Museo della Ceramica, che racconta la storia della produzione della ceramica nel territorio dal Neolitico all’età contemporanea, e dell’Acetaia Comunale, ospitata nella torre pentagonale.

Il Castello è inoltre circondato da un ottocentesco parco romantico dotato di zona attrezzata per picnic, mentre un percorso ciclo-pedonale conduce dal Castello alla Riserva Naturale delle Salse di Nirano.

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Castello di Spezzano Ph. ovikovi via Wikipedia

Castello di Spezzano | Ph. ovikovi via Wikipedia

11 - Castello di Montegibbio

Il Castello di Montegibbio sorge alla sommità di uno dei rilievi collinari che circondano Sassuolo, a circa 5 km dalla città. Cinto da un romantico parco all’inglese, a sua volta immerso nel morbido paesaggio agricolo circostante, è un complesso castellano di origini medievali tra i più suggestivi della provincia di Modena.

Le prime fortificazioni del Mons Gibulus, che adattandosi alla conformazione del rilievo collinare ha assunto una forma ellittica, risalgono probabilmente all’epoca dalle scorrerie degli Ungari, all’inizio del X secolo.
Entrato poi all’interno dei vasti possedimenti di Bonifacio di Toscana e di sua figlia Matilde di Canossa, il castello di Montegibbio divenne parte di una triplice cerchia di castelli ubicati sulle colline modenesi e reggiane a difesa dei territori canossiani e dei relativi collegamenti viari.

All’inizio del 1300 Montegibbio fu occupato dai nobili guelfi Della Rosa, signori di Sassuolo, che utilizzarono il castello per difendere il proprio feudo, minacciato dalle mire espansionistiche del ghibellino Passerino Bonaccolsi, governatore di Modena.
Seguirono anni di contese tra le famiglie Bonaccolsi, Della Rosa ed Este, e all’inizio del XV secolo gli Este consolidarono definitivamente il loro dominio sull’area, che fu compresa nella podesteria di Sassuolo.

Ceduto col territorio sassolese a Giberto Pio di Savoia nel 1499, il castello fu abbandonato a seguito del terremoto del 1501. Ancora in rovina, passò nel 1636 ai marchesi Boschetti, che lo ricostruirono, edificando il palazzo marchionale mentre l’attigua chiesa di San Pietro acquisiva al suo interno forme barocche.
Dopo altri passaggi, fu acquistato nel 1851 dai Borsari che lo ampliarono e ne qualificarono gli interni in stile eclettico, creando anche il parco.

Attualmente è possibile visitare il parco, la corte – utilizzata nel periodo estivo per eventi culturali e concessa in uso ai privato per lo svolgimento di feste, banchetti e cerimonie – e l’Acetaia Comunale, previa prenotazione, mentre il palazzo marchionale è di norma chiuso al pubblico.

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12 - Castello di Guiglia

Il Castello di Guiglia è uno splendido fortilizio trecentesco circondato dal caratteristico borgo e la sua imponente mole si distingue da decine di chilometri di distanza. Il paese si affaccia infatti sull’ampia pianura percorsa dal fiume Panaro, dominandola, e proprio per questo è definito il “Balcone dell’Emilia”.

Dominato dai Canossa fino al 1115, alla morte di Matilde passò alla signoria dei Guiglia e, dopo alterne dominazioni, nel 1404 passò agli Estensi che lo cedettero come feudo ai Montecuccoli, a cui va attribuita l’ampia trasformazione in senso residenziale, di cui rimangono a testimonianza le belle decorazioni a stucco della loggia d’ingresso.

Del castello fa parte la torre quadrata dell’Orologio, la cui campana porta la data del 1535, mentre la chiesa del borgo è del 1474 con rifacimenti ottocenteschi.
Il Castello è inoltre inserito nel Parco Regionale di Sassi di Roccamalatina, un suggestivo ambiente naturale che merita sicuramente una visita.

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13 - Castello di Montecuccolo

Il Castello di Montecuccolo, costruito sulla sommità del colle che sovrasta Pavullo, domina l’intera vallata del Frignano e costituisce il fulcro di un sistema di avvistamento insieme alle torri circostanti, tra le quali spiccano quelle ancora esistenti di Lavacchio, Gaiato e Torricella.

La torre del castello, costruita nel XII secolo, domina il cortile interno della rocca, ma il castello è costituito da un complesso di edifici di epoche diverse, il cui nucleo più antico era il cosiddetto “palazzo vecchio”, crollato nel corso del XIX secolo.

Ad esso fu aggiunto il palazzo nuovo formato da due ali, una verso nord, l’altra verso sud, circondato dalla seconda cerchia di mura. Dopo l’innalzamento del torrione di piazza all’estremità meridionale, tutto il borgo superiore fu circondato dalla terza cerchia di mura.

Nel corso del XVI secolo le varie parti furono unite mediante la costruzione del corpo centraleIl 21 febbraio 1609 nel castello vide la luce Raimondo Montecuccoli, stratega militare di levatura europea oltre che grande trattatista di arte bellica, considerato salvatore dell’Europa in quanto comandante degli eserciti imperiali del Sacro Romano Impero durante la vittoria della battaglia contro i Turchi in Ungheria (1664).

Parzialmente distrutto dai francesi nel 1799, il castello è stato negli ultimi anni oggetto di un progetto generale di restauro, volto al recupero funzionale dell’intero complesso monumentale che permette al visitatore di immergersi nell’atmosfera di cinque secoli fa.

Il castello è attualmente divenuto anche centro museale e ospita la collezione delle opere di Raffaele Biolchini, il ciclo “Il paese ritrovato” del pittore pavullese Gino Covili e il Museo Naturalistico del Frignano, nel quale sono raccolti, in un ambiente interattivo che ricostruisce il panorama appenninico, gli esemplari della  flora e fauna del Parco del Frignano.

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Castello di Montecuccolo | Ph. mgmar79

Castello di Montecuccolo | Ph. mgmar79

14 - Castello di Montefiorino

Montefiorino, edificato su uno sperone roccioso a 797 m slm, si distingue per la posizione dominante sulle Valli dei torrenti Dolo e Dragone, che ne ha fatto nei secoli una postazione fortificata a guardia del territorio circostante e delle vie di comunicazione che conducevano ai valichi appenninici.

Fin dall’epoca pre-romana infatti ai piedi del borgo passava un importante percorso che i romani ampliarono e ammodernarono e che nel medioevo divenne una delle principali vie di collegamento con la Toscana: la Via Bibulca, così detta perché abbastanza ampia da permettere il transito di due buoi aggiogati.
Nel 1160 il territorio di Montefiorino fu dato in feudo ai Montecuccoli, che nel 1170 lo fortificarono costruendo sul punto più elevato del monte una robusta torre quadrangolare, attorno alla quale tra il 1235 e il 1239 innalzarono un vero e proprio Castello.

Rimase di loro proprietà sino al 1429 anno in cui gli abitanti si sollevarono ai signori chiedendo la protezione di Nicolò III d’Este, dal quale ottennero il privilegio di non essere più sottomessi ad alcun feudatario.

Nel 1944 fu sede del governo democratico della Repubblica di Montefiorino, la prima zona dell’Italia settentrionale liberata dalle forze partigiane e, a memoria di questa memorabile impresa, oggi la Rocca ospita il Museo della Repubblica Partigiana di Montefiorino.

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15 - Castello di Sestola

Il Castello di Sestola risale all’epoca longobarda-bizantina, quando venne donato nel 753 da Astolfo al cognato Anselmo, fondatore dell’Abbazia di Nonantola.
Imponente complesso medievale che da un alto sperone di roccia domina il paese di Sestola e le valli dei torrenti Leo e Scoltenna, fu il più importante presidio estense del Frignano.
Nato come roccaforte militare, fu infatti sede per quattro secoli, durante la signoria degli Estensi, del Governatorato della Provincia del Frignano.

Usato anche come penitenziario, fu poi trasformato nel corso del 1800 e 1900 in una colonia per bambini e in un Osservatorio Meteorologico.
Nella metà del secolo scorso tutto il complesso del castello da privato è divenuto di proprietà comunale e sono iniziati i primi interventi di restauro, che ne hanno permesso l’apertura permanente al pubblico.
La Rocca attualmente ospita d’estate diverse attività culturali ed è sede del Museo della Civiltà Montanara e del Museo degli Strumenti Musicali Meccanici.

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Castello di Sestola | Ph. Luca Nacchio

Castello di Sestola | Ph. Luca Nacchio

16 - Castello di Roccapelago

Da uno sperone di roccia di oltre 1000 m slm il poderoso Castello di Roccapelago domina la conca del Pelago, sulle antiche vie che collegavano l’area padana alla Toscana e al Mar Tirreno.
Si ritiene che il blocco roccioso sul quale sorge fosse un antico insediamento preistorico, ma la prima menzione di un “Castrum Pelago” si trova in un documento del 753.

Fu dei Longobardi, di Matilde di Canossa e dal 1240 dei Montegarullo, di cui subì le conseguenze della politica bellicosa, specialmente sotto Obizzo da Montegarullo.
Nel 1393, essendosi Obizzo ribellato agli Estensi, Roccapelago subì l’assedio dei Lucchesi alleati della casa d’Este, che si impossessarono del castello. Nel 1396 Obizzo riuscì a riappropriarsene e Roccapelago rimase ai Montegarullo fino al 1408, quando un potente contingente militare, al comando di Uguccione dei Contrari, riuscì a catturarlo e a portarlo prigioniero a Ferrara.

Nel 1586 nel perimetro del castello, ormai abbandonato, venne costruita la nuova chiesa di Roccapelago, e una torre fu successivamente trasformata in campanile.
Alcuni lavori di restauro vennero eseguiti nel 1925 per riparare i danni causati da un terremoto, mentre è del 2011 la sorprendente scoperta nella cripta della chiesa di oltre 300 corpi sepolti dal 1500 al 1700, di cui quasi cento mummificati. Oggi mummie e corredi funerari sono esposti nel Museo della Rocca.

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I luoghi e i contenuti di questo blogpost sono tratti dal progetto Castrum – Nuovi luoghi antichi.
Per maggiori informazioni scarica il pdf originale.

Autore

Elisa Mazzini

Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.

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